LEONARDO DELFANTI | “Il nostro teatro è la città stessa, fatta di luoghi, storie, interazioni e persone. Facilitiamo l’incontro di persone e idee attraverso pratiche artistiche multidisciplinari”. Queste le parole che accolgono chi visita il sito di Pergine Festival, quest’anno andato in scena dal 1 al 15 di luglio presso l’omonima città della Valsugana; questo lo spirito con cui ci siamo imbattuti sin dai primi contatti con Babilonia Teatri, che del festival ha curato la direzione “come se fosse un’opera d’arte”.

Un occhio anziano, marcato da una linea viola, scruta chiunque passi per le vie della città come a dimostrare che Pergine, giustamente orgogliosa di essere giunta alla sua quarantottesima edizione, osserva le giovani generazioni di attori e spettatori per apprenderne, nuovamente, il rito dell’incontro.
È l’occhio senza età di Enrico Castellani e Valeria Raimondi, due ribelli del teatro italiano che, indagando le contraddizioni della società italiana uno spettacolo alla volta, sono oggi approdati a Pergine, per riunire il vecchio e nuovo modo di pensare un festival al servizio della comunità.
Il mezzo scelto per raggiungere tale obiettivo è la multidisciplinarietà dei linguaggi. Sin dall’apertura della conferenza stampa, in cui la direzione ha letteralmente preparato il pane davanti ai presenti, performance, circo, teatro e concerto sono stati saggiamente amalgamati per “nutrire menti e cuori di tutte le età” su quel tavolo che è metafora del palcoscenico e della vita.

È così che Favole senza età, l’installazione sonora prodotta dal Teatro dei Venti assieme ai residenti della casa di riposo Santo Spirito di Pergine, diviene un audiolibro accessibile gratuitamente presso la biblioteca comunale. Per tutta la durata del festival chiunque lo desiderasse ha potuto farsi trascinare nella fantasia degli anziani ritornati bambini grazie alle favole di Gianni Rodari. La brevità dei testi, unita alla verità di chi la voce la usa da tutta la vita, riesce a rievocare in una forma nuova il piacere della narrazione.

Anche Ugo Pagliai, campione della vecchia guardia e grande amante dell’innovazione, ha deciso di dare il suo contribuito per il festival leggendo in anteprima il testo di Matteo Caniglia, vincitore del Premio Hystrio Scritture 2022. Paesaggio estivo con allocco che ascolta è infatti la storia di un padre e un figlio che, camminando per la foresta, descrivono e disegnano gli uccelli che di volta in volta ascoltano.

Il senso dell’udito e l’accessibilità dei contenuti culturali per un pubblico con disabilità uditiva sono stati al cento del workshop coadiuvato dall’associazione culturale Fedora, che da anni lavora per un teatro inteso come bene comune, a cui tutti devono poter accedere.

Grande attenzione è stata data anche al teatro ragazzi. È questo il caso di SBUM! YES, WE CAKE dei fratelli Marta e Diego Della Via. Una produzione de La Piccionaia che porta in scena un’indagine sulle contraddizioni intrinseche del sistema democratico attraverso quella che la giuria di Eolo Award 2023 ha definito “una scrittura vivida, ironica ed intelligente, apparentemente di stampo surreale”.

Uno vale uno e tutti devono avere una fetta della torta che il governo mondiale ha deciso di donare agli appartenenti al genere umano. Ma come fare con i gusti, le intolleranze alimentari e la volontà di non sprecare il bene comune? Per risolvere questo puzzle fanta-demografico i due attori trasfigurati in vox populi, capi di stato, computer e anche cuochi dotati di grembiuli lunghissimi, dovranno discutere una delle questioni chiave dell’umanità oggi: l’ineguale distribuzione delle risorse.
L’umorismo accessibile anche ai più piccoli, la capacità degli attori di interagire con un pubblico piacevolmente coinvolto e la semplificazione non banale di un tema che semplice non è, rendono SBUM! YES, WE CAKE una produzione capace di rendere fruibili temi altriementi complessi.

L’accessibilità come cifra caratteristica del teatro ragazzi è anche ciò che Niccolò Matcovich e Laura Nardinocchi hanno portato in scena con Arturo, lavoro che ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui il Premio Scenario Infanzia 2020. Operando sulla memoria paterna attraverso aneddoti, oggetti carichi di ricordi e l’incontro immaginario tra i rispettivi padri, la coppia Nardinocchi-Matcovich ci svela, passo dopo passo, la forza ancestrale del ruolo paterno.

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Ph: Simone Galli

Il meccanismo è quello del gioco a cui il pubblico partecipa attivamente. Una lavagna i cui pezzi sono disseminati in maniera casuale sul palcoscenico riempie le singole scene che di volta in volta i due artisti vanno a raccontare e ricomporre. Le indicazioni per questo canovaccio sono semplici frasi capaci di stimolare i nostri ricordi più profondi. Che si tratti di “quella volta in cui” o di “e se…”, gli autori riescono a oltrepassare il limite della memoria personale per arrivare, un tassello alla volta, all’elaborazione delle tracce collettive che compongono la nostra immagine di padre. I padri sono prima di tutto uomini, le cui debolezze e ossessioni tratteggiano magistralmente un individuo che ognuno di noi vorrebbe fosse perfetto, ma che perfetto non sarà mai. Carta e penna, infine, vengono offerti a tutti coloro che vogliano uno spazio di condivisione, via via riempito con riflessioni, ricordi o rancori sopiti.

A chiusura di ogni serata, una serie di concerti gratuiti coniuga la volontà degli organizzatori di dar voce alle band emergenti trentine con il piacere di fare rete tra cittadini e operatori teatrali.

 

SBUM! YES, WE CAKE

di e con Marta e Diego Dalla Via
direzione tecnica Roberto Di Fresco
costumi e Oggetti di scena Elisabetta Granara
un progetto Fratelli Dalla Via/La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale

 ARTURO

in scena Laura Nardinocchi / Niccolò Matcovich
scena Fiammetta Mandich
suono Dario Costa
luci Marco Guarrera
organizzazione Silvia Zicaro
assistenza e cura Anna Ida Cortese
produzione Florian Metateatro
con il contributo di Associazione Scenario, Teatro Due Mondi, ACS – Abruzzo Circuito Spettacolo, Centro di Residenza della Toscana (Armunia Castiglioncello – Capotrave / Kilowatt Sansepolcro), Residenza produttiva Carrozzerie | n.o.t.
con il sostegno di Teatro di Roma – Teatro Nazionale