LAURA BEVIONE | Dopo l’edizione necessariamente “diffusa” e online dell’anno passato, il festival internazionale di danza contemporanea Interplay – creato e diretto da Natalia Casorati – è tornato ad animare i palcoscenici torinesi – pur conservando alcuni appuntamenti in streaming. Inaugurata il 19 maggio con l’assolo Some other Place di Sara Sguotti e dall’immarcescibile Graces di Silvia Gribaudi, la rassegna prosegue fino al 22 giugno, proponendo anche prime di artisti nazionali e internazionali di vaglia, quali Igor e Moreno e l’israeliano Roy Assaf (il programma è consultabile sul sito www.mosaicodanza.it).
E un debutto nazionale è stato quello della nuova performance che Chiara Bersani ha creato con e per Matteo Ramponi e intitolato Il canto delle balene. Una première introdotta da una breve azione multimediale messa in atto negli spazi esterni della Lavanderia a Vapore di Collegno (Torino) e mirata a lasciare sul muro che li delimita un “segno” duraturo e pregnante: ecco, dunque, che la pittrice polacca Gosia Turzeniecka realizza live un ritratto di Chiara Bersani, ubbidiente modella accomodata sul prato. Il viso della coreografa e performer – sorridente e malinconico, mite e determinato – prende così forma e, accanto al ritratto di Daniele Ninarello tracciato lo scorso anno, costituisce l’esordio di una sorta di galleria all’aperto di “uomini e donne illustri”.
Gli spettatori, poi, sono invitati a entrare in sala ma, prima, devono dotarsi di cuffie o auricolari e scaricare con un QRcode quella che sarà la “colonna sonora” della performance, un eterogeneo fluire di suoni in presa diretta ed elettronica, classica e ambient che è possibile scegliere di ascoltare per tutta la durata dello spettacolo ovvero di spegnere per immergersi nel silenzio dello spazio teatrale. Quest’ultimo è ampliato allo stesso palcoscenico, occupato da sedie debitamente distanziate, così da costituire una sorta di continuum della gradinata e offrendo al pubblico la possibilità di individuare il luogo – dall’alto oppure in una dimensione orizzontale – da cui seguire una performance che si rivelerà immersiva e intima.
Un lavoro cui si assiste insieme e, allo stesso tempo, da soli: certo gli spettatori si osservano e si scambiano sguardi eppure sono anche isolati in una singolare bolla sensoriale e meditativa. A ciascuno è offerta così l’opzione di modellarsi una propria personalissima modalità di fruizione che, forse, non esclude la possibilità di distrarsi e immergersi in pensieri altri.
Lo spettatore, d’altronde, è al centro di una creazione fondata proprio sulla «capacità di svanire del performer Matteo Ramponi», il quale si muove lento fra gradinata e platea; si guarda attorno; compie minimi movimenti delle braccia e del viso, sperimentando le molteplici possibilità della fisiognomica; si siede, attendendo un invisibile visitatore ovvero un’impossibile epifania. Una performance incentrata sul rallentamento e sull’ascolto, del danzatore in scena ma, in primo luogo, di sé stessi.
Una richiesta di coinvolgimento attivo del pubblico che la performance di Chiara Bersani condivide con Hyenas – sottotitolo Forme di minotauri contemporanei – coreografia che Michele Abbondanza e Antonella Bertoni hanno costruito insieme ai cinque giovani danzatori in scena. Suggestive e inquietanti maschere da pecore e caproni nascondono per la maggior parte del tempo i volti degli interpreti che, sul palcoscenico spoglio, danno vita a un “ballo in maschera” – o, meglio, a un rituale di riconoscimento e di rispecchiamento – quasi inconsapevolmente mirato ad acquisire conoscenza di sé e del proprio ruolo nel mondo.
Impegnati in coreografie collettive e in assoli, togliendosi a tratti la maschera così da tentare di guardarsi con coraggio allo specchio, i cinque performer sperimentano nuove modalità di abitare il palco/mondo e coniano un possibile idioletto che li distingua immediatamente dal resto della comunità. Frenesia e lentezza, vorticosità e ricerca di distinta minimalità e, soprattutto, l’esitante gesto di togliere la maschera così da offrirsi con la propria vera identità, orgogliosi pure delle proprie imperfezioni, dei propri lineamenti ferocemente irregolari da giovani “iene” – da qui il titolo, hyenas.
“Giovani minotauri”, creature felicemente ibride che si tramutano in iene, non tanto perché feroci ma in quanto, infine, temerariamente disinvolti nel palesare quelli che la società giudica difetti e irregolarità da celare e, nondimeno, segni particolarissimi che definiscono l’individualità di ciascuno, senza maschera.
Una consapevolezza raggiunta che si oggettivizza in una coreografia precisa e potente, cui ognuno dei cinque giovani e instancabili performer riesce a regalare un proprio originalissimo tocco.
IL CANTO DELLE BALENE
di Chiara Bersani
consulenza drammaturgica Marco D’Agostin
luce e scena Valeria Foti
suono F. De Isabella
partecipazione alla creazione sonora Ilaria Lemmo
video Alice Brazzit
coach Marta Ciappina
styling Greta Rizzi
mentoring Alessandro Sciarroni
interprete Matteo Ramponi
HYENAS
Forme di Minotauri contemporanei
di Michele Abbondanza, Antonella Bertoni
coreografie in collaborazione con i danzatori Marco Bissoli, Eleonora Chiocchini, Cristian Cucco, Ludovica Messina, Francesco Pacelli
disegno luci e direzione tecnica Andrea Gentili
elaborazioni musicali e collaborazione al progetto Tommaso Monza
collaborazione alla drammaturgia Danio Manfredini
realizzazione maschere Nadezhda Simeonova
interpreti Sara Cavalieri, Cristian Cucco, Ludovica Messina, Francesco Pacelli, Serena Pedrotti
produzione Compagnia Abbondanza/Bertoni; con il sostegno di MiBACT- Direzione generale per lo spettacolo dal vivo, Provincia autonoma di Trento – Servizio attività culturali, Comune di Rovereto – Assessorato alla cultura, Fondazione cassa di risparmio di Trento e Rovereto
Lavanderia a Vapore, Collegno (TO), 20 maggio 2021
Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, Torino, 1 giugno 2021