CHIARA AMATO | Ha aperto la sezione di prosa del Festival LGBTQIA+ Lecite Visioni, organizzato e promosso dal Teatro dei Filodrammatici di Milano (per approfondimento leggi qui), Acanto con la regia di Nicola Russo.
Il regista romano ha presentato in prima nazionale, uno spettacolo intenso la cui drammaturgia si sviluppa intorno all’incontro di due uomini in una sala d’attesa in un centro analisi per persone contagiate da HIV.
I lavori di Russo spesso trattano di situazioni liminali, e come aveva diceva uno dei suoi personaggi in Christophe o il posto dell’elemosina:”guardo le persone ‘dalla mia posizione in ginocchio per terra‘.”
La scena buia, di Giovanni De Francesco, è abitata da pochi oggetti: due sedie ai lati, rivolte l’una verso l’altra, come allo specchio; al centro un monitor, che segnala i turni per le visite.
I due attori in scena, Alessandro Mor e Gabriele Graham Gasco, formatisi rispettivamente alla scuola d’arte drammatica del Piccolo e alla Silvio D’amico, interpretano due sconosciuti di età diverse, che si incontrano qui e iniziano a confrontarsi, dapprima sullo spazio fisico che li circonda; poi il dialogo diventa un viaggio immaginario nei luoghi dell’eros e delle loro esperienze sessuali e non solo.
Indossano abiti di tutti i giorni (anche questi di De Francesco), proprio a comunicare la quotidianità di quel gesto del tutto ordinario: andare a effettuare un controllo medico.
La recita viene inframezzata però da immagini video, di Matteo Tora Cellini, proiettate a fondale, in cui i due uomini fluttuano in un u-topos di cui non cogliamo subito le coordinate nette: si intravede a momenti un divano, un parco, ma senza una definizione specifica. Nell’evolversi del dialogo colleghiamo che quei luoghi sono gli stessi dei loro racconti amorosi.
L’amore è ‘un’amicizia colorata’, il loro relazionarsi ha toni rapidamente intimi, amicali, affettuosi.
Si respira il marchio delle regie di Russo, spesso popolate di sguardi e sospiri che dicono sovente oltre i dialoghi. I due fanno sentire sulla pelle le loro emozioni: sono spaventati e simpatetici nel condividere questo tempo di attesa.
Il disegno luci, di Giacomo Marettelli Priorelli, li incornicia ognuno sulla propria sedia, dalla quale per pochi momenti si alzano, sia per irrequietezza, sia per diminuire la distanza fra di loro, tra due individui così vicini in realtà, che si fissano, ricordando la Abramovic nel suo The Artist Is Present: manca il tavolo a separarli, ma c’è lo schermo, ci sono le parole, a tratti finanche superflue.
La mimica, il tono di voce e l’ironia creano il movimento profondo dello spettacolo. Paradossalmente, nonostante la situazione rappresentata, riescono a far sorridere di tenerezza e ridere di gusto nel racconto dei loro primi incontri omosessuali (sulle note di Pop Porno de Il Genio).
Qui, come in Anatomia comparata (una festa per il mio amore), Russo si occupa di malattia e di tematiche LGBTQIA+ senza che vengano percepite come argomenti a sé, clusterizzati, anzi: i suoi spettacoli tracciano percorsi, scavano aspetti dell’esistenza umana con naturalezza, affrontando anche argomenti ostici, complessi.
Sono consapevoli entrambi, i protagonisti di questa vicenda, che il luogo dove si trovano è infausto, si sentono in una zona di grave rischio per la loro salute, ma riescono con ironia e fantasia a stravolgere quello che il pubblico si aspetterebbe.
Non ci si sente fuori luogo nel ridere alle loro battute, perché nel gioco della vita c’è anche il dover affrontare con leggerezza e intelligenza le sfide che si incontrano lungo la via.
ACANTO
autore e regia Nicola Russo
cast Alessandro Mor, Gabriele Graham Gasco
scene e costumi Giovanni De Francesco
disegno luci Giacomo Marettelli Priorelli
suono Andrea Cocco
assistente alla regia Isabella Saliceti
video Matteo Tora Cellini
produzione Monstera
crediti fotografici Matteo Tora Cellini
Teatro dei Filodrammatici, Milano | 3 maggio 2023