UN PO’ DI VERITÀ
di Aureliano Delisi
Copertina di Aureliano Delisi
Al mondo ci sono solo tre mestieri che non vanno mai in crisi: il becchino, la puttana e il contaballe. Ho provato con il primo ma mi fanno schifo i morti. Poi ho provato col secondo ma facevo io schifo ai clienti.
A fare il contaballe invece mi trovo davvero bene. È incredibile quante cazzate si beve la gente. Vi rendete conto che il 37% della popolazione italiana… il 37% ok? Più di uno su tre. Il 37% degli italiani crede che l’uomo in realtà non è mai stato sulla Luna? Ma vi rendete conto? Ma soprattutto vi rendete conto che vi ho appena detto una cazzata? Vi rendete conto che 37% l’ho appena inventato? Perché quando dico: “È incredibile quante cazzate si beve la gente” sto parlando anche di voi, eh! Pensiamo di essere immuni alla maggior parte delle balle, ma quante ne mandiamo giù! Basta che ci dicano qualche numero con convinzione: “Ho letto su un giornale accreditato che DICIASSETTE studi dimostrano l’importanza di strofinarsi un pomodoro sui denti appena ci si sveglia”. E tu stai lì, con la cassetta di pomodori di fianco al letto che ogni mattina ne prendi uno e te lo spiaccichi sulle gengive con un sorriso di profonda soddisfazione e magari hai convinto anche tua moglie, i tuoi figli a fare lo stesso fino a quando non andate tutti in comitiva dal dentista, lui ti dice di smetterla con i pomodori sui denti che non è salutare e tu ritorni a casa pensando “quel dentista non deve aver letto quei diciassette studi, altrimenti non la penserebbe così!” E poi “forza bambini che si passa al mercato che abbiamo quasi finito le casse di pomodori”.
Il contaballe professionista ti racconta la sua balla dandoti l’impressione di possedere la verità perché sa quanto tu desideri possedere la tua verità, quella che ti conviene, quella che ti fa andare a dormire tranquillo la sera anche se dovresti avere la coscienza sporca.
Un giorno, al liceo, ho detto a una della classe a fianco: “Io, se ti tocco il naso, posso leggerti il futuro”. Quella ride. “Sì, sì, ridi. Ma è la verità”. E me ne vado. Due giorni dopo torna con una sua amica e mi chiede se è vero. “Eh, come no?” “Allora fallo alla mia amica”. “Non qui, mi serve un posto tranquillo dove concentrarmi”.
Dite sempre le vostre balle in un ambiente protetto, mi raccomando. In questi casi serve solo la persona a cui dire la balla e un testimone che possa confermarla. Quindi ci ritiriamo in un’aula vuota e io mi siedo di fronte a lei. Per tre minuti resto fermo immobile a fingere di concentrarmi. Poi premo la punta dell’indice sul suo naso e aggiungo anche a mezza bocca un… “Potipoti”. Come se fosse il naso di un clown.
Un “Potipoti” chiaro e inconfondibile, ma tremendamente serio.
“Il tuo naso è morbido. Cede un po’ a sinistra quando lo spingo”. “Questa è una cosa buona?”. “Ah, dipende. Mi sa che stai vivendo una situazione amorosa poco chiara”
E lei si volta verso l’amica, con lo sguardo del manzo colpito in testa dal bastone, così.
Una situazione amorosa poco chiara. Voi ce l’avete mai avuta una situazione amorosa chiara alle superiori? Ma io gliel’avevo venduta come una rivelazione e quella aveva abboccato. Mi ha raccontato tutto del tipo che le piaceva. Non mi restava che tirare il pesce in barca. “Devi essere audace. Devi prendertelo prima che se lo prenda qualcun’altra. Mi capisci? Tu sei qui che ti fai tanti problemi, ma qual è la verità? La verità è che lo ami!”. Faccia da manzo tramortito. L’amica le fa cenno con la testa solennemente di sì. “E se mi rifiuta?”. “Come si chiama?”. “Mirco”. “Ecco. È tipico dei Mirco fare i ritrosi, credimi. Tutti i Mirco sono ritrosi. Ma se un Mirco ti dice no in realtà vuol dire sì”. “Allora vado”. “Vai. Ah, un’ultima cosa. I Mirco adorano il sesso orale. Quindi appena puoi… hai capito”. Io credo che tutti i Mirco in sala, adesso, dovrebbero ringraziarmi.
