EDOARDO CAMILLETTI* | Al Romaeuropa Festival la compagnia Bartolini/Baronio ha presentato 6900Km_Esercizi sull’abitare #3, terza tappa di un progetto ampio e articolato, cominciato nel 2016.
16,9km_Esercizi sull’abitare #1 è partito dai quesiti ‘cosa significa casa?’ e ‘dove ci si sente a casa?’. I due compagni (artistici e di vita), creando un percorso di narrazioni e condivisioni di pratiche artistiche, hanno collegato il territorio della città di Roma, dal centro alla periferia.
Nel 2020, grazie alla collaborazione del circuito regionale ATCL Lazio, la loro “geografia umana” si era estesa a piccoli comuni fuori la capitale. Lo spettacolo 333km_Esercizi sull’abitare #2, come anche il primo, ha visto una restituzione finale negli spazi della Pelanda, sempre per Romaeuropa. Si può quindi ben dire che questo progetto una sua casa a cui fare ritorno l’abbia già trovata.
Il 13 aprile 2022 la coppia, con la figlia Thea e altre quattro persone, è partita alla volta di New York . Hanno realizzato per la durata di un mese attraversamenti e indagini sulla locale comunità italiana, “che è come Testaccio, si conoscono tutti!“, dice una sociologa romana, da loro intervistata.
La performance: sul fondo, le proiezioni video; sul lato sinistro del palco un sassofonista, un trombettista, un chitarrista e Michele Baronio (anche lui suonerà tastiera, percussione e chitarra, oltre a cantare); a destra un pianista, una cantante e Tamara Bartolini. Le musiche live sono eseguite da Sebastiano Forte e MaTeMusik, Band dello Spazio Giovani e Scuola d’Arte MaTeMù/CIES.
La canzone Tango dell’intercultura apre lo spettacolo e sembra un manifesto di ciò che stiamo per vedere. Cito dal ritornello: “Sti pischelli con i destini appesi, so lucciole in un mondo coi fari accesi”.
La proiezione del documentario da loro realizzato va a mischiarsi alla performance, la cui grammatica resta semplice e lineare: il docufilm, le loro voci, la musica. Luci calde illuminano appena i corridoi laterali su cui sono disposti i performer e i musicisti. Nessuna azione scenica, la coppia resta quasi di spalle al pubblico. Riprese della metropoli e interviste si intrecciano coi testi (bellissimi), che acquistano calore grazie all’interpretazione dei due artisti, dall’inconfondibile stile personalissimo e partecipato. Con l’aggiunta delle musiche suonate dal vivo, lo spettatore si cala a fondo nel percorso tracciato. Cosa che probabilmente non sarebbe successa con una semplice visione del documentario, che di per sé, cinematograficamente parlando, non stupisce.
Ma questo non è cinema, è teatro e “il teatro è la nostra casa”, dicono all’inizio, “anche se ultimamente ci sta un po’ stretta”. Forse per questo sono andati a cercare il confronto con case di altri così geograficamente distanti, ma che alla fine hanno presentato le stesse esigenze e le stesse inquietudini.
Una giovane coppia, dall’accento spiccatamente romano, racconta di sapere che quella non è la loro meta, che la ricerca non è ancora finita. Un’altra coppia di architetti ha vissuto a New York nel periodo a cavallo tra i due millenni per poi tornare a Roma subito dopo la caduta delle due Torri. Tornati in Italia, i due hanno scelto il Pigneto, con quell’ambiente movimentato, culturalmente ricco e pieno di stimoli che lo caratterizza, “come a New York!“, dicono.
L’asse New York/Pigneto continua grazie a Contesta RockHair, un brand italiano di taglio per capelli con sedi in tutto il mondo. Quando un tuo progetto attraversa confini geografici ed evolve costantemente “la casa diventa la ricerca, te la devi portare dietro”, come dice Tamara Bartolini di sé appena atterrata oltreoceano.
C’è il ragazzo italo-africano che se ne è andato negli Stati Uniti perché stanco di dover spiegare di essere italiano ma che la sera continua a cuocersi gli spaghetti per sopperire alla nostalgia. C’è l’amica di infanzia di Tamara Bartolini, la pelle nera e gli occhi verdissimi, che adesso che vive a New York, quando dice di essere italiana a volte sente ancora il bisogno di specificare: “gli italiani però non sono così, non sono tutti come me”.
Ci sono tante soggettività diverse, tanti artisti, storie e percorsi che si intrecciano.
Fra questi e altri ancora, Virna è una donna transessuale che dalla Toscana ha cercato fortuna e libertà a New York. In America ha raggiunto quella serenità riguardo l’essere se stessa che gli italiani difficilmente le permettevano di avere.
Lei, che sa bene cosa significa guadagnarsi la libertà sul proprio corpo, porta tutto il gruppo a una manifestazione per la difesa del diritto all’aborto. Qui il racconto ci parla con estrema chiarezza di quanto velocemente le cose possano cambiare, risuonando col presente: da quell’aprile del 2022 nel frattempo a luglio negli Stati Uniti è stata abrogata la sentenza Roe v. Wade del 1973 che sanciva il diritto all’aborto, il 26 settembre, giorno della rappresentazione in Pelanda, è stato il primo giorno dopo le elezioni politiche in Italia che hanno visto la schiacciante vittoria dell’estrema destra, giovedì 28 settembre molte città del nostro paese sono state attraversate da un’onda di manifestazioni per la difesa dell’aborto libero.
Restano impresse le parole dette da Tamara Bartolini: “La resistenza continua. E io ho capito che abitare significa anche resistere”. Avere un luogo in cui ci si possa sentire sicuri, accolti e liberi dovrebbe essere un diritto di ogni persona.
Gli spettatori hanno assistito a un concerto, a una performance dal vivo, a una proiezione di un documentario, agli esiti di un’inchiesta, di una ricerca antropologica; ma Esercizi sull’abitare è anche una community, è “un invito a creare un archivio vivente di storie e nuove parole che costruiscano una casa da condividere; una casa collettiva, aperta e in continuo movimento”.
6900Km_Esercizi sull’abitare #3
un progetto di Bartolini/Baronio
curatela Valeria Orani
di e con Tamara Bartolini e Michele Baronio
con la partecipazione dal vivo di Sebastiano Forte
e della MaTeMusik Band dello Spazio Giovani e Scuola d’Arte MaTeMù/CIES
collaborazione artistica, missaggio, suono live Michele Boreggi
collaborazione artistica, operatore di macchina, direttore della fotografia, tecnica live Marco D’Amelio
operatrice di macchina Ginevra Amato
operatore, musiche originali Michele Baronio
drammaturgia Tamara Bartolini
regia e montaggio Bartolini/Baronio
comunicazione e identità visiva Margherita Masè e Elisa Pescitelli
immagine grafica progetto Raffaele Fiorella
direzione di produzione Alessia Esposito
produzione 369gradi e Bartolini/Baronio
coproduzione Off Ostia Film Factory
con il sostegno di Romaeuropa Festival, A.T.C.L. Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio, Umanism, MIC
in collaborazione con Scuola d’Arte MaTeMù/CIES
in partnership con Istituto Italiano di Cultura di New York, Festival InScena, Calandra Institute CUNY, La MaMa Experimental Theatre
*PRIMAVERA PAC è il progetto ideato da PAC Paneacquaculture in collaborazione con docenti e università italiane per permettere la formazione di nuove generazioni attive nella critica dei linguaggi dell’arte dal vivo. Il gruppo di lavoro di Pac accoglie sul sito le recensioni di questi giovani scrittori seguendone la formazione e il percorso di crescita nella pratica della scrittura critica.