21.000 FOLLOWERS DI SOLITUDINE
di Sofia Gottardi
Foto di Sofia Gottardi
Passo l’epoca Coronavirus in casa, sola e annoiata.
I miei amici non posso vederli perché io sono veneta e loro sono lombardi e ho pure il fidanzato bresciano.
A me non interessa quello che dicono le frasi romantiche di Facebook sulle relazioni a distanza: se per trovare la persona che ami devi spendere soldi e prendere due treni non è amore, è turismo sessuale. Non ci vediamo da troppo.
Sono sola in casa, sento di colpo un rumore e penso “Oddio è lui che è venuto a trovarmi” e invece no: è il mio imene che si sta ricostruendo.
Sono così sola che mi sono pure scaricata TikTok.
È un’applicazione in cui i minorenni caricano video in cui ballano e fanno playback di canzoni con una convinzione che si vede solo negli ospedali psichiatrici.
Infatti tutti me l’hanno sconsigliato: i ragazzi son così soli e annoiati che su TikTok si esaltano per le peggio cose. Ci sono diciottenni TikToker che hanno un milione di fan undicenni adoranti, e tutto quello che fanno è fare playback delle canzoni senza maglietta e lanciare sguardi sexy alla telecamera. E basta.
Prima della quarantena anche io li prendevo in giro, ma quando mi son ritrovata in casa senza stimoli ho cominciato a rivalutarli. I TikToker fighi sono come i cantanti delle boy band, ma più furbi. Perché le boy band tipo One Direction non sono dei mostri musicali, ma almeno sanno suonare e cantare, quindi c’è chi li insulta: “Qui il cantante ha stonato”, “Questa canzone è un plagio” e feriscono le fan, perché criticano i loro idoli in quanto artisti.
Ma i Tiktoker sono invincibili perché a parte essere fighi non sanno fare un cazzo. Non ce n’è bisogno per esser famosi su TikTok. Non puoi neanche dire alle fan: “È playback, non sta davvero cantando” perché lo sanno già.
Come fai a criticare qualcuno se non sa fare un cazzo ma i suoi fan lo amano comunque? Cosa critichi?
Se tu ti impegni per far qualcosa di buono ci sarà sempre qualcuno che dirà che non va bene, ma se sai che stai facendo una stronzata poi le persone diranno “è una stronzata” e non è un insulto: è quello che volevi fare! Ce l’hai fatta!
Questi mini adoni sono dei geni perché nell’era della solitudine hanno inventato un nuovo sex symbol: la troia emotiva.
Guardano in camera e dicono che sei bella come sei, non devi piangere, e tu sei minorenne e insicura, ci caschi, li segui. Ovviamente è tutto finto, ma anche le pornostar su cui i ragazzi suonano gli accordi di Do col cazzo sono finte, quindi che differenza fa?
Prima prendevo in giro le star del web, ora le adoro, voglio essere la loro manager. Sarei bravissima. Anzi comincio subito facendo un appello ai TikToker fighi:
Ciao splendori.
So che a volte pensate: “La mia bellezza non durerà per sempre, voglio diventare bravo in qualcosa” e credete sia un pensiero maturo.
Non lo è. È stupido.
È un pensiero che va bene per i brutti.
Se tu sei bello e vuoi acquisire altre qualità vuol dire che sei così stupido da non saper sfruttare la tua bellezza. Eccerto.
Se erediti una pizzeria e perdi energie per aprire una libreria cosa pensiamo? Che hai fatto fallire la pizzeria. Tutti amano la pizza, nessuno legge.
Ma non devi fare solo il modello o lo spogliarellista, quello lo fanno tutti. Inventa. Sii spietato.
Spacciati per psicologo e fatti pagare dalle ragazze per dire che hanno sempre ragione loro e che sono bellissime. In realtà nessuno vuole migliorare se stesso. Avresti più successo tu di qualsiasi psicologo.
Sei figo e vuoi scrivere un saggio che affronta in modo innovativo il collegamento tra politica, filosofia e salute mentale? Sei una minchia! Ti piace scrivere?
Scrivi per ogni tredicenne che ti paga una fanfiction dove i protagonisti siete tu. E lei.
Nel futuro non sono le fan che si avvicinano alla fanfiction. È la fanfiction che si avvicina alle fan.
Quando avrai abbastanza fan pubblica un’opera d’arte di rottura: un libro dal titolo “La storia dell’orrore più sconvolgente di tutti i tempi”. Ha solo una pagina.
E in quella pagina c’è scritto: “Vivere senza di te”.
Genio. Tutti i tuoi amici ti odieranno e avrai così tante donne e banconote da dimenticare la differenza tra le due.
Visto quanto sono brava?
Ma dato che i TikToker non mi assumeranno mai come manager mi sono posta un obbiettivo: diventare io stessa un’influencer e sfruttare TikTok per ottenere visibilità.
Ovvio. Come fai a essere sola e deprimerti se sei visibile?
Il problema è che l’unico modo per sfruttare i social è essere sfruttati dai social. Per capire come funzionano ci devi passare un sacco di tempo, capire gli algoritmi, le tendenze, fino a diventarne dipendente.
Io dopo settimane che cerco di creare contenuti brevi non riesco a concentrarmi su qualcosa per più di venti minuti. Ho mal di testa, guardo ossessivamente le notifiche, anche quando sono in videochiamata col mio ragazzo.
Scusa amore ma tu mi ami già, milioni di italiani ancora no.
Dopo qualche mese raggiungo 21.000 followers. Finalmente.
Vengo invasa da quindicenni che mi scrivono “Voglio essere tuo amico”, “Posami” ma sono ancora sola come un cane. Perché io non li conosco ‘sti qui. Magari sono razzisti, complottisti, cannibali.
Non so cosa sia peggio. I razzisti dicono che i neri sono inferiori, i complottisti che siamo tutti inferiori rispetto agli alieni che ci invaderanno, i cannibali che siamo tutti superlativi con un po’ di olio purissimo extravergine marchigiano che non guasta mai.
E gli alieni concordano.
“Vuoi essere mia amica?” non mi conosci, ovvio che me lo chiedi.
“Vuoi sposarmi?” Hai quindici anni, sei troppo giovane per legarti per sempre a qualcuno, e io sono troppo giovane per andare in prigione.
Una cosa che mi ha colpita è il messaggio che mi ha mandato Jessy, sedici anni: “Ti giuro vorrei essere come te, non so come fai a mettere così tanti video simpatici su TikTok, li guardo con i miei amici e ridiamo tantissimo”.
Lì mi son resa conto che non ho amici con cui guardare i video di TikTok.
Jessy. Io vorrei essere come te.
Non sai come faccio? Passo le giornate da sola, quindi ho molto tempo per inventare cose nuove.
Esatto: se siete tristi e annoiati potete sentirvi meglio grazie a chi sta peggio di voi.
Perché devi essere solo per usare i social. Ma devi essere ancora più solo per produrre costantemente video in camera tua.
Quindi se siete tristi e di colpo ridete guardando il video di un diciottenne che imita Topolino non scrivetegli “Genio”. Scrivetegli “Va’ tutto bene? Ho visto il tuo profilo e condividi video ogni giorno. Ti pagano o non riesci più a smettere?”.
E ringraziatelo. Perché gli influencer non sono divinità.
Sono Gesù: si sacrificano per noi.
E come Gesù li odiano quasi tutti.