RENZO FRANCABANDERA | Si è chiuso domenica 4 settembre 2022 a Bologna il primo dei due atti in cui è divisa la quarta edizione di ZED! Festival Internazionale Videodanza, diretto da Mario Coccetti e organizzato da Compagnia della Quarta. Il primo atto dedicato alle proiezioni cinematografiche e alle esperienze XR provenienti da tutta Europa, si è svolto con base alle Serre dei Giardini Margherita e una bella appendice al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna.
La pioggia che ha bagnato l’avvio del festival ha costretto a spostare la serata di inaugurazione presso l’Alliance Française Bologna, ma in tante e tanti hanno voluto comunque partecipare alla festa di avvio. E hanno seguito il festival fino alle giornate finali, con le premiazioni del concorso riservato ai corti di videodanza arrivati da tutto il mondo.
Anzi, proprio quando il festival ha potuto insediarsi nei suoi luoghi di destinazione, le diverse opere hanno potuto finalmente trovare una loro definizione paesaggistica coerente con la progettazione che alcune delle stesse avevano avuto. È ad esempio il caso dI Rendez-Vous, un dittico di filmati in Realtà Virtuale realizzati dal coreografo Fabien Prioville, membro del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch e con diverse esperienze come danzatore nel cinema, da Parla con lei di Almodovar a Pina di Wenders, film del 2011 che aveva proprio una vocazione 3D e che probabilmente ha indotto Prioville a esplorare in prima persona le sfide della tecnologia video e le relative possibilità per la danza contemporanea.
Il dittico realizzato per Zed! si compone di due coreografie, validamente interpretate da un gruppo di giovani coreografe del territorio, fruite a mezzo visore da uno spettatore per volta. I video sono fruiti nello stesso luogo delle Serre dei Giardini in cui qualche settimana fa era stata installata la telecamera 3D, così da giocare sull’identità di luogo e di punto di vista, ma sul salto nel tempo e nell’immaginario. Così indossando il visore, si vede esattamente lo scorcio di paesaggio che si vedeva prima, ma di colpo spariscono le persone che avevamo davanti nella realtà reale, lo spazio si svuota, e dai cespugli, sui tavoli ecco apparire il gruppo di danzatrici.
Nella seconda coreografia, realizzata in un luogo poco distante, lo schema coreografico è più dinamico e a distanza ravvicinatissima (forse troppo) dal punto di vista dello spettatore.
Di particolare riuscita il primo dei due, fra i tavolini di pietra del giardino, in cui le combinazioni coreografiche giocate sull’apparire e sparire simmetrico, e sul tema cruciale dello sguardo, arrivano ad una particolarissima efficacia, sia registica che coreografica.
Successo fra gli spettatori ha riscosso Acqua Alta di Adrien M. & Claire B, una installazione in Realtà Aumentata. In una delle serre dei Giardini, su un lungo tavolo, sono disposte una serie di opere grafico-scultoree realizzate in carta da Claire Bardainne, e inquadrando le quali, grazie ad un lavoro di programmazione ben fatto e ideato da Adrien Mondot, si sviluppa una sorta di cartone animato ambientato fra disegni e pop up di carta, una vera e propria mini coreografia video, realizzata da Dimitri Hatton and Satchie Noro.In sostanza le pagine di questo libro pop up, che in diverse copie viene aperto sotto gli occhi degli spettatori, diventano palcoscenico di una performance di danza animata, fra cartoon e videogame. Molto ben concepito il prospetto visivo e il rapporto fra tablet e dinamiche 3D, con una grande agevolezza e intuitività del rapporto fra realtà e realtà aumentata. Delicata la storia narrata, una vicenda d’amore ambientata in una sorta di alluvione che diventa poi sogno subacqueo.
