LEONARDO DELFANTI | Scocca l’ora della sesta edizione per il Festival Non c’è differenza organizzato dal Teatro Scientifico – Teatro Laboratorio che prenderà spazio tra il Teatro Laboratorio all’Arsenale, il MusA Lab Franca Rame – Dario Fo e Palazzo Barbieri a Verona.
Il festival partirà il prossimo 24 novembre e si concluderà il 3 dicembre forte del prestigioso Premio Olivetti, ottenuto nella passata edizione, per «l’avvicinamento al mondo della disabilità e alla diffusione della cultura del reciproco rispetto attraverso la veicolazione dell’idea che la differenza può essere un arricchimento».
Abbiamo intervistato Isabella Caserta, ideatrice e direttrice artistica dell’evento, nonché del Teatro Laboratorio.
Il Festival è arrivato alla sua VI edizione: ormai è parte, come la storia del Teatro Laboratorio, della vita culturale di Verona. Avete inoltre vinto il prestigioso Premio Olivetti per la scorsa edizione. Cosa vuol dire oggi nella città di Verona affermare che non c’è differenza?
Il Festival è dedicato all’altro da sé per una cultura del rispetto e dell’inclusione, per l’abbattimento delle barriere fisiche e mentali. Penso sia un messaggio abbastanza esplicito e che il Festival possa offrire momenti di stimolo e riflessione su tematiche che dovrebbero essere scontate ma ancora non lo sono. Citando Camilleri “Non bisogna mai avere paura dell’altro perché tu rispetto all’altro sei l’altro”.
Molti sono i festival di teatro sociale in Italia, molti sono i temi importanti da trattare. Da sempre il Teatro Laboratorio si impegna, insieme a DisMappa, per far sì che non vi siano barriere architettoniche o culturali a bloccare l’accesso al mondo da parte di chi è disabile. Cosa si è fatto in questi anni e cosa resta da fare per avvicinarci alla ricchezza della diversità?
Di solito preferisco non catalogare con definizioni; forse il Festival può rientrare in quell’impegno civile che il Teatro Scientifico – Teatro Laboratorio cerca da sempre di portare avanti. Già a partire dagli anni ’60 abbiamo lavorato in questa direzione sia nelle produzioni (per citare solo qualche esempio La Balilla/documenti dal carcere femminile, Storia di droga, D come donna, Io, nell’inferno della Bosnia etc.), sia nei progetti: il Teatro del Silenzio con attori sordi sul quale lavoriamo dagli anni ’80 e che tuttora è in corso, o laboratori per bambini in situazioni di difficoltà e disagio dagli anni ’70; ma anche nell’ospitalità di spettacoli. Attraverso il Festival proseguiamo questo percorso.
Nicoletta Ferrari di Dismappa, con cui abbiamo collaborato dal 2016, è stata paladina di campagne per l’abbattimento delle barriere architettoniche, donna intelligente, ironica e molto acuta, ha smosso e scosso. La sua scomparsa l’anno scorso è stata una perdita gravissima per la città di Verona e non solo. In questi anni sono stati fatti passi avanti, ma c’è ancora strada da fare.
Moltissimi appuntamenti tra proiezioni, presentazioni, conferenze, workshops, oltre a spettacoli con prestigiosi nomi del teatro sociale italiano e un omaggio a Lindsay Kemp, che presso il vostro teatro è più volte andato in scena. Come si può raccogliere l’eredità di un artista così grande in questo momento?
Quello che mi ha sempre colpito di Lindsay è la libertà e poi la gioia, la passione, la sensibilità, la dedizione assoluta per quello che faceva, il crederci fino in fondo e il mettersi in gioco sempre. Anche l’ultima volta che abbiamo collaborato e aveva 80 anni, Lindsay aveva sempre la gioia di un bambino. Anche nei laboratori, anche con gli allievi. Penso sia questo il messaggio da raccogliere. Oltre che essere un artista a tutto tondo, era una persona dotata di grande umanità e che nella sua carriera e nella sua vita ha osato e rischiato in nome della libertà espressiva.
Non meno importante è stato il laboratorio di Teatro Sociale e Comunità che tra ottobre e novembre ha offerto gratuitamente a tutti i partecipanti la possibilità di confrontarsi con maestri e studiosi dell’arte del rispetto e dell’inclusione. Cosa avete seminato e cosa sperate di raccogliere da un intervento così vasto?
Il laboratorio è stato pensato come momento di formazione di formatori. Auspichiamo che abbia una ricaduta all’interno delle comunità nelle quali operano i corsisti e che le competenze acquisite possano essere riversate nel lavoro che svolgono.
Infine, volendo guardare al futuro, in una società che marca sempre di più le differenze, anche là dove non è necessario, cosa può fare un festival di teatro sociale per dare un segno a tutti coloro che la differenza la sentono sulla loro pelle?
Il Festival veicola l’idea che le differenze siano un arricchimento, auspicando l’abbattimento di qualsiasi barriera e la diffusione della cultura del reciproco rispetto e prova a farlo attraverso giornate di spettacoli, workshop, conferenze, mostre, proiezioni, in un’ottica di inclusione e accoglienza.
PROGRAMMA COMPLETO
Verona 24 novembre – 3 dicembre 2019
FESTIVAL NON C’È DIFFERENZA 2019
Organizzato da Teatro Scientifico – Teatro Laboratorio
Sostegno di Comune di Verona Servizi Sociali, BANCO BPM, AMIA, AGSM
Ringraziamenti MusALab Franca Rame Dario Fo – Archivio di Stato di Verona, Casa delle Artiste – Casa delle Arti – Spazio Alda Merini, Associazione Abitare Borgo Trento, Telefono Rosa Verona, G.A.L.M, AGBD, Associazione Liberamente
info 045/8031321 – 3466319280
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