CHIARA AMATO | Ancora una volta nel contesto del Festival MilanOltre, storica rassegna di danza a Milano ospitata dall’Elfo Puccini, si esibisce la Compagnie Marie Chouinard, già ospite in passate edizioni, con il suo ultimo lavoro dedicato al respiro. Lo spettacolo M, della coreografa canadese Marie Chouinard, si inserisce nella numerosa serie di creazioni che, a partire dagli esordi della sua carriera, affrontavano il tema del respiro, come Les Trous du ciel del 1991.
La Compagnia da lei fondata si configura come un punto d’arrivo di un percorso fatto di dodici anni di coreografie, performance, opere vocali, installazioni e film, cui ha lavorato anche come singola artista.
Partendo da micromovimenti ha creato ‘opere che possano essere percepite come provocazioni, come percorsi verso la libertà e la compassione, dove l’umorismo è possibile e l’eros onnipresente’ e, aggiunge la coreografa, ‘Il mio lavoro consiste nel catturare questa lunghezza d’onda primordiale’. Queste affermazioni trovano una realtà quasi tangibile nelle sue creazioni.
In M tutto inizia con quattro corpi in una ambientazione bianco latte: pavimentazione e fondale creano uno spazio utopistico che sarà arricchito da un unico oggetto di scena, un microfono, oltre che dalla presenza dai performer e dai giochi di luce (firmati dalla stessa Marie Chouinard).
I danzatori in posa di attesa, di riposo, quasi contemplazione, si guardano attorno con, in sottofondo, il suono di una pioggia scrosciante.
Da qui inizia il vero e proprio gioco alla base dell’idea della coreografa: le figure si alternano in primo piano con respiri dai suoni diversi, ritmici e con gorgheggi primordiali. L’effetto acustico di queste vibrazioni del respiro si sovrappone ad una musica monotono (di Louis Dufort), che cambia durante lo spettacolo.
Successivamente diventano dodici gli interpreti in scena (Carol Prieur, Valeria Galluccio, Motrya Kozbur, Paige Culley, Clémentine Schindler, Luigi Luna, Jossua Collin Dufour, Adrian W.S. Batt, Celeste Robbins, Michael Baboolal, Rose Gagnol e Scott McCabe), tutti a petto nudo, con parrucche, pantaloni e calze in tinte fluo (ideati sempre dalla Chouinard).
Le luci sono diffuse, sfumate, sulle tinte del blu, del rosso e dell’arancio, e scandiscono movimenti diversi che seguono sempre lo stesso schema: il respiro ritmico del singolo a dettare i gesti della collettività.
Corrono e ridono in cerchio come satiri impazziti in mezzo alla natura. Si muovono sul palco seguendo geometrie ad incastro, i corpi si sovrappongono e si incrociano, creando un effetto spettacolare.
Sono geometrie, appunto, che richiamano alla memoria opere di Escher, come Encounter, dove l’esattezza dei gesti si mischia dentro lo spirito di una comunità tribale, primordiale.
Si resta su un tono di leggerezza, di sorriso. Da una pulsione che scuote i polmoni e le ossa e dall’ascolto delle energie vitali del corpo, si risveglia l’emozione di essere vivi, ‘e poi chiudi i tuoi occhi con un sorriso’. La gioia e la sensualità promanano dai volti dei membri della compagnia, mantenendo forte l’interesse della platea. Il respiro accomuna l’essere umano e in questo caso ammalia, ci sussurra un ricordo primitivo: i movimenti anche quotidiani risultano armonici e appartenere comunque al mondo della danza.
In conclusione si aggirano come uccelli per poi incastrarsi, di volta in volta, in abbracci diversi, prima di stramazzare al suolo in riposo.
Esteticamente ogni tassello è al posto giusto, senza stonature di qualsivoglia natura: i colori, costumi – parrucche – luci, hanno un effetto dirompente, che colpisce l’occhio e la composizione del quadro d’insieme non è mai lasciata al caso; nelle loro combinazioni, i quadri scenici restano armonici e gradevoli.
Lo spettacolo risulta curato e coinvolgente, in un giusto equilibrio fra ricerca e spettacolarità: il concetto che ne è alla base è chiaramente comprensibile e fruibile anche per lo spettatore meno addentro alle specifiche questioni della ricerca coreutica, qualità non sempre diffusa nell’ambito della danza contemporanea, che spesso rischia di allontanare un pubblico non armato di conoscenze tecniche.
L’opera della Chouinard e della sua compagnia lascia uno stato d’animo di riallacciamento dell’essere umano con il tutto: il respiro, l’elemento naturale e la corporeità.
M
coreografie e partitura vocale Marie Chouinard
con la partecipazione degli interpreti Carol Prieur, Valeria Galluccio, Motrya Kozbur, Paige Culley, Clémentine Schindler, Luigi Luna, Jossua Collin Dufour, Adrian W.S. Batt, Celeste Robbins, Michael Baboolal, Rose Gagnol e Scott McCabe
musiche Louis Dufort
luci, set design, costumi e parrucche Marie Chouinard
trucco Jacques-Lee Pelletier
responsabile della produzione Jérémie Boucher
direttori delle prove Lucie Vigneault, Isabelle Poirier, Tony Chong e Amy Shulman
assistente luci Chantal Labonté
realizzazione costumi Philippe Massé
realizzazione parrucche Stephane Scotto Di Cesare
registrazione delle voci Vincent Blain
programmazione audio Maxime Lambert e Jérôme Guilleaume
assistente trucco Johanne Viens
montaggio di camera e teaser Gabriel Savignac
registrazione video Robin Pineda Gould e Camion Production
produzione La Compagnie Marie Chouinard