LILIANA TANGORRA | Dal 29 marzo al 3 aprile il Teatro Stabile di Catania ha ospitato Amore del regista Pippo Delbono. La lettura del titolo potrebbe immediatamente indurre il lettore, in maniera quasi pregiudizievole grazie all’enormità di opere dedicate al tema, a pensare che l’argomento possa risultare prevedibile o retorico, ma straordinariamente nel caso di Amore, così non è.
La scena si apre con una scatola rossa caratterizzata solo da un elemento scenico, un albero spoglio – frutto dell’immaginazione della scenografa Joana Villaverde – con una musica che riporta la nostra mente al fado, il famosissimo genere musicale popolare portoghese, con note trascinate, strofe improvvisate e armonie in tono minore, che evoca la saudade, la melanconia, sentimento dettato soprattutto dalla condizione dell’abbandono.

Amore – foto di Luca Del Pia

Il vero filo conduttore in questo spettacolo è pienamente definito per l’appunto dalla melanconia ed è proprio Delbono che, con la sua famosa e incisiva interazione con la scena per il tramite della voce fuoricampo, confessa che lo spettacolo è nato da una personale e drammatica esperienza luttuosa. La perdita della persona amata diventa presenza, assenza, dolore, attesa, confine e transizione.
Lo spettacolo è suddiviso in più scene che passano dalla pura melodia melanconica definita dalla penetrante voce di Miguel Ramos accompagnato dalla vibrante chitarra di Pedro Jòia, alla toccante storia di una donna, vestita di nero, a piedi nudi, scarpe rosse in mano, la quale racconta e canta la sua origine angolana fortemente condizionata dall’oppressione portoghese – la cantante Aline Frazão.

Dopo due periodi di prova in residenza in Portogallo (a Setúbal e a Lisbona) Delbono riesce a mescolare delicate suggestioni estetiche, che riconducono al nostro substrato religioso, con la messa in scena di una iconografia laica della Madonna agghindata con ex voto dedicati all’amore, o una madre e un figlio il cui abbraccio mescola il concetto di pietà all’esigenza dell’allontanamento dal dato inevitabile: thanatos.
Lo spettacolo è un vortice di parole cantate che sembrano passare dalla nenia al lamento funebre. I virtuosismi del canto e della danza, che si avvicendano nelle varie scene con fluidi cambi vibranti e sapienti giochi di luce ora rossa – l’amore – ora viola – il dolore -, si alternano a struggenti declamazioni di versi. In Amore gli attori, i danzatori e i cantanti in scena sono sdoppiati in ombre visibili sul fondo che moltiplicano la necessità di ricercare la propria forma di amore. I testi scelti sono di Carlos Drummond De Andrade, Eugenio De Andrade, Daniel Damásio Ascensão Filipe, Sophia de Mello Breyner Andresen, Jacques Prévert, Reiner Maria Rilke e Florbela Espanca, incantano con le loro parole lo spettatore che risulta essere emotivamente coinvolto nella scena.

Amore – foto Luca Del Pia

Una moltitudine di personaggi si alterna sul palcoscenico mostrando quanto il sentimento amoroso sia democraticamente vivo in ognuno di noi. L’amore dunque tocca le corde di ogni anima, le stesse corde che vibrano al suono della musica ‘fadense’. Gli attori della compagnia, Dolly AlbertinGianluca BallarèMargherita ClementeIlaria DistanteMario IntruglioNelson LaricciaGianni Parenti, Pepe Robledo e Grazia Spinella, penetrano nel gioco di luci, danzano, si rincorrono e si allontanano tra i rami dell’albero che ambisce alla rinascita. Tutti sono presenti con la voce e con il corpo tranne Delbono. La sua voce riempie lo spazio, mentre i quadri si avvicendano sul fondo della nostalgia.

Amore è uno spettacolo emozionante nato da una frattura, e la mostra costantemente, un faticoso cammino che, come spiega Delbono “ci porta verso una riconciliazione, un momento di pace in cui l’amore possa manifestarsi al di là di ogni singola paura”. Questa riconciliazione è visibile nei momenti concitati che convogliano in efflorescenze visibili anche sul secco albero in scena, e nei colori, tra i quali il rosso sangue che si tramuta in rosso passione, o nel bianco dei pomposi costumi di Elena Giampaoli, simbolo di vita per gli occidentali e altresì simbolo di morte per gli orientali.

Amore – foto di Luca Del Pia

Il cammino circolare detta il movimento scenico della creazione, sempre in bilico tra vita e morte, tra mediazione e abbandono, tra presenza e distanz,a si conclude con una scena evocativa: Delbono, vestito di bianco, dopo aver attraversato lo spettacolo solo con la sua voce salmodiante, sfonda la quarta parete, attraversa il palcoscenico e si concilia con il suo Amore accasciandosi sotto l’albero ormai rigoglioso.

È così che il regista ci induce a riflettere sull’urgenza di amare riecheggiando le parole, purtroppo molto attuali, di Eugenio De Andrade:

È urgente l’amore.
È urgente una barca in mare.
È urgente distruggere certe parole,
odio, solitudine e crudeltà,
alcuni lamenti,
molte spade.


AMORE
uno spettacolo di Pippo Delbono
con Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Pippo Delbono, Ilaria Distante, Aline Frazão, Mario Intruglio, Pedro Jóia, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Miguel Ramos, Pepe Robledo, Grazia Spinella
musiche originali di Pedro Jóia e di autori vari
collaboratori artistici Joana Villaverde (scene), Elena Giampaoli (costumi), Orlando Bolognesi (luci), Tiago Bartolomeu Costa (consulenza letteraria)
suono Pietro Tirella
capo macchinista Enrico Zucchelli
direttore tecnico tournée Fabio Sajiz
personale tecnico in tournée Pietro Tirella/Giulio Antognini (suono), Elena Giampaoli (costumi), Orlando Bolognesi/Alejandro Zamora (luci), Enrico Zucchelli/Mattia Manna (scena)
produttore esecutivo Emilia Romagna Teatro Fondazione
coproduttori associati São Luiz Teatro Municipal – Lisbona, Pirilampo Artes Lda, Câmara Municipal de Setubál, Rota Clandestina, Ministeri da Cultura – Direcção Geral Das Artes (Portogallo) e Fondazione Teatro Metastasio di Prato (Italia)
coproduttori Teatro Coliseo, Buenos Aires, Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires, ItaliaXXI (Argentina), Comédie de Genève (Svizzera), Théâtre de Liège (Belgio), Les 2 Scènes – Scène Nationale de Besançon (Francia), KVS Bruxelles (Belgio)
con il sostegno del Ministero della Cultura
foto Luca Del Pia, Estelle Valente Teatro São Luiz

Teatro stabile di Catania | 29 marzo