RENZO FRANCABANDERA | La compagnia Fatti d’Arte nasce nel 2009 come gruppo formale, tutorato dal progetto Teatri Abitati, a Bitonto, città non lontana da Bari, e da ormai 14 anni svolge un lavoro di continuo attivismo culturale che si muove tra produzioni teatrali e performance.
Nell’ultimo decennio, tra gli spettacoli prodotti da Fatti d’Arte Hard Boxe è stato semifinalista al Premio Scenario 2013 e ha ricevuto una menzione speciale nella sezione monologhi del Premio Giovani Realtà 2013; lo spettacolo Manuale distruzione ha ricevuto il Premio della Critica del Fringe Festival di Roma del 2013, i Premi nazionali “Giovani Sb’Andanti”, “TeatrOfficina” e “Festival teatrale San Giovanni in Fiore 2016. Da nove anni la compagnia organizza il www.shakespeare, week with William Shakespeare, festival dedicato al Bardo e sostenuto nel tempo dal Comune di Bitonto, dalla Regione Puglia e dal MIC. Il www.shakespeare è definibile in un’azione che unisce lo spettacolo dal vivo, iniziative multidisciplinari e formazione del pubblico, grazie ad attività fuori e dentro il teatro.

Abbiamo rivolto alcune domande a  Raffaele Romita regista e direttore artistico, Mariantonia Capriglione attrice e Franco Colamorea, scenografo e costumista della compagnia, in occasione della nona edizione del festival www.shakespeare – partito a Bitonto dal 29 gennaio e che si conclude proprio in questo weekend  – quest’anno incentrato sull’attenzione al mondo femminile.

Locandina del festival www.shakespeare9 – week with william shakespeare

Come mai dedicare un festival, in Puglia, a Shakespeare?

Il percorso di formazione e conoscenza mio e dell’attrice Mariantonia Capriglione – dice Romita – parte da lontano proprio con lo studio di Shakespeare durante la frequentazione di due master organizzati dalla LAMDA di Londra diretti da Jenny Lipman e Peter James e successivamente dall’approfondimento del tema in una serie di masterclass tra Italia, Londra e Parigi. L’affezione che lega il nostro operato alla penna di Shakespeare ci ha condotto a realizzare un percorso di ricerca sul suo testo, ad affrontare un continuo studio iconografico sui suoi personaggi e sulle sue ambientazioni nonché ad analizzare i messaggi reconditi che vediamo ancora attuali e attuabili, nell’opera del Bardo. Infatti l’assioma che dalla prima edizione accompagna il nostro festival è declinato da Jan Scott e dice: “Shakespeare è come il mondo, o come la vita. Ogni epoca vi trova quello che cerca e quel che vuole vedervi”. Così noi cerchiamo di restituire alla poetica shakespeariana un pensiero e una volontà contemporanea.

Mariantonia, come mai quest’anno il www.shakespeare è dedicato al mondo femminile?

Il Festival nato dalla volontà di ripercorre e studiare la drammaturgia shakespeariana riportando il teatro classico nell’immediatezza del contemporaneo, quest’anno propone un’edizione speciale dedicata al mondo femminile perché da donna posso affermare che ancora molto il nostro mondo deve al genere femminile. Siamo partiti dall’analisi di una frase che Virginia Wolf riporta in Una stanza tutta per sé: “Se il genio di Shakespeare fosse sbocciato in sua sorella Judith, nessuno avrebbe potuto evitarle il destino tanto tragico quanto quello di alcuni dei suoi personaggi femminili nati dalla penna del fortunato fratello. Costretta a reprimere il proprio talento”. Da questa affermazione si snoda il programma della nona edizione del nostro festival che ha dato i natali allo spettacolo Willy’s and Vagina’s Monologues.

Fatti d’Arte Will’s and Vagina’s monologues, ph Armando Velluso

Mariantonia, a tal proposito, perché questo titolo che sembra parafrasare ‘I monologhi della Vagina’?

Willy’s and Vagina’s Monologues sperimenta una connessione tra la sensibilità delle eroine shakespeariane e le storie del celebre testo dell’autrice americana Eve Ensler I monologhi della Vagina, portando in scena e disinnescando preconcetti legati alla tematica del dolore, della rabbia e della violenza. Shakespeare anticipa i tempi, porta in scena l’umanità e traduce in realtà i destini di alcune sue eroine; spesso però, i suoi scritti sono permei della misoginia tipica del suo tempo, che non è distante dalla visione patriarcale di alcuni nostri “mondi”. Questa visione sbilanciata tra Uomo e Donna l’abbiamo tradotta nel titolo scelto; il termine “Willy” raccoglie il duplice significante di abbreviazione del pre-nome di Shakespeare e di fallo maschile, mentre Vagina indica la specificità sessuale della donna, nonché rappresenta la protagonista del più famoso testo della Ensler. In un periodo storico come questo, in cui le donne ancora lottano per affermare la propria dignità e difendere i propri diritti, abbiamo sentito il dovere di rompere alcuni tabù per giungere a una consapevolezza: la vagina è portatrice di vita, ma anche di morte se viene “usata” senza consenso; è foriera di gioia ma anche di dolore quando viene “abusata” e in più, pensando ad una donna di Shakespeare, che ha subito il dolore e la violenza come Desdesmona ci siamo chiesti: e se avesse parlato? Da qui nasce il nostro spettacolo che mescola il registro linguistico contemporaneo a quello shakespeariano.