Altro lavoro di AR è 0AR di AΦE Dance Company che aveva già proposto nell’edizione scorsa un lavoro (invero assai più complesso, diremmo quasi un piccolo kolossal della videoinstallazione performativa), Whist che si fruiva uno alla volta con un visore e di cui avevamo parlato nel reportage sull’edizione passata di Zed!. Qui la proposta è più leggera e giocata su una dinamica collettiva. Viene vissuta da un massimo di 5 spettatori per volta, dotati di cinque dispositivi connessi al software, e che si possono muovere liberamente nello spazio intorno ad un punto focale, una sorta di immagine tappeto a pavimento, inquadrando la quale parte la dinamica interattiva. Le loro azioni hanno un’influenza diretta sull’opera. Ispirato al capolavoro Zero Degrees di Akram Khan e Sidi Larbi Cherkaoui, 0AR è un lavoro con una grafica ben riuscita, che diventa più godibile se agito in più persone che scelgono un approccio ludico, ma resta un po’ fermo nella distanza che l’opera ha con la realtà reale e nell’overlap con il virtuale che si ferma a piccole esperienze che però, sganciate dalla conoscenza del lavoro ispiratore, rischiano di apparire drammaturgicamente poco consistenti.
Completa la sezione delle opere che abbiamo potuto vedere dell’edizione di quest’anno, Dance Trail di Gilles Jobin, opera di danza in realtà aumentata sotto forma di app per iOS e Android che consente agli utenti di portare ballerini virtuali nel mondo reale attraverso il proprio smartphone o tablet. Una volta scaricata l’app sul cellulare, in modo assai intuitivo e rapido, con una tecnologia di overlap di immagini che Google aveva implementato già anni da alcuni anni come estensione dell’integrazione con la videocamera e reso disponibile alcuni mesi fa in versione demo per tutti con degli animali, è possibile attivare dal proprio cellulare sequenze di danza virtuali nell’ambiente in cui ci si trova (interno o esterno). È esattamente quello che ho fatto io stesso in questo momento con lo screenshot qui di fianco, avendo inquadrato con il cellulare lo schermo su cui sto scrivendo e su cui ho fatto apparire il danzatore. Dal palmo della mano al coperchio della caffettiera alla cima del grattacielo, è possibile immaginare micro coreografie dovunque. Un carillon tascabile. L’app è disponibile per il download gratuito sull’App Store e Google Play, in occasione di festival ed eventi culturali, così che le varie coreografie possano così apparire in luoghi specifici e in relazione all’ambiente circostante. Creata per il Sundance Film Festival 2020, l’app Dance Trail per il pubblico di Zed! era scaricabile con un QR code stampato su cartoncini quadrati di quelli che si usano come sottobicchieri per una birretta al parco.
Completava il programma ai Giardini la proiezione serale dei dieci corti selezionati fra gli oltre 200 arrivati per il concorso da tutto il mondo. Al film vincitore della Selezione ZED viene riconosciuto un premio in denaro di 1000€.
Breath di Catalin Rugina è il Miglior Film e anche Migliore Coreografia di Zed! 22. Altre menzioni sono andate a Danzamatta di Vanja Victor Kabir Tognola, a Neon Phantom di Leonardo Martinelli, a IO | OI di Francesco Lorusso, a De-Eschatology di Charly Santagado.
Menzioniamo anche che presso il MamBo era possibile vedere una serie di film VR a 360°; tra questi, quattro corti parte del progetto Now Fiction, una raccolta di 10 film VR a 360° che Fabien Prioville, ha creato per il Wuppertal Schauspielhaus su commissione della Pina Bausch Dance Company. ZED Festival li ha proposti in un’installazione dedicata con 5 visori VR.
https://fb.watch/fnyZeKMopK/
Altra opera fruibile nello spazio museale è stata quella di Maria Judova, Costellation Of The Flesh è un’esperienza di realtà virtuale unica, ispirata dallo stato di trance degli sciamani del Burya che esplora la possibilità del corpo di trascendere oltre i propri confini e basata su fatti reali avvenuti in un luogo sacro tra la Mongolia, la Siberia e la Cina, durante un raro incontro di sciamani nell’estate del 2019. In Constellation of the flesh, il pubblico utilizza gli strumenti della realtà virtuale per viaggiare all’interno di un paese con un cielo blu sconfinato, osservare la danza dinamica di uno sciamano siberiano, ascoltare i ritmi delle percussioni, sentire le loro vibrazioni ed esplorare la possibilità del corpo di trascendere oltre i propri confini.
