VALENTINA SORTE | Il tema del cambiamento come atto personale, collettivo, sociale vale sicuramente anche per questi due lavori seguiti all’interno del festival OrlandoLady Bodies Show e Monjour. In entrambi si tenta infatti un ribaltamento di prospettiva, nel primo si parla ancora di sguardo ma questa volta è tutt’altro che erotico. Non c’è seduzione com’era invece in Goodnight, Peeping Tom. Ci sono ammiccamenti pseudo-erotici nelle pose delle tre performer – Francesca Albanese, Silvia Baldini e Laura Valli di Qui e Ora Residenza Teatrale – ma l’intento è dichiaratamente dissacratorio. Lo spettacolo porta l’attenzione su come ognuno di noi scelga e giudichi attraverso lo sguardo. Il corpo esibito, accettato, massacrato, abbandonato, ricostruito, rifiutato, pesato, mercificato, globalizzato è l’oggetto di questa scelta. Un corpo che indossa un body e che si espone all’occhio del pubblico. 

Ladies Body Show © Paolo Sacchi

La struttura della performance è molto leggibile ma non per questo poco efficace. Si ripetono infatti brevi sequenze performative, a tratti coreografiche, molto divertenti e divertite in cui l’esibizione del corpo si accompagna a una serie di domande proiettate a caratteri cubitali alle spalle delle performer e che chiedono esplicitamente allo spettatore di scegliere e di votare. La più bella, la più sexy, la più simpatica, la vera bugiarda. Non mancano, tra un quadro e l’altro, brevi dialoghi con il pubblico che ritmano una narrazione a volte prevedibile. È però nella ripetizione di questi schemi che la nostra percezione come spettatori cambia, si sposta. Gli interrogativi letti all’inizio dello spettacolo sono gli stessi che leggiamo alla fine, ma la derisione si è trasformata in consapevolezza e i nostri occhi vedono altro. Durante i 60 minuti della performance si è attivato un processo, quelle domande hanno un altro peso. 

Monjour, altro appuntamento forte e spiazzante del festival e ultima creazione di Silvia Gribaudi. Difficile dire di cosa si tratti: teatro, danza, teatro-danza, circo contemporaneo, mimo, giocoleria, cartoon? Ci si mette anche la bravissima Francesca Ghermandi a complicare le cose: meta-teatro, meta-danza, meta-circo forse. È una strana creatura. Sicuramente risponde alla chiamata di Orlando: tentare la rivoluzione, cambiare i nostri paradigmi culturali, dall’inizio alla fine, nel senso letterale del termine.
L’inizio e la conclusione del lavoro racchiudono il suo senso: un inizio che non si capisce bene quando inizi e una fine che non si capisce bene quando finisca. L’apertura sembra infatti essere “in sordina”, le luci sulla platea restano accese e un annuncio audio invita a spegnere i cellulari e a indossare la mascherina ma il tono è diverso, disteso e con qualche sospiro di pausa. È la stessa Gribaudi che parla ed entra in platea insieme ai talentuosi Salvatore Cappello, Nicola Simone Cisternino, Riccardo Guratti, Fabio Magnani, Timothée-Aina Meiffren. Si leva così l’inno al nostro giorno, Notre jour, a quello che come pubblico ci dobbiamo/possiamo prendere. È il nostro momento, non lo sapevamo. “Take your time”, “It’s for you” diventano la litania di questo dispositivo che nasce già scardinato. L’invito suona subito ironico, denuncia già la propria manipolazione. I fili sono visibili, ma li seguiamo: da qualche parte porteranno.
 

Monjour © Andrea Macchia

La struttura della performance è sempre un’alternanza di brevi sequenze coreografiche, molto leggere e molto ben eseguite – non è un caso che si ponga a un certo punto la questione del virtuosismo – e scambi diretti con la sala. Gribaudi rimane in platea e compone da lì la sua regia. Sale anche sul palco, alla fine e qui si compie il perfomericidio finale. Si chiude così questo bellissimo lavoro che non si interroga solo sui ruoli e sulle etichette di genere – quelle performative – ma li scompagina, senza usare il dramma ma la risata. Si chiude con un pubblico che tarda a lasciare la sala e che lascia gli artisti a guardare che tutta la sala si svuoti. 

Orlando ha centrato il suo obiettivo. È riuscito a dare una visione policentrica, caleidoscopica, a questa nona edizione con una proposta artistica sempre di qualità e di comunità. Rispetto ad altri circuiti fatti di molti addetti ai lavori e poca vera comunità teatrale e civile, Orlando è stata un’esperienza di Cultura – come dice bene il suo direttore artistico Mauro Danesi – come spazio concreto di Possibilità. Questa edizione rilancia sulla prossima, che si terrà a maggio 2023 nel mezzo dell’anno di Bergamo e Brescia Capitale della Cultura: un’ulteriore occasione per interrogarsi sulle nuove forme e paradigmi culturali che è necessario costruire per contribuire alla creazione di una società più libera, accogliente e plurale.


LADIES BODY SHOW

ricerca materiali Francesca Albanese, Silvia Baldini, Silvia Gribaudi, Laura Valli
con Francesca Albanese, Silvia Baldini, Laura Valli
regia Silvia Gribaudi, Matteo Maffesanti
collaborazione drammaturgica Marta Dalla Via
luci Paolo Tizianel
produzione Qui e Ora Residenza Teatrale e Zebra
in collaborazione con Festival Teatri di Vetro| Teatro del Lido di Ostia | Festival Il giardino delle
Esperidi | Cross Festival
con il sostegno del MiC
spettacolo selezionato per NEXT2020Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo – progetto di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo


MONJOUR

di Silvia Gribaudi
con i disegni di Francesca Ghermandi
con Salvatore Cappello, Nicola Simone Cisternino, Silvia Gribaudi, Riccardo Guratti, Fabio Magnani e Timothée-Aïna Meiffren
consulenza drammaturgica Matteo Maffesanti
disegni animati di Francesca Ghermandi
materiale artistico creato da Silvia Gribaudi, Salvatore Cappello, Nicola Simone Cisternino, Riccardo Guratti, Fabio Magnani e Timothée-Aïna Meiffren
disegno luci Leonardo Benetollo
direzione tecnica Leonardo Benetollo
musiche Nicola Ratti, Gioachino Rossini
produzione Associazione Culturale Zebra
coproduzione Torinodanza Festival / Teatro Stabile di Torino Teatro Nazionale, Teatro Stabile del Veneto Carlo Goldoni, Les Halles de Schaerbeek (Bruxelles)
Con il sostegno del MiC, Centro di Residenza Emilia-Romagna (L’arboreto Teatro Dimora | La Corte Ospitale), ARTEFICI. ResidenzeCreativeFvg/ArtistiAssociati, AMAT/Comune di Pesaro/Residenze Marche Spettacolo, ARMUNIA/Festival Inequilibrio, Lavanderia a Vapore/Centro di residenza per la danza, ATER Fondazione/Teatro Comunale Laura Betti di Casalecchio di Reno, IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia – progetto di Circuito CLAPS e Industria Scenica, Milano Musica, Teatro delle Moire, Zona K.