0MEGLIO SOLI CHE A BUSALLA
di Matteo Cirillo
Foto di Matteo Cirillo
Quante volte nella vita vi siete detti cose tipo “Ma chi me l’ha fatto fare?” oppure “Io neanche ci volevo venire qui”. Ecco, per quasi tre mesi mentre la gente pensava a come fare la pizza, l’amatriciana o il pane, io pensavo unicamente a una cosa, volevo solo farmi una scopata!.
Doveva essere una classica botta e via, invece si è trasformata nell’esperienza più difficile e più solitaria della mia vita.
Ma andiamo per gradi: io sono nato solo, sono cresciuto solo e morirò solo.
Mi piace stare da solo perché mi sento libero di fare quello che voglio senza rendere conto a nessuno, senza giustificarmi e senza rotture di coglioni.
I maschi “soli” si dividono sostanzialmente in tre categorie e siete pregati di alzare la mano per indicare l’appartenenza: quelli delusi da un amore passato che aspettano anni prima di fidanzarsi di nuovo; quelli che sono gay ma non l’hanno ancora capito e passano tutto il tempo a dire “io sono troppo strano per avere una relazione”; infine quelli che stanno da soli perché così se le possono scopare tutte.
Ecco, io appartengo a quest’ultima categoria e per una scopata arrivo pure a Villadossola, oppure a Gualdo Tadino oppure dite voi una città? Si arrivo pure là, io per una trombata arrivo ovunque.
Ho tutte le applicazioni del mondo per trovare donne da una botta e via: il classico Tinder, Badoo, Meeting, Lovoo e per un periodo ho avuto anche Happn, un’applicazione che ti fa ritrovare le persone che incontri o che ti passano accanto per strada, praticamente l’app Immuni del sesso; solo che per fare quest’ultima app, si sono riuniti i migliori scienziati del mondo. Ma vaffanculo, va e vaffanculo pure a quelli che dicono “No io l’app Immuni non la scarico, non mi fido” e poi hanno queste app d’incontri che sono praticamente uguali.
Comunque per chi non le conosce o fa finta di non conoscerle, in queste app donne e uomini mettono le loro foto con una piccola descrizione tipo “Non cerco il principe azzurro ma…” oppure “Ho questa app perché me l’ha scaricata una mia amica ubriaca” e tutti tranne rarissimi casi, hanno solo voglia di fare sesso.
In queste app sì che c’è la parità dei sessi ed è proprio qui che s’incontrano tutte le solitudini d’Italia e del mondo. Scorri le foto, metti mi piace e se anche l’altra persona ha messo like, hai la compatibilità e puoi iniziare a chattare. A metà febbraio, quando ancora si poteva fare tutto ed eravamo persone felici, ho una compatibilità con una ragazza che per rispetto della privacy chiamerò Questa. Sì potrei dire un nome qualsiasi ma Questa indica bene l’odio che ho poi sviluppato per questa donna. Dalle foto sembra bona e le chiedo subito dove abita:
– Abito al nord.
– Quanto nord?
– Troppo nord per te che sei di Roma.
– Io sono arrivato in Germania per una scopata.
– Io sono di Busalla.
– E dove cazzo si trova Busalla?
– Vicino Ponte di Savignone.
– Provincia di cosa?
– Genova.
– Perfetto, mi organizzo e arrivo.
Per organizzarmi ci metto una decina di giorni, giusto il tempo di trovare qualche altra scopata in giro per l’Italia, così prima di arrivare a Busalla, faccio tappa a La Spezia da Una che come descrizione aveva “Non sono qui in cerca di sesso”, cosa che ha continuato a ripetermi sulla lavatrice mentre era in posizione rana rovesciata.
Nel frattempo leggo cose su Internet del tipo che forse bloccheranno i treni, ma penso “Ma ti pare che bloccano i treni? Siamo al nord, testina”.