E voi mi direte: vabbè, hai beccato un paio di fesse, è stata quella volta sola. PER DUE ANNI! Per due anni c’avevo persone che alle feste venivano a cercarmi per farsi prendere letteralmente per il naso. Perché loro in realtà non stavano attenti alla mia mano che li toccava. Stavano attenti a quest’altra. La mano sinistra infatti io la stringevo a pugno e la appoggiavo sulla fronte. Dentro al pugno, per loro, io stringevo un pezzetto di verità. Era per quel pezzetto di verità che si mettevano in fila a farsi umiliare.
Quindi aprite bene le orecchie perché adesso vi spiego come si fa uno dei business più proficui in circolazione. Prendete un po’ di presunta verità e mettetela dentro un contenitore. Qui c’è il contenitore del terrapiattismo. Qui c’è il contenitore dei negri che sono inferiori. Qui c’è il contenitore della supremazia degli uomini sulle donne. Qui c’è il contenitore della supremazia delle donne sugli uomini. Qui c’è il contenitore della mamma che è sempre la mamma. Qui c’è il contenitore che studiare non serve a niente. Qui il contenitore dell’università prima di tutto. Quello dell’amore romantico, quello della non violenza, quello che è meglio starsene buoni, quello che tutti i politici sono corrotti, quella che c’è Dio che ci manovra come burattini, le multinazionali che ci manovrano come burattini, la scatola dell’ideologia! La scatola della famiglia! La scatola dell’importanza dell’individuo! La sicurezza prima di tutto! La scienza dice! Il sud è meglio! Il nord è meglio! L’importanza di sognare! Il contatto con la natura! L’importanza assoluta dell’arte! Stronzate! Stronzate! Stronzate! Prendete tutte queste stronzate e ficcatele dentro le loro scatole! Fate un bel pacchetto regalo per ognuna, mettetele sugli scaffali ed aprite il vostro negozio con il cartellone “SI VENDONO VERITÀ”! Avete capito bene? Verità. Perché se scrivete “SI VENDONO STRONZATE” non viene nessuno. Ma se scrivete “SI VENDONO VERITÀ” e poi gli vendete stronzate ben incartate verranno da ogni angolo del globo per prenderne un po’ e come i pomodori se le spalmeranno sui denti e andranno in giro soddisfatti a giudicare gli altri perché non riescono a concepire che la loro verità possa esistere assieme a quella di qualcun’altro!
I pigri sono i clienti migliori. Accetterebbero qualsiasi verità pur di giustificare la loro pigrizia. “Devo fare la raccolta differenziata… mmm… no. Tanto si sa che alla fine buttano tutto assieme in discarica”.
“Devo mettermi la mascherina… mmm… no. Tanto il contagio non esiste.”
“Dovrei informarmi prima di votare… mmm… no, tanto nessuno mi rappresenta comunque”.
Come faremmo senza la certezza di poter incolpare qualcuno per le nostre mancanze di voglia, di talento, di identità? Noi vogliamo che sia colpa del grande complotto giudaico! Magari le multinazionali farmaceutiche tramassero la nostra distruzione! O al contrario! Magari fosse tutta colpa nostra, nostra, solo nostra! Ma il mondo è sempre più complesso delle verità a cui vogliamo ridurlo, quindi l’ultima scatola del negozio scusate, ma la tengo per me. È questa qui. Sopra c’è scritto: l’unica verità è che non esiste alcuna verità.