Finiamo menzionando Soul di Camilla Monga, una coreografia concepita per spazi museali ed espositivi, che si ispira al tema della musica e del suo rapporto empatico con il sistema dei sensi e delle emozioni. È proprio su questo assai soggettivo “catalogo” emotivo e sull’abbinamento con toni musicali e voci che la Monga lavora in questo video, rimarcandolo con particolari figure retoriche musicali, dissonanze e cromatismi. Nello spazio virtuale ogni movimento è stato riadattato considerando il punto di vista dello spettatore al centro dello spazio scenico, con la coreografia si espande a 360 gradi e i danzatori sembrano perdersi in uno spazio molto più esteso, immerso tra i resti dell’abbazia dell’Incompiuta e la natura circostante.
RENDEZ-VOUS
Ideazione e Coreografie: Fabien Prioville
Assistente Coreografa: Francesca Ciaffoni
Operatore Camera 360° e Montaggio: Gianluca Benvenuti by Loblò
Danzatrici: Chiara Merolla, Veronica Zambonelli, Melissa Salimbeni, Cecilia Franceschelli, Sofia La Cava, Annachiara Gallo
Musica: Steve Reich
Amministrazione: Alexandra Schmidt
Una co-produzione: fabien prioville dance company and ZED Festival
Un ringraziamento speciale a: Le Serre dei Giardini Margherita
Col sostegno di: Ministry of Culture and Science North Rhine Westphalia
ACQUA ALTA
Ideazione e Direzione: Artistica Claire Bardainne and Adrien Mondot
Disegni e Pop Up: Claire Bardainne
Computer design: Adrien Mondot
Performance Coreografica: Dimitri Hatton and Satchie Noro
Sound design: Olivier Mellano
Computer development: Rémi Engel
Paper engineering: Eric Singelin
Script doctor: Marietta Ren
Amministrazione: Marek Vuiton, assisted by Mathis Guyetand
Direzione Tecnica: Raphaël Guénot
Produzione e Distribuzione: Joanna Rieussec
Produzione: Juli Allard-Schaefer, Margaux Fritsch and Delphine Teypaz
Mediazione e Produzione Johanna Guerreiro
Produzione: Adrien M & Claire B
0AR
Direzione Artistica: Esteban Fourmi e Aoi Nakamura (AΦE)
Partner Tecnologico: Mbryonic
Musiche: Nitin Sawnhey
Danzatori: Jose Agudo, Elias Lazaridis
Produttore: JiaXuan Hon (Blackwinged Creatives)
Commissionato da: Sadler’s Wells (Londra)
Co-prodotto da: Biennal de la danse de Lyon 2018 | A Sadler’s Wells 20th Anniversary Commission
Ringraziamenti Speciali a: i creatori originali di “zero degrees”, Akram Kahn, Sidi Larbi Cherkaoui, Nitin Sawhney e Antony Gormely.
Col supporto di: Arts Council England, Jasmin Vardimon Company, V&A, South East Dance, The Old Market Brighton, Akram Khan Company, Eastman and Ashford Borough Council.
DANCE TRAIL
Director and choreographer: Gilles Jobin
Creative director and technologist: Camilo de Martino
Lead 3D Artist: Tristan Siodlak
Lead dance artist: Susana Panès Diaz
Dancers: Susana Panadés Diaz, Victoria Chiu, Maëlle Déral, Diya Naidu, Tidiani N’diaye, Gilles Jobin
AR Technology: A-LL Creative Technology
Administration: Gonzague Bochud
Production: Cie Gilles Jobin – Geneva, Switzerland
Co-production: SRG SSR – Switzerland
Supported by: Cinéforom – Loterie Romande – City of Geneva