REDAZIONE | Vince Teatro dei Borgia, presso il Teatro Bellini di Napoli, la finale della undicesima edizione del Premio Rete Critica (nel 2020 è stata organizzata una versione speciale on line): due giorni di spettacoli e incontri ideati da Rete Critica e organizzati grazie all’ospitalità del teatro di rilevante interesse culturale, che aprirà le proprie porte alla finale annuale, ricevendo così il testimone dal Teatro Stabile del Veneto.
Un’edizione purtroppo segnata sul finale dalla tragica notizia della scomparsa del giovane e amatissimo professore universitario e studioso campano Vincenzo Del Gaudio, cui è stata dedicata questa edizione. Tutta la Redazione di PAC ricorda commossa Vincenzo, stringendosi ai suoi cari per questo dolore incredibile.
Raccontiamo di seguito la cronaca della giornata, che avevamo preparato passo passo, ignari della triste notizia finale, e la pubblichiamo con intento testimoniale.
La volontà della Rete è quella di consolidare sempre di più un premio che sia un momento di incontro tra la critica, gli artisti e il pubblico, nella convinzione che le giornate finali debbano essere l’esito di un processo di ascolto e scouting attivo tutto l’anno. Nei primi giorni di settembre le redazioni e i singoli critici che compongono Rete Critica hanno votato per il primo turno, creando così una mappatura di proposte variegata per geografie, intenti, approcci e formati.
I progetti che hanno ottenuto almeno due voti, e che in base al regolamento sono passati alla seconda fase, sono stati (in ordine alfabetico): Carrozzerie | n.o.t, Chille de Balanza, Collettivo Mine, Collettivo Onar, Controcanto Collettivo, Dance Well – movement research for Parkinson, Malmadur, Nessuno Resti Fuori Festival, Niccolò Fettarappa Sandri, Spettatore Professionista, Teatro19, Teatro dei Borgia, Tovaglia a Quadri.
Nel passaggio successivo, la Rete ha scelto tra questi tredici progetti, andando così a creare la selezione per le giornate finali napoletane: Teatro dei Borgia, Carrozzerie | n.o.t e Niccolò Fettarappa Sandri sono i tre finalisti che il 5 e il 6 novembre hanno presentato i propri progetti di fronte alla giuria di critici e giornalisti teatrali che ha decretato poi il soggetto vincitore.
La prima giornata del Premio ha peso il via alle ore 16 con un talk tra Rete Critica, la Direzione Artistica del Teatro Bellini, la Bellini Teatro Factory e gli operatori teatrali campani, sul tema della formazione ai mestieri dello spettacolo e dell’ingresso nel circuito professionale: un incontro, per tracciare la geografia di istituzioni, luoghi, figure, e progetti di un sistema articolato che si modifica e reagisce, con forza e debolezza, alle trasformazioni sociali in atto.
Alle 21 lo spettacolo Ardore di Annalisa D’Amato, una delle produzioni nate nell’ambito della Bellini Teatro Factory che ha aperto la stagione del Piccolo Bellini, a cura di Roberta, Gabriele e Daniele Russo.
Domenica 6 novembre alle ore 10, in un appuntamento aperto al pubblico, Carrozzerie | n.o.t, centro culturale diretto da Maura Teofili e Francesco Montagna, ha raccontato la storia e le attività dello spazio multidisciplinare romano che pone come cardine della propria direzione la creazione di nuove progettualità legate alla danza, al teatro e alle arti performative, scegliendo come vocazione l’accoglienza di percorsi artistici che possano trovare un tempo lento, coraggioso e lungimirante per maturare un’idea anche all‘interno di una realtà urbana complessa come Roma.
Alle ore 12 Niccolò Fettarappa Sandri ha portato in scena il suo Apocalisse Tascabile, con lo stesso Fettarappa Sandri e Lorenzo Guerrieri. Un atto unico eroicomico che con stravaganza teologica ricompone l’infelice mosaico di una città decadente e putrefatta, specchio di una defunta condizione umana. Lo spettacolo, prodotto da Sardegna Teatro, tratta della fine del mondo vista da svariate prospettive, tra le quali preponderante è quella di due giovani “scartati”, liquidati e messi all’angolo perché inutili. La fine del mondo è allora per loro quasi un’occasione di vendetta, una rivincita presa sull’indifferenza subìta. Il cambiamento è incarnato dall’annuncio profetico di questi due smaliziati apostoli under 30, che portano sulla scena con autoironia la rabbia di una generazione esclusa, così giovane eppure già così defunta.
Il terzo finalista del Premio Rete Critica, Teatro dei Borgia, ha dato vita alle ore 15, presso la Scuola di lingua e cultura italiana – Comunità di Sant’Egidio in via San Nicola a Nilo, lo spettacolo Eracle, l’invisibile, regia di Gianpiero Borgia, secondo capitolo della trilogia La Città dei Miti: un’azione d’arte politica verso l’umanità dimenticata – vittime di tratta, senzatetto e anziani con patologie neurodegenerative – che attraversa la città e accompagna gli spettatori nei luoghi dell’emarginazione, illuminando angoli del panorama urbano attraverso il cono di luce del Mito.
Eracle, l’invisibile, dalla tragedia di Euripide, racconta il percorso parossistico dell’Essere Umano Economico, ridotto esclusivamente alla sua funzione economica. Accompagnati dalla scrittura di Fabrizio Sinisi, Teatro dei Borgia e Christian Di Domenico si sono interrogati sulla vicenda dell’eroe classico, creando un parallelismo con una figura iconica della società contemporanea: il forgotten man, il marginalizzato, il senzatetto. Una produzione di Teatro dei Borgia, in co-produzione con CTB (Centro Teatrale Bresciano) e Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.
La giornata è continuata alle 18 con lo spettacolo-evento programmato dal Teatro Bellini La Cupa di e con Mimmo Borrelli, concludendosi alle ore 22 con il momento di proclamazione del vincitore del Premio Rete Critica 2022.
Motivazione Premio Rete Critica 2022 a Teatro dei Borgia:
Il Premio Rete Critica 2022, XII edizione, va a Teatro dei Borgia per il progetto La città dei miti.
Per la maturità e la complessità di un progetto in grado di entrare nella vita, nelle sue pieghe più complesse e dolorose, in un lavoro di scrittura e attorialità che attualizza il senso del mito.