EUGENIO MIRONE | Un settembre da incorniciare quello di Federica Fracassi, che appena insignita del riconoscimento Le maschere del teatro come migliore attrice per Le sedie di Ionesco e del premio Hystrio 2021 all’interpretazione, torna a proporre, in qualità di ideatrice drammaturgica, Variazioni Furiose: adattamento in corpo e voce, diviso in tre “movimenti”, dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, con la regia di Renzo Martinelli. Lo spettacolo, andato in scena già quest’estate nel cortile della biblioteca Sormani, inaugura la stagione teatrale 2021/2022 del Teatro i nell’altrettanto suggestiva ambientazione dei chiostri della chiesa di Santa Maria alla Fontana, adiacenti al teatro omonimo.
«Dalla polvere accademica sotto cui era sepolto, l’Orlando Furioso è tornato a vivere tra la gente» scriveva Franco Quadri sulla rivista Panorama, il 17 luglio 1969, riferendosi all’Orlando Furioso di Ronconi, l’emblematico spettacolo che lanciò la carriera del celebre regista e che ha ispirato anche questo lavoro.
Al rintocco delle campane della chiesa, edificata nel XVI secolo sopra una fonte dall’acqua, secondo le credenze, taumaturgica, le parole di Quadri tornano ad avverarsi e, quasi per miracolo (d’altro canto il luogo infonde un’aura magica), alcuni dei celebri personaggi del poema ariostesco tornano a rivivere le loro avventure davanti agli occhi degli spettatori.

Foto di Lorenza Daverio

In scena insieme a Fracassi ci sono Woody Neri e Alessia Spinelli (ma è possibile trovare come loro sostituti rispettivamente Valeria Perdonò e Francesco Martucci; una scelta sensata, adoperata per permettere a ogni attore di partecipare a più progetti in seguito al lungo periodo di inattività dovuto all’emergenza sanitaria). I tre attori, in posa come cartonati, spiccano al centro di una scena che, per la ricca presenza di oggetti, pare il laboratorio di un artigiano: un paio di corazze sono appoggiate a una panca di legno, di fianco due elmi e, infine, appeso sopra a un supporto ligneo, un manto variopinto illumina il fondale. Vestiti con una tuta da lavoro e cinti da una vistosa gorgiera, sono loro gli addetti incaricati di ridare vita ai personaggi delle ottave ariostesche.

Nel primo dei tre movimenti in cui è divisa la pièce si seguono le vicende del primo canto del poema che comincia dalla fuga di Angelica dal campo cristiano. Rinaldo-Fracassi e Ferraù-Neri, indossate le rispettive armature, inscenano il primo duello del poema in una danza che ricorda movenze da pupi siciliani. Dopo pochi versi ecco subito un nuovo scontro: in proscenio questa volta un Sacripante-Neri viene disarcionato da un paladino misterioso, si tratta di Bradamante (Fracassi) tutta risplendente nella sua armatura bianca.
La magia è, invece, la protagonista del secondo movimento. Mentre l’atmosfera si riscalda grazie alle note più gravi del violino di Piercarlo Sacco, il mago Atlante (Neri), coperto da un manto e un copricapo esotico, cerca di ostacolare senza successo Bradamante giunta per liberare Ruggero dalla prigione magica in cui il maliardo lo tiene prigioniero.
Il tema centrale del terzo movimento, la follia, viene sviluppato all’interno dei due episodi più celebri dell’intero poema: la follia di Orlando e il viaggio di Astolfo sulla luna. I versi di disperazione di Orlando, interpretati in maniera pulsante da F. Fracassi, infiammano la scena; poco dopo, in un’atmosfera sospesa, i tre attori ripercorrono in lettura le ottave dell’impresa lunare di Astolfo compiuta per recuperare il senno di Orlando.

Foto di Lorenza Daverio

Nello spazio scenico, insieme agli attori si destreggiano abilmente anche Piercarlo Sacco e Daniele Richiedei (anche loro alternati durante la settimana di rappresentazioni). I due violinisti sono esecutori di un commento musicale, ideato dallo stesso Sacco, sempre vivo e mai oppressivo, liberamente ispirato a diversi compositori tra cui J.S. Bach, C. Boccadoro e P. Glass. L’atmosfera sonora dello spettacolo è, inoltre, restituita dalla musicalità dei versi delle ottave ariostesche, le quali vengono plasmate dalla straordinaria abilità vocale dei tre attori in un vero e proprio “oratorio di voci”, come definito dalla stessa Fracassi in un articolo per la Stampa. Un lavoro encomiabile, sintomo di grande rispetto verso un testo appartenente a un genere, quello del poema cavalleresco, fortemente radicato sin dalle origini nella tradizione canterina.

Martinelli con una regia apparentemente semplice ma ben calibrata riesce a dar corpo all’elaborazione drammaturgica di Federica Fracassi; i due direttori artistici della compagnia milanese decidono di portare in scena, tra gli altri, personaggi femminili molto forti, tra i quali spicca senz’altro l’Angelica “anticonvenzionale” di Alessia Spinelli.
Degno di lode il lavoro di ricerca e modulazione vocale dei tre interpreti, Woody Neri in primis, in grado di variare in corso d’opera dalla voce stridula di un Sacripante pauroso a quella cavernosa di un Atlante a tratti rockstar.
Risulta poco chiara la resa impacciata degli attori nella prima metà dello spettacolo, in netto contrasto con il tono più serio degli episodi della follia. Una piccola carenza di fluidità tra un inizio molto movimentato e un finale a tratti “anestetizzato”, inoltre, amplifica ulteriormente questa cesura.
Piccoli aghi in un pagliaio d’oro prezioso, perché, del resto, il contributo di coloro che scelgono di leggere e interpretare opere di questo genere davanti a un pubblico non può che essere di valore inestimabile. Un’operazione tanto semplice, ma che è l’essenza stessa del teatro e che, mai come ora, apprezziamo nuovamente in tutto il suo valore.

VARIAZIONI FURIOSE

elaborazione drammaturgica di Federica Fracassi
collaborazione al progetto Massimo Luconi
regia di Renzo Martinelli
con Federica Fracassi/Valeria Perdonò, Woody Neri/Francesco Martucci, Alessia Spinelli
commento musicale a cura di Piercarlo Sacco
musiche eseguite dal vivo al violino da Piercarlo Sacco/Daniele Richiedei
costumi Gianluca Sbicca
luci Mattia De Pace
fonico Alessandro Levrero
produzione Teatro i
con il sostegno di Next Laboratorio delle Idee

Milano, Chiostri-Teatro Fontana
9 settembre 2021