ENRICO PASTORE | A Genova è in corso la 14ma edizione del festival Testimonianze Ricerca Azioni, un appuntamento cardine nella stagione festivaliera del teatro italiano. Un festival può avere molte anime, nascere da esigenze diverse, ma per durare nel tempo in un panorama complesso, povero di risorse e affollato come il teatro italiano, deve sostanziarsi come un evento caratterizzato da una certa radicalità e un particolare rigore. Clemente Tafuri e David Beronio hanno saputo dare alla loro festa del teatro una funzione-crogiolo, di luogo in cui le traiettorie della ricerca si incontrano e si fanno vive, uno spazio in cui la testimonianza di una ricerca si fa azione diretta sul contemporaneo.
Testimonianze Ricerca Azioni, visitato nei giorni 8 e 9 novembre scorsi, non è solo spettacolo, ma incontri, dialoghi, libri, dibattiti, laboratori: un’azione teatrale capace di manifestarsi su più fronti e di essere efficace sui piani differenti della meraviglia e della riflessione, dell’emozione e della contemplazione filosofica. L’azione più importante risiede nel porre delle questioni, nell’affrontarle senza il desiderio di risolverle. Non è importante nell’arte trovare soluzioni, ma presentare enigmi che nella loro opacità significante, stimolano la ricerca.
Di queste ricerche e azioni bisogna pur dare testimonianza, rendere il sapore a chi non ha partecipato. Ed è difficile, perché la recensione non è che un elenco di stazioni dello sguardo e del pensiero, un viaggio a tappe che mal rappresenta e si adatta a un flusso di intrecci.
Un esempio è il progetto di Claudio Angelini e Città di Ebla dal titolo Spazio Presenza Azione – Città di Genova. Un incontro di poco più di un’ora con gli studenti di due licei genovesi in una forma ibrida conferenza/laboratorio/dibattito. L’aspetto di incompiuto, di organismo in crescita alla ricerca di una sua sostanza, è specchio della domanda alla base: esiste ancora un spazio pubblico? Può tale spazio essere ancora politico, luogo in cui la società civile si manifesta nelle sue differenze?
Immagini fotografiche di spazi cittadini e aforismi/domande stimolano il dibattito, la manifestazione di pensieri sparsi da parte dei partecipanti. Il conferenziere è muto, ricettivo, prende appunti, parla solo per porre altre domande. Non si giunge ad alcuna soluzione, eppure, al termine dell’esperimento, ciascuno porta con sé una ricchezza di pensiero che riempie l’animo. Questo progetto si concretizzerà in un oggetto spettacolare, in un ricerca scritta, in un testo drammaturgico? È importante saperlo?
Voodoo di Masque Teatro è un altro processo ricco di stimoli e sollecitazioni nella sua opacità. Un albero e una sedia sono poste ai due lati del palco. Sulla sedia un donna che inizia un percorso accidentato, tormentato, impossibile per colmare quello separazione. La sedia è oggetto di civiltà, l’albero di natura. La donna è vestita di abiti semplici. Il corpo è attraversato come da scariche, è contratto, mai rilassato. Le rigidità e gli intorpidimenti ricordano i corpi isterici nell’iconografia psicopatologica di fine Ottocento. La marcia verso l’albero è una via crucis costellata di cadute, passi indietro, perdite di equilibrio. Sembra che l’albero non verrà mai raggiunto. Eppur si giunge. E il corpo si sveste, si sporca di terra, si trasforma, senza mai arrivare a una pacificazione del conflitto. Tra natura e civiltà sembra non possa stringersi alcuna alleanza. Il conflitto è dilaniante per l’occhio che guarda costretto a fare i conti con questo mancato accordo.
The Red Thing di Dasding/Giampino – Guratti è un altro viaggio, non privo di dissonanze tra l’ordine e il caos, tra la regola e la sua frantumazione. Un viaggio attraverso i balli da camera in cui i codici vengono attraversati e abbandonati, da un ordine estremo a un caos vivificante. È un danza che si ascolta, che travalica lo sguardo: i passi sul tappeto, gli ansimi, gli schiocchi di dita. Chiudendo gli occhi si può percepire e visualizzare nello spazio. Gli stili sfilano, si accostano, travalicano uno nell’altro, si dissolvono. Se però Voodoo di Masque è azione scenica che tocca l’animo turbandolo, la danza di Dasding/Giampino – Guratti è oggetto artistico più razionale, un gioco di codici espressivi meno aggressivo nel porre una questione all’occhio che guarda.
Lo spettacolo di Nicola Galli Il mondo altrove – una storia notturna, è stato cancellato per impedimenti del danzatore coreografo ed è stato sostituito dalla proiezione del film Gianni Staropoli, una delle tappe del ciclo La parte maledetta – Viaggio ai confini del teatro per la regia di Tafuri e Beronio. Il dramma della luce emergente dal buio e il conflitto tra luce naturale e artificiale, raccontato da Staropoli, si fa immagine manifesta nei lampi di luce prodotti da un processo industriale, nelle fiamme dei cannelli di saldatura, nelle scintille che attraversano il buio, così come nei particolari dei fari da teatro, nelle luci a led che disegnano geometrie da op-art.
Un ultimo evento simbolo di una delle attività caratterizzanti Testimonianza Ricerca Azioni è la presentazione del libro Logosomia. Kafka Joyce Céline. Il teatro di Città di Ebla (AkropolisLibri 2023), ultima fatica di Akropolis nel campo dell’editoria teatrale. Il volume racconta tre spettacoli di Città di Ebla che hanno attraversato grandi autori della letteratura del Novecento, diventando teatro senza trasformarsi in mera rappresentazione. Il testo diventa azione, drammaturgia di corpi in movimento, parola che si fa voce: lo spazio chiuso di una sala da bagno ospita la trasformazione di Gregor Samsa, il ritardo tra fotografia e immagine dal vivo testimonia il permanere del passato nel presente che pervade il racconto I morti in Gente di Dublino di Joyce, la voce registrata diventa il racconto delle vicende del Dottor Semmelweis ritratto da Celine. L’opera teatrale si accosta alla letteratura, mantenendo la sua autonomia di linguaggio, rifiutandosi di essere mera appendice. Il testo è materiale pronto a trasformarsi e a risemantizzarsi.
Questo il racconto di due giorni a Testimonianze Ricerca Azioni, un racconto manchevole, incapace di comunicare la profondità di intenti che animano Clemente Tafuri e David Beronio nel proporre il teatro come una forma di pensiero totale, capace di intervenire sul reale con e al di là della sua manifestazione scenica.
VOODOO
di Masque Teatro
con Eleonora Sedioli
ideazione Lorenzo Bazzocchi
tecnica Angelo Generali, Lucia Ferrero
comunicazione Francesca Mambelli
produzione Masque teatro
con il contributo di MiC, Regione Emilia-Romagna, Comune di Forlì, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì
SPAZIO PRESENZA AZIONE – CITTÀ DI GENOVA
ideazione Claudio Angelini
in collaborazione con Matteo Lolletti, Francesco Tortori
produzione Città di Ebla
THE RED THING
concept e coreografia DasDing / Giampino, Guratti
performance Giuseppe Vincent Giampino e Riccardo Guratti
coproduzione TIR danza e Compagnia Atacama
con il sostegno di Triangolo Scaleno Teatro/Teatri di Vetro e Ass. Cult. Matisse