ESTER FORMATO | NAO Performing Festival – MATERIA COMUNE a cura di Claudio Prati e Maria Paola Zedda è giunto quest’anno alla sua tredicesima edizione, e ha allestito la sua sessione invernale presso la Fabbrica del Vapore a Milano, precisamente negli spazi di DIDstudio, dove dal 16 al 18 dicembre alcuni performer hanno presentato i propri lavori. I tre giorni sono stati una continuazione di una sessione svoltasi a settembre alla quale PAC aveva dedicato il suo sguardo, e un ulteriore approfondimento sul tema dell’ibrido, che stavolta si è sviluppato intorno al rapporto fra individuo e inanimato, vivente e tecnologia.
Infatti, il leit motiv delle esibizioni è un’aperta indagine sul corpo che agisce in scena, totalmente svincolato dagli ancoraggi narrativi che hanno sempre visto la danza come ancella di una drammaturgia. La materia performativa del NAO nasce e si sviluppa come un linguaggio espressivo a sé stante, che vivifica uno spazio asettico senza alcun tipo di connotazione. Un minimalismo, questo, che allontana lo spettatore dai caratteri tradizionali della danza, fornendogli un modo per approdare a una dimensione di spaesamento, priva di altri codici di decifrazione, se non quello del corpo, dal momento che esso è sia il narrante, sia la materia narrata, e dunque l’assoluto catalizzatore sul quale lo spettatore convoglia tutta la propria attenzione.
Ne è un chiaro esempio la prima performance del festival, Never Stop Scrolling Baby di Vitamina, progetto fondato da Alessandra Ferreri, Matteo Sedda e Joshua Vanhaverbeke, interpretato dallo stesso Sedda, il quale realizza la sua esibizione avendo come concept quello dello scrolling, che nell’informatica indica il movimento verticale o orizzontale del testo. Questa funzione viene emblematicamente ripresa per elaborare una riflessione sul rapporto individuo e realtà, che perde di ogni concretezza, divenendo un continuo flusso di informazioni in cui la consistenza fisica e spirituale è liquefatta.
Il performer costruisce una partitura gestuale ben definita, che lascia spazio alla ripetitività e alla meccanicità del gesto, proprio per potersi fare racconto di automatismi insiti in una realtà distopica nella quale siamo immersi. Il corpo è soggetto e al contempo oggetto, continuamente sottoposto a frammentazioni. Come un algoritmo, l’individuo si presenta nelle sue variabili. Travalicando il concetto d’identità di genere, si esprime con connotazioni pornografiche, frutto di un irreversibile adattamento a una dimensione multimediale e digitale che lo rende un proprio prodotto. Come inevitabile conseguenza, l’elemento pornografico non ha più nulla a che fare con la provocazione, ma si trasforma in atteggiamento routinario, parte di un’ordinarietà asettica e inquietante che Sedda racconta con il proprio corpo.
Altro tipo di sperimentazione performativa è quello portato in scena da Nicola Cisternino con il suo My Lonely Lovely Tale. È subito evidente che la scelta della musica è opposta rispetto a Vitamina: ci immergiamo, infatti, in un ambiente sonoro di maggior respiro che consente al performer una vasta libertà d’interpretazione all’interno della partitura.
A differenza del precedente lavoro cui abbiamo assistito, in My Lonely Lovely Tale ricompaiono le cesure narrative – il lavoro si compone di più quadri – e una serie di immagini accompagnano la performance, giocando su una concatenazione metaforica e simbolica intorno al riconoscibile mito di Narciso. Ma anche qui, l’atto performativo va oltre il racconto, non v’è né fabula, né intreccio, ma l’essenza del personaggio di cui le immagini sullo schermo sono un correlativo oggettivo e la performance di Cisternino ne è una rielaborazione autonoma.
Ciò che era assente nel mondo distopico di Never Stop Scrolling Baby è invece qui presente; una variabilità performativa che, congiunta alla forma aperta con la quale si presentano i versi applicati alle immagini sullo schermo, permette al pubblico una propria narrazione. Tanto è vero che l’apporto drammaturgico resta sul piano metaforico, così da lasciare, ancora una volta, la performance coreutica indipendente.
È interessante come la sperimentazione di My Lonely Lovely Tale dimostri che drammaturgia e danza possano, pur cercando una coerenza condivisa, camminare su due binari paralleli. Il risultato è un racconto aperto, indefinito, in cui il concept è narrato da una molteplicità di variazioni e soluzioni, senza che però venga alterato nella sua essenza.
Pur guardando a qualche grande danzatore del secolo scorso, anche con Nicola Cisternino notiamo quanto la danza abbia da un bel pezzo smesso di essere a servizio di una seconda arte e divenuta non solo atto performativo, ma soprattutto metanarrazione. Il corpo narra, ma al contempo diviene anche il soggetto di quanto si narra.
Questo presupposto che indaga NAO nei tre giorni di festival è imprescindibile della nostra contemporaneità, se solo guardiamo alla condizione identitaria che viviamo. Mutaversi, tecnologia, mondi virtuali che comportano l’implosione di quello reale, proiettano una continua multiformità che il corpo, ovvero la fisicità dell’umano, recepisce e riproduce, travalicando ogni confine di genere, abolendo una contestualizzazione stabile e oggettiva: il corpo diventa lo spazio, il tempo, la narrazione, dunque un linguaggio unico e autarchico con il quale ridisegna quadri di utopia e di distopia, aprendo a una pluralità di mondi possibili.
NEVERSTOPSCROLLINGBABY
di VITAMINA
ideazione e coreografia Alessandra Ferreri, Joshua Vanhaverbeke, Matteo Sedda
coordinamento artistico Alessandra Ferreri
performance Matteo Sedda
creazione suono e luci Joshua Vanhaverbeke
produzione FUORIMARGINE Cagliari (IT)
coproduzione La Balsamine, Bruxelles, (BE) ; KVS, Brussels (BE) ; Théâtre de Vanves, Paris (FR) ; S’ALA produzione, Sassari (IT)
con il sostegno di Atelier de Paris / Centre de développement chorégraphique national (FR) CWB/P, Paris (FR) ; Institut Culturel Italien de Paris (FR) ; micadanses, Paris (FR) Montévidéo, Marseille (FR) ; SCÈNE44. n + n corsino, Marseille (FR) ; CC Bruegel, Bruxelles (BE) ; ON_OFF_SPACE powered by DE SINGEL (BE) ; Kunstenpunt/Flanders Arts Institute (BE) ; Le Grand Studio, Bruxelles (BE) ; LookIN’OUT, Bruxelles (BE) ; Petit théâtre Mercelis, Ixelles (BE) ; SUITCASE d’Artist Project/ Iles asbl, Bruxelles (BE) ; Théâtre Marni, Bruxelles (BE) ; WBTD (BE) ; Danza Sassari Danza (IT) ; Teatro Massimo, Cagliari, (IT) ; Igor x Moreno (IT) ; Sardegna Teatro (IT) ; PACT Zollverein (DE) ; Amsterdam Fringe Festival (NL)
MY LONELY LOVELY TALE
di e con Nicola Simone Cisternino
assistente alla drammaturgia Elena Giannotti
ambienti sonori Spartaco Cortesi
light designer Mattia Bagnoli
produzione Twain_ Centro di Produzione Danza
Fabbrica del Vapore, Milano | 16 dicembre 2022