Franco, qual è la poetica dietro le sfere che definiscono la scenografia di Willy’s and Vagina’s monologues?

Il luogo immaginato è quello della mente; una mente lattiginosa in cui si muovono le certezze e le incertezze di una donna ingabbiata in una relazione malata con il suo compagno e con il mondo. Le sfere diventano il pendant dei luoghi fisici legati al racconto: la notte illuminata dalla luna, il party del “gemito” femminile, il buco nero e circolare dell’organo, la clitoride. Pertanto nella mia mente si è materializzata una scenografia che potesse descrivere queste suggestioni definite da una figura geometrica simbolo della Vita, che rappresenta la perfezione, l’omogeneità, l’assenza di divisione e distinzione. Tutto in natura riprende la simbologia del cerchio: dall’atomo, ai pianeti, all’ovulo.

Raffaele il festival ha visto altre attività coinvolgere la cittadinanza, potresti descrivercele?

Il festival si è aperto con una visita guidata: Bitonto e la donna di Shakespeare nel Cinquecento con la presenza guidatori in costume realizzata in collaborazione con PugliArte; nel centro antico di Bitonto sono state realizzate delle azioni di guerrilla urbana partecipata con i passanti, mentre all’interno del Laboratorio Urbano Officine Culturali è stata realizzata la prima l’EscapeRoom Shakespeariana bitontina – installazioni semi-permanente – in cui gli spettatori sono stati coinvolti in un gioco alla scoperta di un mistero a tema shakespeariano. Presso gli spazi della Biblioteca E. Rogadeo è stato realizzato il primo esperimento di Human Library in Puglia: un evento organizzato con la partecipazione di Emergency, strutturato come una biblioteca, ma che ha sostituito il prestito di libri con il racconto di storie “umane”, alle quali sono state associate eroine shakespeariane. Coloro che hanno animato la Human Library hanno sperimentato pregiudizi, esclusione sociale, esperienze affini ai personaggi nati dalla penna del Bardo. Come da cinque edizioni a questa parte del festival presso la Ferrotramviaria sono state realizzate le performance teatrali Ci scusiamo per il ritardo. storie di Shakespeare nell’immaginario comune, in cui due attrici in costume hanno raccontano ai viandanti le tribolazioni di Adriana e Luciana de La commedia degli equivoci. Sono state realizzate delle Incursioni teatrali declinate al femminile dai laboratoristi e dalle laboratoriste del corso di teatro “La scena possibile”. Come ultimo appuntamento uno spettacolo claustrofobico e violento vincitore di due premi Ubu nell’edizione 2022 Con la carabina della Compagnia Licia Lanera.

Incursioni teatrale durante il www.shakespeare9

Raffaele qual è stata la ricaduta sul territorio?

Il www.shakespeare crea opportunità, unità e volontà. Le azioni di guerrilla urbana sono sempre partecipate; la Human Library ha sensibilizzato i “lettori” o meglio gli “ascoltatori” a tematiche come la diversità, la malattia, la guerra. Gli spettacoli creano connessioni con i colleghi lontani e vicini mentre, le attività laboratoriali che nascono a latere del festival spesso sono il volano per l’inclusione di allievi nelle nostre produzioni. Il festival diviene una voce ‘off’ che si affianca alla più classica offerta teatrale che vede il teatro comunale T. Traetta di Bitonto spesso solo come contenitore “passivo”.

Quale futuro per il festival?

Rispondiamo a questa domanda con l’annuncio della decima edizione alla quale stiamo già lavorando e recitando una frase di Shakespeare a noi cara, destinata anche a chi deve credere nella trama e nell’ordito che si crea tra passato e contemporaneo: ‘Non è nelle stelle che è conservato il nostro destino, ma in noi stessi’.

 


FESTIVAL www.shakespeare9 – week with William Shakespeare

Spettacolo WILLY’S AND VAGINA’S MONOLOGUE

Regia e direzione artistica Raffaele Romita

Spettacolo di e con Mariantonia Capriglione

Scene e costumi Franco Colamorea

Bitonto | 29 gennaio-12 febbraio 2023