ANTONIO CRETELLA | Che ci sia un grosso problema culturale nella gestione delle malattie infettive stagionali è abbastanza evidente dalla pletora di spot dei medicinali analgesici e antipiretici in rotazione su tutte le reti: quasi sempre la narrazione del prodotto punta a sottolineare come l’assunzione dello stesso consenta al protagonista di sopprimere i sintomi influenzali e riprendere tranquillamente le sue attività quotidiane dando l’illusione di essere istantaneamente guarito. C’è l’informatico che torna in ufficio a rimettere in sesto i pc dei colleghi, l’uomo sprint di mezza età che moribondo al mattino, di sera va sorridente al corso di chef e affonda il naso infetto nel suo pane deforme appena sfornato ma profumatissimo. Ovviamente nulla, nemmeno una scritta indica che l’effetto del farmaco è solo sui sintomi, non sull’infezione in sé, che fa il suo normale decorso e rende la persona potenzialmente infettiva anche in assenza di segni esterni. Il culmine della contraddizione si è raggiunto in questi convulsi giorni di emergenza per il coronavirus in cui l’affannosa opera di catechesi di giornalisti, virologi e conduttori televisivi sulle buone prassi da applicare per il contenimento del contagio – tra cui anche il modo corretto di starnutire o lavarsi le mani – viene regolarmente interrotta dalle réclame di farmaci da banco che invitano a tenere comportamenti diametralmente opposti, punta dell’iceberg di una situazione culturale molto più complessa. Covid-19 ha portato al pettine i nodi irrisolti della scarsa diffusione di una buona formazione in ambito medico-sanitario in un Paese in cui allignano antivaccinismo, omeopatia, consumo indiscriminato di antibiotici e poca considerazione delle categorie a rischio, quali anziani, bambini e immunodepressi, che di quei comportamenti sconsiderati sono le vittime principali.
DISCLAIMER
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. Le informazioni contenute in questo blog, pur fornite in buona fede e ritenute accurate, potrebbero contenere inesattezze o essere viziate da errori tipografici. Gli autori di PAC si riservano pertanto il diritto di modificare, aggiornare o cancellare i contenuti del blog senza preavviso. Gli autori non sono responsabili per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post. Verranno cancellati i commenti ritenuti offensivi o lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di terzi, di genere spam, razzisti o che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla Privacy e, in ogni caso, ritenuti inadatti ad insindacabile giudizio degli autori stessi. Alcuni testi o immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, vogliate comunicarlo via email. Saranno immediatamente rimossi. Gli autori del blog non sono responsabili dei siti collegati tramite link né del loro contenuto che può essere soggetto a variazioni nel tempo.