GIANNA VALENTI │ Il teatro fisico di sapore est europeo, il physical theatre europeo di fine anni 80, la danza con gli oggetti di Charlie Chaplin, lo straniamento di Buster Keaton, l’objet prêt di Marcel Duchamp, l’attore operaio del costruttivismo, un video d’artista famoso del 1987, The Way Things Go, e un cartone cecoslovacco di metà anni 70, Pat a Mat.
Questi e altri ancora gli ingredienti di un lavoro poetico e coraggioso di Felix Baumann e Sean Henderson per la stagione di Differenti Sensazioni alle Officine Caos di Torino lo scorso 27 gennaio. Due autori e interpreti che dall’alto della loro giovanissima età si sono tuffati coraggiosamente nella storia, tutta XX secolo, della relazione tra attore e oggetto nel teatro e nel cinema, indagando, attraverso le fonti visive, i diversi ruoli e le diverse modalità con cui un oggetto può dirsi partner di scena, vera e propria presenza fisica che crea situazioni surreali al di là del quotidiano, che si fa a tratti contemplare per la sua semplice presenza nello spazio, sfiorando così l’astrattismo, o che agisce sino a diventare personaggio.
In How Things Go, seguendo un metodo di lavoro alla Charlie Chaplin, Felix e Sean costruiscono la drammaturgia partendo da una situazione fisica reale e dagli oggetti scelti e presenti sulla scena. Felix guardando più a Buster Keaton e Sean a Charlie Chaplin, toccano, spostano, manipolano, lasciano, lanciano, avvicinano e separano gli oggetti, costruendo e decostruendo la scena in una pluralità di ritmi, di direzioni e soluzioni.
Gli oggetti, tre larghe tavole molto flessibili alte più di due metri e diverse aste di legno, stanno, cadono o vengono fatte cadere. Vengono spostate, fatte scivolare, fatte saltare, lanciate, riprese e di nuovo abbandonate per essere ritrovate e abbracciate o respinte in una combinazione continua di relazioni tra corpo e oggetto e tra un oggetto e l’altro.
Le tavole di legno rettangolari diventano sotto i nostri occhi oggetti sconosciuti a cui avvicinarsi con cautela, rampe e scale su cui avventurarsi per poi cadere, far crollare e ricominciare, ma anche muri su cui sedersi e contemplare. Da Buster Keaton i due performers prendono il rovesciamento continuo di ogni logica, quando gli oggetti cambiano senso e le azioni semplicissime diventano complesse, mentre le azioni impossibili diventano facili.
Anche il corpo, dopo una prima parte di continua sistemazione e risistemazione di equilibri e relazioni, si fa oggetto da manipolare e ricomporre, per fallire e ricominciare, alla ricerca di un equilibrio che non si sa trovare o alla ricerca di un senso che è insito nel fallimento stesso e che porta a ricominciare.
Felix e Sean hanno scelto di essere gli attori operai di cui ci parla Tadeusz Kantor e assumono uno degli insegnamenti del costruttivismo che afferma che le forme e le costruzioni dello spazio scenico non possono essere morte e che la vita viene loro conferita dai movimenti degli attori. Ma hanno anche osservato il costruttivismo popolare di Pat a Mat, un cartoon nato nella Cecoslovacchia di metà anni 70, dove i due personaggi si relazionano e lavorano per trovare soluzioni continue al loro fare con costruzioni inattese e uso degli oggetti quotidiani slegato dalla loro funzione nella quotidianità.
How Things Go assume da Pat a Mat la fascinazione per il costruire, l’incastrare e il provare e riprovare per poter continuare. Il lavoro inizia infatti con il suono di un martello che batte e continua con una partitura di impulsi elettrici, trapano e altro ancora, curata da Jakub Štourač. Ecco, è questa l’anima del lavoro -il pensiero che è puro impulso al fare e tutta la poesia, come pura intelligenza umana, non si può che cercare e trovare nell’incarnazione del fare.
Del lavoro di Charlie Chaplin, i due performers hanno assorbito la metodologia dell’attore come percorso di delicatezza e di danza. Relazionarsi a ciò che c’è di disponibile sulla scena, entrando, come in una ballo di sala, in una relazione di scambio e di dialogo intuitivo per poi agire una risposta da quel sentire e da quell’ascoltare.
Scambio due chiacchiere al bar dopo lo spettacolo e Officine Caos in questo è davvero speciale, perché alla fine di ogni incontro c’è un momento conviviale dove le persone del pubblico possono incontrarsi e dove incontrare i performers come persone.
Parliamo di Chaplin e Felix afferra una cannuccia e lei prende vita, ma non è lui a muoverla, è la cannuccia che gli passa informazioni su come farsi spostare. La cannuccia gli offre un desiderio a cui rispondere con un altro desiderio e come nella contact improvisation, il performer segue un filo continuo di relazioni e desideri possibili. O come nell’infinito passaggio e dialogo di desideri nel ballo di sala che loro chiamano flirting with the objects, dove la risposta si trova nello scambio di impulsi e informazioni tra corpi che si ascoltano toccandosi –you touch and you wait for the object to react, mi dicono.
L’idea del lavoro, mi raccontano Felix Baumann e Sean Henderson, è arrivata dalla visione del video d’artista The Way Things Go del 1897, una catena infinita di azioni di relazione tra oggetti che provocano una trasformazione infinita della materia. Il lavoro è affascinante e in rete trovate anche la versione integrale di quasi 30 minuti. Ecco, è dal ritmo incalzante di questo video che la performance prende avvio e si sviluppa per più di metà del lavoro.
Penso che possa essere interessante per i due artisti di How Things Go estendere quella soluzione per tutta la durata della performance, senza per questo cancellare le azioni della seconda parte che guardano più ai grandi del cinema comico. Ma anche indagare la danza del physical theatre dei DV8 e di Ultima Vez per dilatare alcuni passaggi del loro lavoro carichi di immense possibilità di crescita.
Felix, tedesco, ha studiato in Svizzera e Sean dal North Caroline ha studiato ad Arezzo. Si sono incontrati e hanno creato in lavoro durante in mesi di lockdown al centro Plum Yard a Malovice nel sud della Boemia. Felix ora è ritornato a Berlino dove si occupa della sua compagnia e Sean è rientrato nella Repubblica Ceca dove lavora per una compagnia di teatro. Di loro ci rimane l’entusiasmo e il desiderio di spostarsi sempre avanti senza paura di abbandonare anche territori già conquistati -questa la lezione più grande di ogni giovinezza creativa.
DIFFERENTI SENSAZIONI continua ogni venerdì sera sino al 28 aprile e gli spettacoli sono a ingresso gratuito.
How Things Go
Concept, direction, choreography Felix Baumann (DE), Sean Henderson (US/CH)
Interpretation Felix Baumann (DE), Sean Henderson (US/CH)
Outside-Eye Marie Gourdain (FR)
Stage and visual design Felix Baumann (DE), Sean Henderson (US/CH)
Music / sound design Jakub Štourač (CZ)
Lighting design Jiří Šmirk (CZ)
Production Von B bis Z | Baumann & Zöller GbR (DE)
Co-production Švestkový Dvůr / Plum Yard (CZ)