LILIANA TANGORRA | #OVERTIME è il titolo della XXVII edizione del Festival Internazionale Castel dei Mondi tenutosi ad Andria dal 25 agosto al 24 settembre.
Questa edizione del festival ha invitato lo spettatore a riflettere sulla definizione di ‘schema’, stimolandolo a trasbordare da modelli pre-definiti della realtà ‘coatta’ fuori e dentro il palcoscenico. La scelta degli spettacoli e delle mostre ospitati durante la kermesse ha condotto alla buona riuscita di un festival storico della regione Puglia, che anche quest’anno è stato guidato da Riccardo Carbutti.
Il festival si veste da anni sempre più di interdisciplinarità e si arricchisce di mostre temporanee e laboratori, oltre che di performance teatrali.
Ad aprire le porte agli spettatori, ormai per tradizione in piazza Vittorio Emanuele II, una scultura dell’artista Dario Agrimi:Golem. Ispirato alla mitica figura dalle sembianze umane, dotata di una forza sovrumana, della tradizione ebraica, il Golem di Agrimi è paradigma dell’uomo che imbratta la natura con il suo disastroso e avventato passaggio, ma è anche denuncia di un cataclisma ambientale che colpisce l’uomo – di qui la sua maschera d’argilla – e la natura.
Nella chiesa di Porta Santa gli spettatori hanno ammirato l’installazione artistica di Renato Meneghetti, Optional. Optional è un gigantesco encefalo costruito in vinile trasparente, gonfiabile come una mongolfiera e alimentato da meandri di tubi trasparenti; dopo un alert sonoro, improvvisamente, il cervello di plastica di fronte allo spettatore si sgonfia e successivamente si gonfia lentamente a ri-formare una cupola encefalica. Un’esortazione dell’artista a utilizzare il cervello, a sviluppare il senso critico, il nutrimento per il nostro organo vitale che, altrimenti, si ‘svuoterebbe’.
Infine nel museo diocesano San Riccardo è stata ubicata l’installazione interattiva Geometric music del collettivo Superbe composto da artisti, informatici e designer con sede a Nanur in Belgio. Superbe ha creato un’installazione musicale collegata a dei box in cui erano intagliate figure geometriche alle quali erano collegati dei microfoni e dei magnetofoni. Dopo aver registrato un suono le box creavano un ritmo che raggiungeva contemporaneamente gli occhi e alle orecchie. Un chiaro rimando all’opera pittorica di Kandinskij, il quale associava colori e suoni, e che il gruppo belga ha tradotto in installazione.
Come ogni anno molteplici sono stati gli spettacoli ospitati dal festival, tra i quali prime nazionali e regionali.
Per questa edizione si è assistito allo spettacolo, in prima regionale, Saga salsa noir di Silvia Baldini e Giovanni Guerrieri di Qui e ora Residenza teatrale. La performance si è svolta negli ambienti del Museo diocesano San Riccardo, confermando la volontà del festival di occupare spazi non esclusivamente ‘teatrali’. Lo spettacolo con Francesca Albanese, Silvia Baldini, Laura Valli per la regia di Giulia Gallo e Giovanni Guerrieri ha declinato con ironia e vivacità un dramma familiare legato ai segreti mai espressi – tramutatisi in omicidio – di tre generazioni in scena: nonna, mamma e figlia.
Saga salsa noir è stato, per i trenta spettatori in scena seduti attorno a una tavola imbandita come in un consolo meridionale, un calarsi nell’intimità delle calde vite di tre donne, per leggerle attraverso il culto del cibo, un cibo caro alla cultura italiana: la salsa. Attorno a un desco, fra una portata e l’altra, Qui e ora ha messo in tavola – assieme agli spettatori – gli intrighi di un passato remoto e di un presente prossimo in cui tutti i sensi sono stati chiamati a partecipare alla scoperta di un mistero, come se si assistesse a una Cena con delitto. Coinvolgenti le protagoniste che hanno creato un’atmosfera conviviale e piacevole, non particolarmente incisive a livello attoriale, ma incontrovertibilmente travolgenti nell’atmosfera.
Sicuramente più profondo, collocabile in quella verve sarcastica tipica della poetica della compagnia Carrozzeria Orfeo, è stato lo spettacolo Robe dell’altro mondo (Cronache di una invasione aliena). In un mondo che accoglie con speranza e audacia degli invisibili alieni, si dipanano le storie di comune razzismo, scetticismo, divario socio-culturale. Una coppia di anziani – all’apparenza collocabili in quel ceto sociale basso-borghese, polite e ricco di convenevoli – ragiona intorno alla presenza di immigrati, rovina del proprio paese. A incrociare il loro dialogo la storia di una coppia gay di stranieri, a cui gli alieni hanno donano una bambina muta-forme. Come in tutte le storie che intrecciano la diffidenza e la surrealtà al quotidiano – un quotidiano influenzato dai preconcetti e dalla propaganda – gli alieni immaginati nel testo di Gabriele Di Luca, da benefattori e portatori di miracoli si tramutano in mostri bruti da sconfiggere perché ‘diversi’. I dialoghi, interpretati dagli attori estremizzando gli accenti, hanno stabilito volontariamente un linguaggio bizzarro, intrecciando momenti ironici e pungenti, critica sociale e assurdità. L’impianto scenico è stato definito dalla presenza dei quattro impeccabili disegnatori/attori Federico Bassi, Sebastiano Bronzato Massimiliano Sette, Giacomo Trivellini, che hanno creato in scena ambientazioni tridimensionali e che hanno incluso, nell’assetto scenico, attori proiettati in video. La musica persistente, il video ‘interattivo’ e il disegno dal vivo, hanno costituito una solida impalcatura scenica definita dalla regia di Gabriele Di Luca e Massimiliano Setti. I vari personaggi interpretati si sono innestati sul palcoscenico alle maschere di gomma indossate dagli attori, che ricordavano sia i rapinatori dei film polizieschi, sia l’immaginario creato da Familie Floz. La maschera ha aiutato a creare quei personaggi grotteschi, il cui dialogo serrato ha determinato una posizione politicamente scorretta che ha fatto convogliare l’attenzione dello spettatore attento su stereotipi ancora da scardinare. Una riflessione su schemi e preconcetti sociali che nemmeno gli alieni hanno potuto demolire, perfettamente innestata nella XXVII edizione di Castel dei Mondi.
Confermato il valore specifico del festival Castel dei Mondi, uno spazio polifonico e aperto alle sperimentazioni della performance e dell’arte dal vivo che restituisce al territorio, non solo andriese, un’attenzione alla produzione artistica nazionale e non, vetrina per le nuove produzioni teatrali in un territorio affamato di novità.
SAGA SALSA NOIR
di Silvia Baldini e Giovanni Guerrieri
con Francesca Albanese, Silvia Baldini, Laura Valli
regia Giuila Gallo e Giovanni Guerrieri, I Sacchi di Sabbia
produzione Qui e Ora Residenza Teatrale
con il sostegno del MIBAC
ROBE DELL’ALTRO MONDO
(cronache di un’invasione aliena)
drammaturgia Gabriele Di Luca
regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti
con (in o.a.) Federico Bassi, Sebastiano Bronzato, Massimiliano Setti, Giacomo Trivellini
voci reporter Alessandro Tedeschi, Valentina Picello
musiche originali Massimiliano Setti
illustrazione / grafica / animazioni Federico Bassi, Giacomo Trivellini
uno spettacolo di Carrozzeria Orfeo, Le Canaglie
FESTIVAL CASTEL DEI MONDI
Andria
25 agosto – 24 settembre 2023