LAURA BEVIONE | Era il 1982 quando il CID – Conseil International de la Danse – dell’Unesco volle riconoscere il 29 aprile – data di nascita di Jean-Georges Noverre, creatore del balletto moderno – quale Giornata Mondiale della Danza, con l’obiettivo di sottolineare il valore dell’arte della danza come «linguaggio universale che unisce i popoli al di là di confini e differenze di qualsiasi natura». Di quello stesso CID fu membro dal 1976 – e per un certo periodo anche vicepresidente – Susanna Egri che insieme a Raphael Bianco con cui co-dirige la compagnia EgriBiancoDanza, da qualche anno celebra questa giornata con un Gala della Danza, organizzato lo sorso anno e di nuovo in questo 2021 in diretta streaming, testimoniando la volontà di non rinunciare a questo significativo appuntamento.
Una granitica costanza testimoniata dallo stesso Bianco: «la consuetudine di celebrare questa giornata dedicata alla danza è stata da sempre fortemente voluta dalla nostra presidente Susanna Egri. Sono felice di perpetuarla nel tempo, e oggi più che mai, in questo momento di profonda incertezza ma allo stesso tempo di desiderio di ritornare sulle scene».
Ecco, dunque, che, in collaborazione con la Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani, il coreografo si è prodigato per avere sul palco, insieme ovviamente ai propri danzatori, «gli artisti e le compagnie di danza professionali del nostro territorio che investono risorse e vivono di danza, che stanno subendo la difficilissima clausura di questi mesi. Siamo insieme a condividere questa giornata e questo non può che darci gioia ed essere di buon auspicio per una nuova rinascita e nuove opportunità di vivere la danza».
Una visione del ruolo dell’arte e della danza nella complessa contingenza condivisa pure dall’altro fondamentale partner del Gala, ossia Piemonte dal Vivo-Lavanderia a Vapore, che per celebrare la giornata Unesco della danza ha promosso una vera e propria maratona online con spettacoli e interviste conclusa appunto con l’evento promosso dalla EgriBiancoDanza e così descritta dal suo direttore Matteo Negrin: «per noi la giornata Unesco della Danza rappresenta da anni un appuntamento importante, in cui i cittadini si incontrano in piazza grazie al progetto collettivo Danzare la memoria, ripensare la storia. Per il secondo anno questo non è possibile, ma grazie al digitale vogliamo provare a mantenere viva questa relazione, in attesa di poterla celebrare nuovamente».
Ecco dunque che, nella sala grande della Casa Teatro Ragazzi e Giovani, la vostra cronista teatrale, in compagnia di un’altra giornalista torinese, ha potuto assistere alla diretta del Gala, godendo non soltanto del privilegio di vedere “dal vivo” le performance dei danzatori coinvolti ma anche di testimoniare delle tecniche e delle abilità richieste dallo streaming.
Intervallate dalle interviste a direttori artistici – Raphael Bianco ma anche il succitato Negrin e il padrone di casa, Emiliano Bronzino e a coreografi come Paolo Mohovic, Viola Scaglione e Stefano Mazzotta ma pure a Cristiana Candellero, presidente dell’associazione di videodanza COORPI – si sono susseguite le esibizioni scelte dalle compagnie coinvolte per celebrare l’arte della danza e per sottolinearne la capacità di rispecchiare, pur nell’apparente astrattezza del suo linguaggio, umori e sentimenti della realtà in cui si trova a essere creativamente praticata.
Introdotte da due opere di video danza proposte dall’Associazione COORPI – Wasteplanet, diretto da Susanna della Sala e Anche meno di Valentina Corrado – sul palco della Casa Teatro si sono avvicendate Ekodance, con un estratto da Del portar la voce al cor/Farinelli alla corte del re coreografato da Paolo Mohovic; Zerogrammi con Elegìa. A small picture on lost things con la coreografia di Stefano Mazzotta; il Balletto Teatro di Torino con un estratto da Kiss me hard before you go, coreografato da Jose Reches; e infine EgriBiancoDanza con Apparizione #5, uno dei sei quadri che compongono Apparizioni, spettacolo che «sollecita la fantasia degli spettatori proponendo una riflessione su ciò che appare e scompare ai nostri occhi in forma concreta o impalpabile presentando una danza priva di narrazione ma profondamente intrisa di significati, in parte oscuri e misteriosi».
Una performance, quella disegnata da Raphael Bianco per i suoi danzatori, che accosta, per la maggior parte del tempo simultaneamente, sullo stesso palco, un assolo, un duetto e un terzetto, accomunati da disorientamento e sbalordimento, da subitanea frenesia e incredula esplorazione di una realtà che non si riesce più a riconoscere. Quindici minuti tesi e pulsanti, inquieti e increduli, davvero specchio – anche se forse non del tutto consapevole e proprio per questo tanto più rivelatore – dell’inusitato frangente storico che stiamo vivendo.
Uno stupore ansioso che i danzatori della EgriBiancoDanza condividono con i colleghi che li hanno preceduti: l’incredulità e il timore di trovarsi di nuovo su un palcoscenico per esibirsi e non soltanto per provare e, allo stesso tempo, la consapevolezza dell’assenza di un pubblico reale in platea – una decina di addetti ai lavori non può contare – ma della viva presenza di spettatori aldilà del piccolo monitor della videocamera…
Sensazioni e sentimenti potenti e contrastanti che inevitabilmente attraversano la danza, donandole una sostanza viva e un’urgenza palpitante che paiono proclamare che quest’arte debba essere celebrata non perché museale manufatto umano bensì quale proteiforme espressione di quanto si muove oggi nelle nostre anime fragili.