ELISA LICCIARDI | Una sperimentazione coreografica volta principalmente ad indagare lo spazio del femminile: questo è per molti versi Per una lucciola, performance in gara nella 10° edizione del Roma Fringe Festival 2022 al Teatro Vascello, proposto dal collettivo teatrale transfemminista La Furibunda composto da Sonia Alcaraz interprete dello spettacolo, Giulia Aleandri regista e Marta Pasquetti scenografa, ha dato vita ad una vera e propria visione, resa ancor più potente dal magico lavoro della disegnatrice sonora Serena Dibiase e dal disegno luci realizzato da Leslie Horowitz e Manuel Desfeux.

Ph Diana Sirumal Zurita

Per una lucciola è il primo lavoro che vede queste donne unite insieme dopo diversi anni di sperimentazione tra Italia e Francia. Sonia, attrice di teatro gestuale, decide di dar vita ad uno spettacolo il cui fulcro fossero le lucciole. Questa scelta nasce a seguito della lettura  di uno scritto contenuto all’interno degli Scritti corsari di Pier Paolo Pasolini, in cui le lucciole, metafora dell’uomo libero, improvvisamente spariscono. Ma chi sono le lucciole per il collettivo La Furibunda?. Il corpo è l’unico mezzo di espressione che viene utilizzato all’interno della performance, non di rado più efficace di tante parole.
Pare di leggere nei segni di Sonia Alcaraz un rimando al linguaggio e alla pratica di  artisti come Alessandra Cristiani: il mettere in relazione il corpo con uno spazio che respira, il dare vita a forme, simboli ed epifanie. Quello che viene mostrato nello spettacolo è una condizione umana che tutti abbiamo vissuto, viviamo o vivremo nella nostra vita. L’eterna lotta tra buio e luce e la continua rivoluzione con noi stessi e con il mondo che ci circonda, per evitare di esserne risucchiati.
Interessante scelta drammaturgica è quella di mettere in relazione l’attrice con una struttura leggera gonfiabile che durante tutta la durata della performance inizia ad ingigantirsi sempre di più. Suggestivo e d’impatto è vedere entrambe le creature, la donna e il gonfiabile, crescere insieme come se fossero un’unica entità. Sonia Alcaraz ci racconta, pur non parlando, una vita che potrebbe essere la vita di qualunque donna. Fa parlare il corpo che passo dopo passo scopre insieme a noi, sia in senso metaforico che letterale. Il gesto e il suono, posti al centro della drammaturgia, non distraggono anzi diventano l’unico linguaggio essenziale e vero. Attraverso lo sguardo dell’attrice è possibile rivivere il momento della nascita e quella buffa instabilità che hanno i bambini quando ancora non riescono a camminare ma possiedono una forza in grado di smuovere il mondo. Si assiste alla fase del gioco, della spensieratezza di quando la testa è sgombra dai pensieri. Fino ad arrivare alla vera scoperta di sé e del proprio corpo. La natura che si mostra nella sua forma più pura e sacra. Senza doversi nascondere, senza veli, senza paura. Una donna a tratti imbarazzata ed emozionata nel vedersi forse per la prima volta. È un imbarazzo bello quello che si dipinge sul volto di Sonia. Profuma di tenerezza e di voglia di volersi bene. Nel frattempo lo spazio intorno a lei che tanto l’aveva accolta e protetta inizia a diventare sempre più pesante sempre più ingombrante. Nel momento in cui la ragazza cerca di mettere piede fuori, viene improvvisamente respinta dentro con violenza. Inizia ad emergere quindi la difficoltà di questa donna e di tutte le donne che essa rappresenta, nel momento in cui tentano di costruirsi una loro identità. Lo spazio asettico che la circonda altro non è che la società patriarcale di cui purtroppo in tanta parte di mondo si sente ancora l’odore poco gradevole. Una società che costringe, obbliga, soffoca e crede di far sentire liberi per poi risucchiare nell’oscurità. L’unica ancora di salvezza resta sempre quella di auto affermarsi e cercare di combattere. Sonia ci prova con tutta se stessa. Ci prova a creare nuovi spazi di sopravvivenza in contrasto con lo spazio intorno a lei che si gonfia e cerca sempre di risucchiarla. Amore e odio. Il collettivo La Furibunda dà vita attraverso una drammaturgia onirica e simbolica al contrasto perpetuo che l’essere umano porta dentro di sé. La continua voglia e il bisogno di emanciparsi e allo stesso tempo la necessità di essere accettati da una società che tutto vuole tranne che la libertà individuale, ponendo l’accento sulla figura femminile vista come principale vittima di tutto questo. Le voci oniriche che invadono la sala, suoni che sembrano provenire dalle viscere più profonde della terra, dialogano in stretto contatto con l’attrice e i suoi demoni, di cui si compone la struttura gonfiabile che nonostante la sua immobilità apparente, reca inquietudine ed apre quei cassetti della memoria rimasti intatti o forse mai aperti. Sonia in un tentativo disperato di affermarsi ed evadere, viene però inglobata completamente dall’oscurità in un vortice infinito. Infinito come il contrasto eterno tra buio e luce. Ma la donna lucciola forte e caparbia, tenterà sempre di resistere per poter tornare a brillare ancora.

 

 

PER UNA LUCCIOLA

interprete Sonia Alcaraz
regista Giulia Aleandri
scenografa Marta Pasquetti
disegnatrice sonora Serena Dibiase
disegno luci Leslie Horowitz e Manuel Desfeux

produzione La Furibunda

foto Enrico Piccirillo
organizzazione e distribuzione Natascia Sollecito Mascetti
con il supporto di Maison de la Musique et la Danse|Bagneaux (FR), Théatre Victor Hugo Bagneaux (FR), Super Théâtre Collectif | Charenton-le-Pont (FR), TIDA/ Cittadella dei Giovani | Aosta (IT), Fivizzano 27 | Roma (IT), Casale Garibaldi_ COMMON AT WORK | Roma (IT), CCC L’Escorxador | Elche (ES), Baraonda, associazione di resistenza culturale | Nettuno (IT)
Roma Fringe Festival 2022, Teatro Vascello
21 luglio 2022