LAURA BEVIONE | Elena Recanati nacque a Torino nel 1922: la sua vita si prospettava serena e fecondata da semi di futura felicità. Ma Elena nacque in tempi storti, ognora più cupi e tragici, in particolar modo per chi, come la sua famiglia, apparteneva alla “razza” giudicata dallo stesso stato italiano parassita e dunque da estirpare…
La storia di Elena – nascosta con il marito Guido e il figlio Massimo, appena neonato, a Torino; arrestata e separata dai familiari e deportata in campo di concentramento; sopravvissuta grazie al buon cuore di un ufficiale tedesco presto eliminato dai suoi; ritornata in Italia e decisa tanto a non dimenticare, quanto a non sprecare quel dono meraviglioso della vita che pur nella tragedia le era stato concesso – è ispirazione e cuore dello spettacolo che Barbara Altissimo ha creato a partire dal 2018 e che avrebbe dovuto andare in scena nel maggio dello scorso anno.
L’emergenza pandemica ha costretto la regista torinese non soltanto a rimandare di un anno il debutto del proprio lavoro; ma soprattutto a ricomporlo, dovendo rinunciare alla presenza sul palcoscenico sia degli anziani ospiti del Cottolengo – alcuni di loro compaiono in un video color seppia nella prima parte dell’allestimento – sia dei giovani under 25, affiatate compagini protagoniste di precedenti progetti di Altissimo – rispettivamente Polvere (2011-2015) e In Verdis (2016-2019) – e attivamente coinvolti anche nella costruzione di questo Luce26692.
Ecco, dunque, che, sul palco della Casa Teatro Ragazzi e Giovani, dove lo spettacolo ha esordito lo scorso 10 giugno, la scena – delimitata da piccoli giocattoli colorati – risultava stranamente vuota rispetto a quanto Barbara ci ha abituato. Gli interpreti “in presenza”, infatti, sono soltanto cinque: l’attrice Anna Stante, delicata ed empatica interprete di Elena; le piccole Irene Ricciotti e Amalia Scotti, che incarnano l’innocenza e la “luce” mai estinta della protagonista; – e Didie Caria, una sorta di narratore o corifeo, un po’ affabulatore e un po’ testimone partecipe di quanto avviene.
Ed è proprio lui, musicista e cantante di vaglia ma anche attore, ad aprire lo spettacolo, comparendo in platea, fra gli spettatori, a mo’ di brillante entertainer con giacca ricoperta di lustrini e tuba nera. Caria introduce la protagonista: una bambina che sogna di fare la “ricercatrice” e vive serena con la famiglia a Torino; la scuola e i viaggi – a Venezia con il fratello, dove si gode un aperitivo da Cipriani – l’incontro/colpo di fulmine con Guido…
Un’esistenza serena e piena di promesse che la Seconda Guerra Mondiale e l’Olocausto interrompono. La vicenda di Elena, nondimeno, testimonia come, pur nella banalità del male, possa sopravvivere il bene: la suora che mette in salvo il piccolissimo Massimo, l’ufficiale tedesco… E, ancora, evidenzia come sia possibile riemergere dal baratro ancora pieni di speranza e fiducia anziché disperazione e livore.
Altissimo ed Emanuela Currao, curatrice della drammaturgia, cuciono il proprio spettacolo proprio ricorrendo al filo sottile ma tenace della speranza e dell’umanità, non edulcorando la tragedia ma neppure lasciando che essa oscuri i germi di bontà e di grazia che essa vorrebbe seccare. Una tonalità armoniosa e “leggera” che riesce efficacemente a dipingere un’esistenza, quella di Elena Recanati, unica e allo stesso tempo paradigmatica di un periodo storico tanto nefasto quanto inopinatamente capace di rivelare in alcuni un istinto di sopravvivenza non meramente biologico-materialistico.
Ecco, allora, che lo spettacolo, coinvolgendo e infine commuovendo gli spettatori, riesce a regalare loro una concreta “luce” di fiducia anche in questo presente che vorrebbe diventare un futuro più umanamente consapevole: lieve e concentrato, spontaneo e serissimo, come la danza finale, guidata dal giovane Tommy Crosaro – uno dei protagonisti di Blume, il lavoro precedente di Barbara Altissimo – con le tre Elena – Anna, Amalia e Irene – e il canto di Didie. Un vero inno alla vita e alle infinite risorse degli esseri umani…
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creazione e regia Barbara Altissimo
drammaturgia Emanuela Currao
musiche originali e progetto sonoro Didie Caria
disegno luci e spazio scenico Massimo Vesco
costumi Alessia Panfili
video Fabio Melotti
interpreti Anna Stante, Didie Caria, Irene Ricciotti, Amalia Scotti, Tommy Crosara
con la partecipazione di Renato Alessandria, Giovanni Bina, Remo Gardano, Paolo Mantovani
produzione LiberamenteUnico
Casa Teatro Ragazzi e Giovani
Torino, 10 giugno 2021