Eleonora Melis D’Orazzi* | Nel 1911, Arrigo Boito, drammaturgo e librettista di spicco italiano del primo novecento, noto soprattutto per il suo melodramma Mefistofele, comunicò al proprio editore di aver portato a termine Nerone, un’opera intensa e ricca di dettagli che hanno portato la medesima a una notevole popolarità.
Dunque mi chiedo, come mai accanto al titolo di Nerone, spesso leggo un connubio con l’aggettivo “incompiuto”?
In effetti, la storia della sua composizione è interessante, nonché emblematica, poiché Boito, non riuscì a portarla a termine prima della sua morte nel 1918. La decisione di Antonio Smareglia e Vincenzo Tommasini di completare l’opera è stata fondamentale, per poter donare questa preziosa rarità musicale al pubblico che vide la scena per la prima volta nel 1924 a Milano, con Arturo Toscanini come direttore.
L’esperienza musicale di Boito affascina ancora il pubblico a tanti anni dalla sua scomparsa, riaccende il suo nome in Sardegna arrivando a calcare il palco del Teatro Lirico di Cagliari proprio con il Nerone, ricevendo nuova vita; fresco, dinamico, potente, riesce a esprimere tutto il fervore che risiede nei sentimenti dei protagonisti, come fosse un debutto tanto atteso.
Nonostante il successo iniziale, è stata raramente eseguita nel corso degli anni. L’ultima esecuzione in Italia, infatti, fu nel 1975, sotto la direzione del maestro Gianandrea Gavazzeni, a sottolineare la sua rarità e la sua presenza sporadica nei repertori teatrali.
Questo evento così raro potrebbe portare nuova luce su un’opera spesso trascurata, offrendo al pubblico contemporaneo l’opportunità di scoprire e apprezzare questa creazione musicale unica. Il nuovo allestimento, curato dal regista Fabio Ceresa, promette una visione innovativa e suggestiva.
Ceresa porta la sua esperienza, cercando di coniugare fedeltà al libretto e una lettura semplice attraverso una proposta visiva pulita, lineare e comprensibile.
Significativo, inoltre, che l’opera sia stata messa in scena a Cagliari. Il pubblico risponde in maniera positiva alla fruizione delle grandi opere liriche e classiche che il Teatro Lirico sta proponendo nelle sue stagioni, contribuendo a preservare e valorizzare il patrimonio musicale italiano, coinvolgendo una platea e un foyer appassionato e multi generazionale. Difatti, il Teatro Lirico, da qualche anno, promuove iniziative e agevolazioni per permettere a un pubblico sempre più ampio di assistere agli spettacoli.