ELVIRA SESSA | Un Goldoni poco noto rivive sui palchi del teatro Argentina di Roma dal 31 ottobre al 19 novembre con Un curioso accidente, commedia in tre atti, portata in scena per la prima volta a Venezia nel 1760. Carlo Goldoni la considerava tra le sue preferite. Eppure è stata poco rappresentata.
Gabriele Lavia, che già aveva diretto due opere del celebre commediografo, Il vero amico (nel 1978) e La donna vendicativa (nel 1983), recupera ora, come regista e protagonista, questo capolavoro stranamente ignorato e al suo debutto nazionale conquista e diverte il pubblico.
La vicenda narrata si ispira a un fatto realmente accaduto a L’ Aja, nell’Olanda del 1750, al termine della “guerra dei sette anni” che vide coinvolte le grandi potenze europee dell’epoca e da cui la Francia uscì pesantemente sconfitta mentre l’Olanda, intenta ai traffici commerciali, era rimasta neutrale.
Protagonista è Monsieur Filiberto (Gabriele Lavia), ricco mercante olandese che ambisce a un matrimonio economicamente conveniente per la sua unica figlia Giannina (Federica Di Martino) e non sa che quest’ultima si è innamorata, ricambiata, del tenente francese che ha ospitato nella sua casa, Monsieur de la Cotterie (Simone Toni), povero e galantuomo. Certa di essere osteggiata dal padre che per mantenere alta la sua reputazione non avrebbe mai acconsentito a questo matrimonio, Giannina escogita un inganno che origina spassosi equivoci, con il risultato di beffare e alleggerire il genitore del denaro che egli aveva destinato ad altri scopi, coronando da ultimo il suo sogno.
Fedele alla poetica goldoniana, la messa in scena rompe frequentemente il filtro tra attori e pubblico. Il sipario è spostato nella parte posteriore del palcoscenico e il suo drappo, rosso sanguigno, scende fino alla platea come ad abbracciarla in un’unica emozione.
Sullo stesso palco, una decina di spettatori – vincitori del contest Instagram #CuriosoAccidente – è seduta di fronte al pubblico in sala, a creare un ideale anfiteatro. Gli attori con il loro movimento contribuiscono a creare questa magica osmosi.
Con prontezza fisica, salgono e scendono di continuo dal palco, si rincorrono tra gli spettatori, li interpellano e li stuzzicano con dialoghi scaltri e di tono brillante, mostrando tutti (a partire da uno scattante e agilissimo Gabriele Lavia nei panni di Filiberto; una energica Federica Di Martino in quelli di Giannina; un coinvolgente Simone Toni in Monsieur de la Cotterie; l’effervescente Giorgia Salari è Marianna in coppia con l’incisivo Lorenzo Terenzi interprete di Monsieur Guascogna; un riuscito Andrea Nicolini è Monsieur Riccardo; intensa è Beatrice Ceccherini nella dolce Costanza come brioso risulta Lorenzo Volpe, Arlecchino) un intenso affiatamento che si unisce alla notevole espressività che caratterizza la recita, in particolar modo nella parte vocale.
Le cantate corali degli attori, i suoni di Riccardo Benassi e la musica di Andrea Nicolini donano grazia e leggerezza alla rappresentazione. Con brillanti duetti Andrea Nicolini (primo pianista) dialoga con Leonardo Nicolini (secondo pianista); l’uso dei cluster sottolinea con efficace ironia i conflitti e i difetti dei personaggi.
Una cura particolare è dedicata ai costumi (Andrea Viotti) con originali bagni di colore enfatizzati dalle luci di Giuseppe Filipponio che donano vivacità e un tocco di magia ai movimenti degli attori.
L’allestimento scenografico di Alessandro Camera si muove su canoni di rigore e creatività: due pianoforti verticali, una poltrona su cui spesso si sdraia Filiberto addormentandosi, un’altalena che ora sostiene l’allegria di Filiberto, ora raccoglie la sua desolazione, ora colpisce e stordisce un confuso Monsieur de la Cotterie.
Particolarmente interessante è lo specchio mille luci, posto in un luogo che rappresenta al tempo stesso la stanza di Filiberto e un camerino di teatro, un santuario intimo dove il personaggio Filiberto gioca con l’uomo Lavia. E lo specchio diventa protagonista dell’ultima scena: verso di esso convergono i personaggi, vi si guardano riflessi, quasi a sottolineare quanto le apparenze, le convenienze e la reputazione possano condizionare le scelte di vita.
Un altro efficace dettaglio scenico è un Arlecchino-pupazzo adagiato sopra a uno dei due pianoforti, forse a rappresentare la morte della versione stereotipata di questa maschera tipica della Commedia dell’Arte che Goldoni ha avuto il merito di recuperare e trasformare in un personaggio reale e psicologicamente più complesso. E la maschera Arlecchino così modificata, si rianima nella scena finale, in un gustoso cameo di Lorenzo Volpe.
Un curioso accidente nella regia di Lavia è allestimento scoppiettante e attuale, che esalta l’arguzia femminile già viva nel testo e presente in molta opera goldoniana, e mette alla berlina i pregiudizi di una borghesia mercantile che non riconosce le ragioni del cuore.
Ancora una volta Lavia dimostra che la fedeltà al testo drammaturgico, sorretta dal talento degli interpreti e dall’intelligenza scenica, può essere una scommessa che premia.
La tournée proseguirà verso il Piccolo di Milano, Il Duse di Bologna, la Pergola di Firenze, il Carignano di Torino, il Rossetti di Trieste.
UN CURIOSO ACCIDENTE
di Carlo Goldoni
regia Gabriele Lavia
personaggi e interpreti:
Monsieur Filiberto Gabriele Lavia
Madamigella Giannina Federica Di Martino
Monsieur da la Cotterie Simone Toni
Marianna Giorgia Salari
Monsieur Riccardo Andrea Nicolini
Monsieur Guascogna Lorenzo Terenzi
Madamigella Costanza Beatrice Ceccherini
Un giovane Lorenzo Volpe
secondo pianista Leonardo Nicolini
scene Alessandro Camera
costumi Andrea Viotti
regista assistente Enrico Torzillo
musiche Andrea Nicolini
testi Canzoni Gabriele Lavia
suono Riccardo Benassi
luci Giuseppe Filipponio
produzione Effimera, Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Teatro della Toscana
Teatro Argentina di Roma | dal 31 ottobre al 19 novembre 2023