RENZO FRANCABANDERA | Va in scena a Cagliari fino al 18 ottobre con due repliche giornaliere alle 18:30 e alle 21:00 nei suggestivi spazi di Sa Manifattura, lo spettacolo site specific Cosa Rimane? di Impatto Teatro, all’interno del progetto Storie di Manifattura. La rappresentazione conclude prima parte del percorso creativo cui l’associazione di promozione sociale Impatto Teatro lavora da tempo, nel tentativo di ricostruire il passato, il presente e il futuro dell’ex Manifattura Tabacchi, luogo antico e importantissimo per la città di Cagliari. Su questa realtà ex industriale si innesta il progetto della compagnia, fondata da Galici nel 2002.
L’idea di fondo della creatività del regista è da sempre quella di annullare le divisioni tra palco e platea, l’abbattimento della quarta parete con attori e spettatori che si mescolano per arrivare a creazioni collettive in cui si è tutti partecipanti, parte di un rituale-festa. Dopo aver lavorato per sei anni al Teatro Stabile della Sardegna, dal 2013 Galici ha collaborato come free lance con diverse compagnie tra cui il Teatro de los Sentidos di Barcellona con cui ha realizzato l’ultimo spettacolo all’interno del Festival Teatralia di Madrid (2016).
A distanza di quasi vent’anni, pur essendo cambiati diversi componenti – e avendo spostato la sede da Roma a Cagliari – Impatto Teatro continua la sua ricerca, approfondendo il lavoro con lo spettatore attraverso le lezioni di teatro sensoriale cui l’artista ha dedicato anni di formazione, collaborando negli ultimi anni anche con ASMED e Abaco Teatro e portando in scena spettacoli multidisciplinari che coinvolgono professionisti e non professionisti.
Lo story telling performativo-esperienziale appositamente pensato per Sa Manifattura, l’ex manifattura tabacchi nel centro di Cagliari, luogo a lungo lasciato in abbandono e di recente restaurato, discende da questo percorso formativo di Karim Galici, regista e artista promotore dell’iniziativa. Grazie ad un lungo lavoro di studio e di ricerca con le testimonianze di chi per tanti anni ha lavorato all’interno della struttura, si è riusciti a ricostruire l’anima della fabbrica e a trasformare questi ricordi in memorie, rappresentate e messe in scena in un itinerario dentro il complesso architettonico, che viene così reso accessibile a tutta la cittadinanza: un viaggio che permette di scoprire la vera essenza di questo luogo, di recente restituito alla comunità e diventato tra le altre cose, contenitore per le arti.
Una storia, quella di questo luogo importante per la città, che inizia verso la fine del Quattrocento, quando i frati minori osservanti scelsero di edificare il loro convento, nella parte bassa del quartiere Marina lungo la muraglia situata nell’odierno Viale Regina Margherita. Il convento fu per gran parte distrutto il 22 agosto del 1717 in seguito agli attacchi spagnoli, tanto che fu solo un secolo dopo, nel primo decennio dell’Ottocento che nei locali ristrutturati dell’ex convento venne avviata la Manifattura Tabacchi, passata poi nel 1868, sotto il controllo di una società denominata Regia, divenuta gestore della Manifattura, che immise sul mercato i sigari toscani le cui vendite ebbero un riscontro talmente positivo che i Savoia acquisirono direttamente la fabbrica per passare in seguito all’Unità d’Italia, nel 1884, allo Stato.
L’ex fabbrica cagliaritana di viale Regina Margherita diventa così in un universo di piccole grandi storie di chi lì dentro ha vissuto. Per questo intervento a Sa Manifattura, luogo passato ad essere da convento a fabbrica di sigarette e sigari, fino a diventare da poco tempo un hub di innovazione culturale gestito da Sardegna Ricerche, in scena ci sono, oltre ad attori e danzatori professionisti, anche i partecipanti alla Masterclass di danza e gesto sonoro e al workshop di recitazione e linguaggi sensoriali, diretti oltre che dal regista dalla danzatrice e coreografa Caterina Genta.
L’intreccio fra lavoro, figura femminile e indipendenza in questo luogo ha una sua concentrazione emblematica: Sa Manifattura fu una delle prime fabbriche di Cagliari, a fornire un impiego stabile e una remunerazione certa ai primi dipendenti “statali” della Sardegna, compresa la manodopera femminile che beneficiò di questo contesto economico e iniziò a percepire salari piuttosto elevati, rispetto agli stipendi medi del proletariato femminile dell’epoca.
E anche questo progetto vuole in qualche modo ripercorrere gli stessi passi: l’apertura alla cittadinanza è rimarcata dalle tante realtà pubbliche e private che hanno contribuito al progetto, dalla collaborazione con il Liceo Artistico di Cagliari i cui gli studenti hanno contribuito alla realizzazione del progetto, al tutoraggio con la scuola curato da Roberta Vanali.
Dopo la crisi fra fine secolo scorso e inizio di questo, con la chiusura dello stabilimento, la riconversione del complesso, questa performance cerca di restituire una narrazione ulteriore e profonda del luogo, dell’arte, del tempo contemporaneo della città, che si unisce alla storia e la ripensa.
Qui alcune immagini della performance, tratte da Facebook.
COSA RIMANE?
dal 14 al 18 ottobre con due repliche giornaliere alle 18:30 e alle 21:00.
In ottemperanza alle normative anti-Covid ogni spettacolo potrà contenere un massimo di 14 persone e alcune date sono sold out, ma vi è ancora la possibilità di potersi prenotare per assistere a questo spettacolare evento.
info: 3282329930.
prenotazione obbligatoria.
Per prenotarsi è necessario scrivere nome, cognome e contatto telefonico alla mail: storiedimanifattura@gmail.com.