LILIANA TANGORRA | Al Teatro Kismet di Bari lo scorso 23 dicembre è stato messo in scena lo spettacolo teatrale E la felicità, prof? diretto da Giancarlo Visitilli (autore dell’omonimo libro) e Riccardo Spagnulo, nuova produzione Teatri di Bari, in collaborazione con la Cooperativa sociale I bambini di Truffaut.
Il libro di Giancarlo Visitilli – che da poco ha superato le 30.000 copie vendute – racconta le vicende di un professore di lettere e dei suoi alunni all’ultimo anno in una scuola secondaria di secondo grado barese. I ragazzi della classe del prof. Visitilli si preparano alla maturità interrogandosi, tra le poesie di Leopardi, Dante e De André, su cos’è o cosa vorrebbero fosse la felicità, in un mondo, quello scolastico, che l’autore, per esperienza del tutto personale, mostra reticente a comprendere le vere esigenze dei giovani.
Dal libro – edito da Einaudi nel 2015 – è nato lo spettacolo teatrale interpretato da un convincente Luigi D’Elia, nei panni del professore di Lettere in una classe polifonica e vivace.
Il rumore delle onde rifrante sulla battigia del mare estivo è il sottofondo sonoro dell’incipit di una nuova avventura, quella di un docente alle prese con ventinove alunni di una quinta superiore. Lo spettacolo, un po’ rimarcando i racconti degli scolari della provincia napoletana di Marcello D’Orta in Io speriamo che me la cavo, un po’ ricordando le vicissitudini del ‘reietto’ Daniel Pennac in Diario di scuola, racconta la scuola di oggi. Visitilli e Spagnulo hanno fatto un notevole lavoro testuale di trasposizione teatrale, creando un giusto equilibro con la forza nuda del monologo tramutato in coralità, grazie al commovente D’Elia, interprete sì del prof di ‘italiano’, ma anche evocatore dei luoghi nelle menti dei diciottenni presenti in classe.
Infatti, l’attore diventa Saverio, ragazzo ‘scapocchione’, ma intelligentissimo al quale nessun professore dà credito; diventa Michele il ragazzo speciale, dalle mani grandi, che con la sua frase iconica «è bugia» smentisce tutte le certezze del prof.; diventa Giulia con la sua paura di ingrassare; diventa il banco vuoto di Miguel, vittima di violenze verbali e fisiche perché dichiaratamente omosessuale.
Giancarlo Visitilli racconta adolescenti disillusi, ma non arresi, che chiedono al prof. di credere nel futuro. Questo docente inconsueto, in costante collisione con i suoi colleghi ‘tradizionalisti’, ossessionato dal concetto di scuola popolare di don Milani, vuole soprattutto capire «cosa passa nella testa dei ragazzi, a quale ritmo si muova il loro cuore», e come insegnare loro a non rinunciare alla felicità.
Attraverso un costante e tenace confronto con la classe – che si riverbera nelle abusate proiezioni che scandiscono il tempo della scena dal primo giorno di scuola al giorno del giudizio finale, costellato di 100 per i figli di sindaci e assessori e di 60 o poco più per i figli di operai e disoccupati – il prof. ascolta e racconta al pubblico le storie che parlano di amore, diversità, integrazione, violenza, anoressia: insomma, di vita.
Per questo, il docente decide di partire dalla lettura dei giornali in classe, analizzando con senso critico i temi dell’attualità, accompagna i ragazzi in gita a conoscere l’importanza della storia, anche al di là dell’orario scolastico, e impara a essere empatico con tutti, anche a discapito delle sue orecchie allenate, ormai, all’ascolto della cultura neo-melodica. Perché, anche in una scuola di confine, in un quartiere dove i ragazzi non hanno tante possibilità di scelta, il professore non rinuncia a quella che pensa sia la sfida più importante del suo mestiere: accompagnare lo studente alla ricerca di un futuro non pre-definito dal luogo in cui è nato.
La storia messa in scena non è la trama di uno spettacolo, è l’intreccio della vita di giovani come tanti, che affrontano problemi senza un’apparente e sensata risposta. Risate, pianti, gioia, tristezza e tenerezza. Azioni ed emozioni che vedono ragazzi e ragazze protagonisti di una vita narrata da un professore che ha oltrepassato il muro invisibile di quella cattedra che tutti hanno temuto, e che oggi vede i suoi alunni, o parte di essi, tramutarsi in uomini e donne consapevoli e responsabili.
E LA FELICITÀ, PROF?
tratto dall’omonimo romanzo di Giancarlo Visitilli edito da Einaudi Editore adattamento e regia di Riccardo Spagnulo e Giancarlo Visitilli
con Luigi D’Elia
video Bob Cillo
Cartoonista Alessia Tricarico
Produzione I Teatri di Bari in collaborazione con I bambini di Truffaut
Teatro Kismet | Bari | 22-23 dicembre