ANNALISA GURRIERI | «Scomunicati, frivoli, crudeli, empi, blasfemi, sciupafemmine»: tra un colpo di violino e l’altro, questo susseguirsi di insulti apre la non troppo fredda serata del 9 ottobre 2021 ai Bagni Misteriosi di Milano. Un’ultima parola, pronunciata in modo lapidario, sancisce quell’elenco: «attori». Cala il silenzio.
Alessio Boni sale sul palcoscenico indossando una camicia con le maniche a sbuffo e un gilet color oro. La scenografia disseminata tra il palco e il prato ci guida alla comprensione: dalla scena pendono drappi rossi e tende dorate, sopra e sotto sono poggiate cassepanche da cui escono cappelli piumati, spade, mantelli e camicie. Ogni cosa parla chiaro: siamo nel XVII secolo.
Si apre così L’uomo che oscurò il re Sole al Teatro Franco Parenti, regia e testo di Francesco Niccolini. Un energico Alessio Boni, con Alessandro Quarta instancabile musicista, in un’ambientazione visiva e sonora che riporta indietro di quattro secoli, delinea i tratti della storia di un uomo, attore e drammaturgo, e del segno profondo e inconfondibile lasciato nel teatro francese e nella Parigi del XVII secolo: Jean-Baptiste Poquelin, o meglio Molière.
La sua vita di uomo e di artista è ripercorsa in ordine cronologico, senza tralasciare nessun incontro, nessun aneddoto, nessuna sensazione: dalla nascita alla morte, dal primo insuccesso all’ultimo successo, passando per l’amicizia con Luigi XIV, il re Sole, e le relazioni d’amore con Madeleine e Armande Béjart.
Molière nasce nel 1622, quando «Parigi è la città più vitale d’Europa». La passione per il teatro che da sempre aveva abitato in lui si trasforma in ragione di vita dal momento in cui si unisce alla famiglia dei Béjart. Con Madeleine Béjart inizia una relazione, insieme fondano l’Illustre Théâtre e «Da quel giorno, 30 giugno 1643, lui fu Molière».
In questi anni Molière entra anche in contatto con l’attore italiano Tiberio Fiorilli, che sarà un suo grande maestro, il loro scambio rappresenterà una vera a propria cintura tra la commedia dell’arte italiana e il teatro de l’âge classique. Inizia una vita dedicata interamente al teatro, un’esistenza ricca di fughe da Parigi, di trionfi e di fallimenti.
Alessio Boni, seduto dietro un leggio, modella voce e volto per restituire emozioni, sensazioni non solo di Molière ma di tutte le persone che hanno gravitato intorno alla sua esistenza e alla sua attività di attore e drammaturgo, in maniera più o meno intima. Dalla sua relazione con Madeleine Béjart a quella controversa con Armande Béjart, dai borghesi con i quali si scontra a causa delle sue opere teatrali irriverenti allo splendente re Sole. Proprio l’amicizia con il re Luigi XIV è stata un porto sicuro del Molière ostinato e caparbio, artefice dei suoi insuccessi così come dei suoi successi.
Jean-Baptiste non si faceva scrupoli a ridicolizzare medici e borghesi, arcivescovi e donne, suscitando da un lato il riso di migliaia di francesi, dall’altro il furore della classe dirigente, ma poteva sempre contare su di lui, su Luigi XIV che, sin dal primo momento, «soffia sul germe incendiario di Jean Baptiste». E come biasimarlo!
Forse Luigi XIV era stato uno tra i pochi capaci di vedere, prima del tempo, il patrimonio che Molière avrebbe lasciato al teatro francese ed europeo. Ha visto in lui l’anticipatore del teatro borghese, colui il quale dà il via al teatro che presto susciterà nella borghesia il piacere di vedersi rappresentata, ha riconosciuto in Molière il motore di un mutamento di sguardo determinante per la storia del teatro.
Non furono pochi gli scandali di cui Molière fu protagonista, tra questi la rappresentazione del Tartufo nel 1664, le cui repliche furono sospese, o ancora quella successiva del Don Giovanni, fino ad arrivare al Misantropo. Jean-Baptiste «vuole impietosamente portare in scena le malattie della città», ma la Chiesa e la borghesia della capitale francese si sentono sbeffeggiate senza sconti, toccate nel profondo dei loro vizi e imbrogli.
Il pubblico a bordo piscina nello spazio all’aperto del teatro milanese spesso ride, si diverte dietro alle sbadataggini di Jean-Baptiste e alle imitazioni di Boni che, con la sua abilità mimica, ci pone di fronte Molière, i medici con cui si scontra, le donne di cui si innamora. Non manca infatti l’emozione che arriva chiara con la profonda dichiarazione d’amore di Jean-Baptiste nei confronti della sua amata e odiata Armande: le perdona tutti i tradimenti e tutte le mancanze in maniera elegantissima; e allo stesso modo la restituisce Boni.
Tra scandali, insuccessi, gloria e amori Alessio Boni, come un narratore onnisciente, che tutto sa ma che svela a poco a poco, ci proietta dentro l’interiorità di Molière, nelle sue relazioni quotidiane fino alla sua malattia.
È il 17 febbraio 1673, va in scena la quarta replica de Il malato immaginario. Lo spettacolo è strepitoso, ma subito dopo lo stato di salute di Molière si aggrava e nella notte, accanto ai suoi affetti più cari, pieno dell’apprezzamento del pubblico francese, lottando anche in punto di morte con l’ostilità della borghesia e della Chiesa, si spegne una figura iconica, un attore, comico e drammaturgo cardine del teatro de l’âge classique.
Molière muore in scena, come raramente capita a quelle persone che hanno dedicato la loro intera vita al palcoscenico, che se ne sono a propria volta nutriti e impregnati. Molière, insieme con la fama e il prestigio, si porta dietro quella lista di insulti che non mancavano mai di rivolgergli in vita ma che confluiscono in una professione e stile di vita che non ha mai rinnegato e ai quali non ha mai smesso di rendere onore.
Gli spettatori apprezzano così tanto che alla fine della replica Quarta e Boni ripropongono il bis della dichiarazione.
Grande è la complicità tra attore e musicista.
Durante i ringraziamenti Boni rivela che lo spartito di Quarta sono le parole, non c’è nessuna nota scritta: sulla base delle parole si diletta tra ritmi e strumenti totalmente diversi l’uno dall’altro. Ecco che, guidati da un genio, un attore determinato e un musicista abilissimo riescono a raccontare senza edulcorare, per far conoscere, emozionare e stupire per storie che non si finiscono mai di scoprire.
Alla fine il cerchio si chiude esattamente con le stesse parole con cui si era aperto: «scomunicato, frivolo, crudele, empio, blasfemo, e solo un attore».
L’uomo che oscurò il Re Sole
Testo e regia Francesco Niccolini
Con Alessio Boni, Alessandro Quarta
Suono Andrea Lepri
Luci Giuseppe Di Lorenzo
Produzione Infinito e Alessio Boni, Alessandro Quarta e Francesco Niccolini
Milano, Bagni Misteriosi, Teatro franco Parenti
9 ottobre 2021