ELENA SCOLARI | Dopo il Vimercate Ragazzi festival, prima vetrina di teatro per ragazzi in Italia ad aver riaperto le scene dopo il lockdown, altri festival estivi sono riusciti a riportare sul palco creazioni teatrali per i giovanissimi, affrontando una gimkana di ostacoli sanitari spesso piuttosto illogici. Tra pochi giorni – dal 22 al 25 settembre – tornerà anche Colpi di scena, appuntamento biennale organizzato da Accademia Perduta Romagna Teatri che si snoderà tra Faenza, Forlì e Bagnacavallo. Un’edizione che appare assai interessante, tra i molti e affascinanti titoli la Socìetas presenta un Edipo (qui la recensione di PAC), Fanny & Alexander portano il loro Oz, Les Moustaches (Premio della Critica e Premio Fersen al Roma Fringe Festival) raccontano La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza, Roberto Anglisani si misura con il mito del Minotauro, D’Elia/Nicolini navigano con Moby Dick.
Abbiamo intervistato i direttori artistici Claudio Casadio e Ruggero Sintoni.
Sappiamo quanto sia difficile organizzare un festival teatrale in questa condizione di cautela sanitaria. Quanto ha contato l’appoggio dell’Amministrazione del Comune di Forlì? Avete avuto supporto istituzionale da subito?
(L’Emilia Romagna è regione più sensibile di altre alle iniziative culturali e a quelle per i ragazzi in particolare)
L’Assessorato alla Cultura e l’Amministrazione Comunale di Forlì hanno accolto fin dal 2019 la crescita e lo sviluppo di Colpi di Scena. Forlì è stata la prima sede di un Organismo Stabile di Produzione Teatrale per Ragazzi nel 1986, quando il Ministero riconobbe questa funzione al Teatro Il Piccolo. Con l’Amministrazione Comunale e il Teatro Diego Fabbri si sviluppano poi una serie di progetti che noi chiamiamo “Family” che coinvolgono sia la nostra attività come Centro di Produzione sia quella degli Assessorati alla Cultura, alla Scuola e ai Servizi Sociali.
Il Piccolo di Forlì è un teatro specificatamente dedicato ai ragazzi che svolge attività di produzione e programmazione in quest’ambito. Con il Comune ci siamo, pertanto, sentiti e trovati partner nell’ideazione di Colpi di Scena 2020.
In realtà il festival si sarebbe dovuto svolgere a fine giugno, nelle date consuete che lo caratterizzano, ma l’emergenza Covid ci aveva spaventato e fatto desistere. Abbiamo sentito la necessità e il bisogno di riprendere Colpi di Scena a settembre per dare un segnale a noi stessi, alle città, ai teatri, alle scuole e a tutto lo spettacolo dal vivo in generale. In questo l’Amministrazione ci ha sostenuto e affiancato. Se in Emilia-Romagna ci sono 5 dei 27 Centri di Produzione Teatrale italiani e tante compagnie, non sarà un caso: vuol dire che su questo territorio gli artisti, gli enti locali e la Regione medesima hanno investito da anni.
Nonostante il periodo di blocco forzato ci sono molte prime in questa edizione di Colpi di scena, anche di compagnie che non creano sempre in questo settore, penso a Fanny & Alexander, Socìetas, l’Argine, Alter Balletto…
Sintomo della vitalità del teatro per giovani e ragazzi?
Sì! Il teatro ragazzi e il teatro contemporaneo, a cui noi in questo festival riserviamo uno sguardo approfondito, hanno sempre dimostrato di essere specchio del nostro tempo. Ma c’è un altro dato: molti di questi spettacoli erano pronti per debuttare durante il periodo di clausura. Una clausura e chiusura forzate, non certo una scelta individuale ma una condizione collettiva e coatta. Era giusto per noi che un festival come Colpi di Scena avesse per gli artisti e per i tanti (ma contingentati) operatori che saranno ospiti il significato di una volontà di ripartenza.
Ci saranno anche i bambini come spettatori al festival?
Certo, ci saranno anche i bambini ma nel rispetto scrupolosissimo delle normative anti-Covid. Perché noi vogliamo e pretendiamo che i teatri siano luoghi “sicuri”, in cui trovare rifugio per gli appetiti troppo a lungo sopiti della fantasia e della mente.
Avete centrato la scelta degli spettacoli sull’attualità (ecologia, diversità e integrazione) e sulle riletture di classici, volete raccontarci meglio i motivi di questi temi e le modalità in cui sono stati affrontati dagli artisti?
È cifra specifica del teatro ragazzi d’innovazione: affrontare temi attuali e sociali, occuparsi di formazione e non di solo intrattenimento. I temi d’attualità sono del resto presenti anche in moltissime produzioni di Accademia Perduta come La Classe (che parla di emarginazione giovanile) o L’abisso di Davide Enia. Siamo sempre sensibili e attenti ai temi della contemporaneità, pertanto gli spettacoli proposti a Colpi di Scena rispecchiano questa sensibilità e questa attenzione.
Quali sono i linguaggi prevalenti negli spettacoli che saranno presentati al festival? Ci sono aspetti che evidenziano una “tendenza” teatrale del periodo?
La tendenza non sta tanto nel linguaggio ma nelle ampie possibilità di espressione: il teatro ragazzi è forse il “settore” che consente oggi i più ampi e liberi spazi di ricerca, innovazione, sperimentazione. I linguaggi e le espressioni artistiche presenti sono tanti, dal teatro d’attore, di narrazione, di figura, fino al teatro d’ombre e alla danza contemporanea.