SOFIA BORDIERI* | SETTE è un lavoro-studio della QA-QuasiAnonimaProduzioni con la regia di Auretta Sterrantino che, con deferenza, ha estrapolato un nuovo testo, riscritto e reso autonomo, partendo dalla relazione controversa dei due figli di Edipo, Eteocle e Polinice, “condannati” al proprio fratricidio. Lo spettacolo prende, infatti, le mosse da Sette contro Tebe di Eschilo e da altri testi teatrali classici legati alla storia dei due fratelli. Accordatisi in un primo momento a governare un anno ciascuno la città, Eteocle, allo scadere del suo mandato, rifiuta di “lasciare il timone” al fratello, pronto ad attaccare per questione di giustizia. Ondeggiando tra l’amore fraterno e il desiderio di potere, si dicono a vicenda: «non voglio che tu muoia e non vorrei morire». Dunque, il nodo inestricabile è l’impossibilità di stabilire concordia, uno stato controverso in cui nessuno ha ragione e nessuno ha torto, nessuno è disposto a cedere, e entrambi pretendono che sia l’altro a farlo: un patto violato che si traduce in un’opposizione “danzante” che ha come unica possibilità la distruzione.
La performance è già in corso con l’entrata del pubblico. Sulle note registrate di un pianoforte sono sovrapposte sonorità anguste e cupe, tappeto musicale su cui si muovono rigorose e nerovestite Giulia Messina e Carlotta Maria Messina, sorelle dalla somiglianza gemellare, illuminate di viola dalla fila di led posti ai lati del “ring”.
Nella scena aperta della suggestiva Sala Laudamo a Messina, il palcoscenico quadrato è vicinissimo al pubblico. Le due performer si muovono all’unisono come fossero l’una il riflesso dell’altra, in un gioco continuo di opposizioni spaziali che concretizzano il rapporto “maledetto” di Eteocle e Polinice. Protagonista scenica assoluta è la partitura gestuale: geometrica, dettagliata – nei movimenti delle mani, negli appoggi dei piedi – mai incerta. Su un beat ostinato si sovrappongono le voice off registrate delle due attrici che pronunciano un flusso di parole evocative in italiano, francese, inglese, spagnolo. I registri coreutici rimangono predominanti e sono molteplici: dalla “linearità” labaniana, allo slowmotion fino ai densi spostamenti di peso che generano figure ondulanti. Proprio il movimento e la prossemica riescono a raccontarci la caparbietà dei due fratelli ognuno dei quali continua, seppur con dolore, a trattenersi nella propria direzione.
Quella ostilità è resa scenicamente senza contatto fisico, in modo chiarissimo, scevra da didascalismi. Dal riflesso gestuale reciproco all’azione/reazione, la danza si sviluppa in ogni direzione, stanziando su tutti i fronti, degerarchizzando la visione frontale che prevale solo alla fine, insieme al testo declamato.
La durata è interamente scandita da rintocchi, come la divisione in scene della tragedia o un incontro di pugilato, ed è animata da un progetto sonoro molto interessante (curato da Vincenzo Quadarella) che assorbe gesti e voci delle sorelle Messina, insieme al dramma, in una dimensione temporale a noi vicina, con un sapiente missaggio di sonorità, quelle del pianoforte e dell’organo, con l’elettronica e la techno.
Con SETTE Sterrantino inserisce un nuovo tassello all’interno della sua ricerca sui testi classici e sul movimento da lei considerato centrale mezzo eloquente. Una direzione che può affidarsi ancora di più alla “natura” del performativo – nell’azione, nel luogo teatrale, nel rapporto con il pubblico – ed essere, insomma, più audace. La visione è stata comunque una piacevole sorpresa considerando il territorio prevalentemente abitato da proposte commerciali.
Il progetto è nato grazie a una serie di residenze creative svolte tra Messina e i Dipartimenti della Facoltà di Filosofia e lettere dell’Università di Malaga (dove lo spettacolo verrà portato in scena a febbraio) per poi giungere nelle università di Coimbra, Valencia e Barcellona. La stessa rete di studiose e studiosi dei differenti atenei è stata promotrice del Convegno Varcare la soglia. Teatro, rito e festa tra passato e presente. Prime giornate di studi sul teatro antico e la messinscena contemporanea, ambito entro cui lo spettacolo ha debuttato, svoltosi il 29 e 30 novembre all’Università di Messina e il primo dicembre presso la Fondazione INDA.
SETTE
studio a partire da Sette contro Tebe di Eschilo
regia e drammaturgia Auretta Sterrantino
musiche originali e progetto audio Vincenzo Quadarella
assistente alla regia Elena Zeta
interpreti Giulia Messina, Carlotta Maria Messina
una produzione QA-QuasiAnonimaProduzioni e Nutrimenti Terrestri di Maurizio Puglisi, in collaborazione con l’EAR-Teatro Vittorio Emanuele di Messina
Sala Laudamo, Messina | 28 e 29 novembre 2023
* PAC LAB è il progetto ideato da PAC Paneacquaculture, anche in collaborazione con docenti e università italiane, per permettere il completamento e la tutorship formativa di nuovi sguardi critici per la scena contemporanea e i linguaggi dell’arte dal vivo. Il gruppo di lavoro di Pac ne accoglie sul sito gli articoli, seguendone nel tempo la pratica della scrittura critica.