GIANNA VALENTI | Da un’opera d’arte in uno spazio espositivo a una performance teatrale, seguendo una mappa che attraversa diversi ambienti — un percorso di trasmutazione alchemica che si incarna in sguardi e corpi e che si manifesta nella creazione di oggetti e in azioni che si rivelano presenze performative.
ALTER, spettacolo visto su scena alla Officine Caos di Torino per la rassegna Differenti Sensazioni, è il work in progress, e ultima tappa, almeno per quest’anno, di questo percorso. In scena cinque performer di Stalker Teatro, la compagnia stabile di Officine Caos, hub culturale, teatrale e produttivo, con un’attività che dal quartiere Vallette si irradia sull’intero territorio metropolitano e a livello internazionale (qui l’intervista di Pac a Stefano Bosco, project manager di Caos).
ALTER nasce da azioni di relazione tra opere d’arte e corpi e dà vita a una drammaturgia mobile che attraversa, reagisce, dona e si lascia modificare per accogliere una pluralità di mezzi espressivi e una molteplicità di desideri.
Propone una visione che trova nell’incontro con le persone la misura e la concretezza del proprio esistere nel mondo: «È attraverso questa relazione — ci racconta Gabriele Boccacini, direttore artistico di Officine Caos/Stalker Teatro e regista dello spettacolo — che ciò che è ideazione si traduce in qualcosa di concreto. Questa relazione permette alla visione di arrivare e farsi forma, di farsi linguaggio che comunica».
Le arti visive sono la progettazione, l’aspetto mentale, «sono il mettere insieme i materiali inerti e creare luccicanza di ciò che può emergere come energia», ma «la sostanza di questa energia, la possibilità che si possa manifestare concretamente è data dal relazionarsi con altre persone — è la relazione che dà vita concretamente alla luccicanza».
Le arti visive come traccia drammaturgica: «Consegno ai performer dei semplici oggetti o degli oggetti che ho creato (non indico personaggi, testi letterari e non contestualizzo vicende narrative), oggetti da utilizzare che arrivano da un pensiero sollecitato da un’opera visiva e che esprimono già una volontà precisa».
In questa visione del teatro, continua Boccacini, «l’attore/performer è un artefice della scena che riesce a comporre gli elementi materiali, lo spazio e i suoni, secondo la sua visione, il suo progetto, la sua formula magica, e che riesce a mettere insieme questi elementi per far sprigionare un’energia capace di coinvolgere gli altri».
Il rapporto tra il teatro e le arti visive sono al cuore della missione di Stalker Teatro e ALTER distilla per la scena Metropolitan Art, un progetto di arte partecipativa, un percorso sull’avvicinamento dei cittadini all’arte contemporanea che ha appena concluso il suo settimo anno di produzione. Attraverso gli sguardi esperti delle guide dei dipartimenti di educazione dei musei coinvolti, e accompagnati dalle azioni e dai corpi esperti dei performer, i cittadini sono chiamati a partecipare attivamente agli ambienti e alle opere d’arte selezionate e a elaborare reazioni e relazioni a partire dai materiali proposti.
Metropolitan Art mette al centro l’unicità e la creatività individuale, riconosciuta non solo ai professionisti, ma anche a ogni singolo corpo che aderisce al percorso: i corpi del pubblico che sono chiamati a essere osservatori e al tempo stesso autori e a cui si chiede di entrare in relazione con ogni altro corpo presente e con gli oggetti che vengono creati.
Gli oggetti di Stalker sono pezzi di stoffa, di legno, plastiche, scarti del quotidiano — oggetti poveri che legano il lavoro di Gabriele Boccacini a quello dell’arte povera che ha avuto terreno fertile proprio qui a Torino, con artisti come Michelangelo Pistoletto e Mario Merz con cui la compagnia ha ampiamente collaborato.
Al termine di ogni visita ai musei che aderiscono al progetto (Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea; GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea; Reggia di Venaria; PAV Parco Arte Vivente; Palazzo Madama Museo Civico d’arte antica), il gruppo di cittadini — assolutamente trasversale per età, preparazione culturale e abilità — insieme ai performer professionisti, agisce una breve performance a partire dai materiali prodotti che si trasformano così in materiali scenici. REACTION è il nome dato a questi eventi performativi, dove il cittadino, il corpo quotidiano, il corpo/persona si trasforma da osservatore a co-autore e da co-autore a attore/performer.
Negli anni le REACTION sono state 50 e ALTER, lo scorso 17 marzo, ne ha presentate sei, liberamente ispirate a opere d’arte contemporanea di diversi artisti. In scena, e ne cito solo alcuni, Tony Cragg, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Marina Abramovic, Anselm Kiefer, Giorgio De Chirico, Hai Steinbach, Ai Weiwei.
Le loro opere, rivisitate, diventano sulla scena di Stalker segni visivi mobili. Segni perché azioni gestuali e relazionali che condensano un’esperienza con la precisione e la brevità di un segno grafico, di un codice, di una runa celtica e di altri linguaggi che nascono dalla brevità e dalla compressione. Segni come cristalli che si sono formati attraverso le alte temperature della luccicanza, di cui ci parla il regista, della reazione e della relazione, accumulando così un valore vibrazionale capace di generare altre espressioni e altre relazioni.
L’ultima parte della serata è liberamente ispirata a Fragments, un’opera del 2005 di Ai Weiwei. I performer entrano e appoggiano cinque aste, cinque porta microfoni, che segnano la scena orizzontalmente, dilatandola. In contrasto con questa visione spaziale, cominciano poi a trafficare con delle borsette che tengono al collo e da cui tolgono delle semplici e grandi clip metalliche che iniziano ad agganciare una all’altra. Agiscono con tranquillità, distacco e una modalità assolutamente quotidiana nello stare, nello spostarsi e nel camminare.
È con questa matter of fact attitude da performance newyorkese anni ’60/’70, che allargano la scena allo spazio del pubblico. Si avvicinano casualmente a delle persone e le coinvolgono nel loro affaccendarsi, attraendole sulla scena come se fosse assolutamente normale alzarsi ed entrare là, dove lo spettacolo si svolge. Gradualmente, e con questa assoluta semplicità, la quasi totalità dei corpi del pubblico scivola sulla scena.
Essere invitati a interagire con i performer è un codice largamente utilizzato. Quando lo accetti, sai di essere nello spettacolo e sai di essere entrato in uno spazio in cui avrai degli spettatori. La bellezza e la forza rituale di questi momenti negli spettacoli di Stalker è che letteralmente i corpi del pubblico fluiscono sulla scena, come attratti da un’energia invisibile che li chiama a condividere delle azioni con i performer e con gli altri corpi, in uno spazio in cui si sentono scenicamente abili. Alla fine applaudono sulla scena, applaudono a ciò che insieme si è creato, applaudono ai performer, applaudono a loro stessi e ogni barriera cade.
Questo il senso del fare di Stalker Teatro: la relazione che sa sprigionare un’energia capace di far cadere ogni separazione tra arte e quotidianità, per rimettere al centro la persona con la propria unicità e creatività e ogni corpo con la propria abilità.
DIFFERENTI SENSAZIONI continua ogni venerdì sera sino al 28 aprile e gli spettacoli sono a ingresso gratuito.
ALTER
concept Gabriele Boccacini
original score Riccardo Ruggeri
performer Stefano Bosco, Dario Prazzoli, Gigi Piana, Erika di Crescenzo, Elena Pisu
light design Giorgio Peri
production Stalker Teatro
support Ministry of Culture, Piedmont Region, Turin City Council