Mi fermo da Un’altra a Rapallo, salto ahimè Chiavari, in quanto non trovo nessuna compatibilità, ma sarebbe stato molto bello poter dire “Ho chiavato a Chiavari” ed infine arrivo a Busalla. Per quanto io ami la solitudine, mi chiedo come si possa sentire il barista della stazione di Busalla dove non c’è nulla, non ci sono passeggeri, non ci sono capotreni, non c’è neanche la voce che dice “Il treno è in arrivo”; non c’è nulla a Busalla, se non io, il barista e Questa che mi è venuta a raccattare.
È bona, perché le foto molto spesso mentono ma Questa mantiene le aspettative.
Andiamo da lei e dopo aver testato con cura la stabilità del letto, del tavolo della cucina e della mensola del camino, mi metto a dormire pronto per ripartire il giorno dopo. Ora, quella cosa che avevo letto su internet sul fatto che forse avrebbero bloccato i treni, come tutti noi adesso sappiamo diventa realtà. Così, il giorno dopo, i treni da Busalla non partono e io non posso raggiungere Genova, l’unica città da dove posso in qualche modo tornare a Roma e Questa mi dice:
– Il mio ragazzo lavora in Lombardia, non lo fanno andare al lavoro e sta tornando qui a casa da me.
– Ma perché sei fidanzata?
– È una storia complicata….
– Complicata un par di palle!! Che cazzo faccio adesso io?
– Non lo so ma qui non puoi restare!
E così, mentre tutta l’Italia si chiude in casa, io non posso tornarci, mentre tutte le case di Airbnb sono sfitte, io sotto casa di Questa cerco una stanza a Busalla.
L’unica persona in Italia a cercare una casa in affitto nel periodo di lockdown ero io.
Mi sono sentito come Michael Collins, uno dei tre astronauti che partecipò alla missione Apollo11, ma mentre Neil Armostrong e Buzz Aldrin camminavano sul suolo lunare, lui rimase sulla navicella che orbitava intorno alla Luna. In un’intervista ha dichiarato che in quel momento si è sentito l’uomo più solo del mondo. Ecco, io mi sentivo esattamente come lui, solo che invece di orbitare intorno alla Luna, orbitavo in quel di Busalla.
Trovo un monolocale a venti euro, il proprietario è un messicano che canta canzoni neomelodiche napoletane e in casa ha tutti i cd di Massimo Ranieri e Gigi D’Alessio. Gli dico che starò solo una notte, giusto il tempo di capire come tornare a casa, ma sappiamo tutti com’è andata a finire. Da un giorno, sono diventati due mesi e mezzo e io sono stato sempre a casa da solo. Tutti gli italiani cantavano dai balconi, io mi affacciavo dalla finestra e vedevo Busalla. I miei genitori preoccupati mi chiedevano perché mi trovassi lassù, io rispondevo che ero rimasto bloccato per lavoro. Ai miei amici invece dicevo la verità “Sono rimasto bloccato qui perché volevo farmi una scopata” e tutti aggiungevano “Caro ti è costata”.
Sì, mi è costata moltissimo e stare da solo con me stesso in una casa dove niente è tuo, è la cosa che mi è costata di più e per non pensarci ho fatto di tutto: ho nascosto i cd di Massimo Ranieri per poi passare tutto il pomeriggio a cercarli, mi sono insultato per giorni, ho fatto lezioni online di meditazione trascendentale ed il mio mantra era “Mi volevo solo fare una scopata, mi volevo solo fare una scopata” ed infine ho cercato altre compatibilità, ma quando ho letto la descrizione di una ragazza “Cerco affetto stabile per questa quarantena” mi è presa a malissimo e ho capito che queste app per incontri servono ad uccidere la solitudine, ma in quarantena la solitudine non puoi ucciderla e devi per forza cavartela da solo.
Per stare da soli ci vuole molto coraggio e se io quel pomeriggio di febbraio avessi accettato di rimanere solo, non avrei passato due mesi e mezzo a Busalla e quindi dico “Meglio soli che a Busalla”.
Grande Matteo