CHIARA AMATO* | Dal 6 al 12 maggio si è svolta, al Teatro dei Filodrammatici di Milano, l’undicesima edizione del Festival Lgbtqia+, Lecite Visioni, sotto la direzione artistica di Michele Di Giacomo (qui l’intervista di PAC). Questa edizione ha avuto come fil rouge l’Amore, tema scelto appunto da Di Giacomo perché «dietro all’amore c’è la forza del movimento, della vita. Perciò ogni amore, così come ogni vita, ha il diritto di essere raccontato in tutta la sua verità». Tantissimi i racconti presentati nelle forme più diverse: dalla passeggiata notturna per Milano con le Nina’s Drag Queens, alla mostra fotografica Ri-Scatti organizzata dal PAC – Padiglione di Arte Contemporanea, dalle rappresentazioni teatrali vere e proprie (come Metafisica dell’amore di Le Brugole), al laboratorio di scrittura giornalistica di Stratagemmi, e tanto altro. Le collaborazioni al festival e i numerosi sponsor hanno reso ancora più variegata la proposta artistica (ad esempio Arcigay Milano e la Libreria Antigone).
Infine come ogni anno, nella giornata conclusiva del festival, si è tenuta la lettura del racconto vincitore del Premio Carlo Annoni, per il 2023 Piccola Bestia di Tobia Rossi. Il testo tratta di una coppia omosessuale che viene colta da un episodio paradossale e kafkiano: uno dei due si trasforma in un topo e a narrarci la vicenda è il suo partner.
Di particolare interesse l’interpretazione di Riccardo Buffonini, diretto da Giacomo Ferraù.
Solo in scena, Buffonini è circondato da due cubi di legno scuro e alle sue spalle ha una gabbietta per topi con una lampadina all’interno; al centro del palco invece è presente un leggio.
Il suo ingresso in scena avviene dalla platea e con piglio ironico, sagace e accattivante ci parla dell’amore con il compagno, prima e dopo l’accaduto, degli escamotage per tenere in vita la passione e per cercare di avere una routine di coppia il più possibile invariata dalla metamorfosi. La lettura è animata dalla bravura dell’attore che riesce a tenere ingaggiato il pubblico che ride, segue e si appassiona alla narrazione. Le espressioni facciali (quasi da mimo) e il modo di utilizzare il corpo nello spazio creano un effetto comico e di simpatia sul pubblico in sala, che resta ancora più sorpreso dal finale del racconto. L’utilizzo della musica invece è molto marginale, presente solo in alcune passaggi dall’ambientazione festosa, e non influisce comunque sul risultato finale.
C’è una sorta di morale che questa favola surreale vuole lasciarci: il corpo è soggetto alle mutazioni – gravidanze, compromissioni fisiche, malattie, casi di transizione di genere, l’invecchiamento – e queste possono incrinare gli equilibri all’interno di una coppia, possono scalfire la passione e far cambiare il punto di vista degli amanti.
L’unica performance di danza all’interno di Lecite visione è invece All you need is, di Emanuele Rosa e Maria Focaraccio, che vede in scena tre interpreti (Emanuele Rosa, Maria Focaraccio, Armando Rossi). Il gioco della rappresentazione è tutto basato sull’incastro dei loro corpi che, prima in coppia, poi tutti e tre insieme, si uniscono in abbracci e legami di mani, come in una catena. Le loro dita, durante la danza, si staccano di rado e in quei momenti a dettare il ritmo è il rumore sonoro di un bacio. Si fissano ininterrottamente fino a metà dello spettacolo, dove poi invece la performance diventa frontale alla platea: assumono pose plastiche e con i corpi sono intrecciati come in triangolo amoroso.
Le luci di Cristina Spelti, soprattutto nella seconda parte, assumono un ruolo centrale incorniciando la scena in tre fasci di colore, e ricordando rappresentazioni bibliche – la pietà e la deposizione di Cristo – e profane – orge di corpi che scivolano l’uno sull’altro fino al raggiungimento del quadro successivo.
Il lavoro sembra voglia portare avanti una protesta contro il sistema di opposizione binaria dei sessi e il risultato è reso efficace dalla perfezione dei movimenti, dall’espressività delle pose e dalle geometrie che i corpi riescono a ricreare.
Tirando le somme sulla programmazione del festival va fatto plauso a Di Giacomo per la sua capacità, sia come regista che come direttore artistico, di riuscire a creare un rapporto intimo con il pubblico, di fiducia e di calore, tra addetti ai lavori e non. Questa sua dote non è solo professionale, ma in primis umana e si ripercuote ovviamente anche nella selezione dei progetti che cercano, in chiavi diverse, con toni e ritmi alternati, di dare più enfasi e suscitare empatia verso le tematiche lgbtqia+ e non solo.
PICCOLA BESTIA
lettura testo vincitore Premio Carlo Annoni
di Tobia Rossi
con Riccardo Buffonini
regia Giacomo Ferraù
ALL YOU NEED IS
concept e coreografia Emanuele Rosa e Maria Focaraccio
performance Emanuele Rosa, Maria Focaraccio, Armando Rossi
luci Cristina Spelti
coproduzione C&C Company e S’ALA / spazio per artist+
con il sostegno di PERIFERIE ARTISTICHE_Centro di Residenza del Lazio, KOMM TANZ / Passo Nord, CURA – Centro Umbro Residenze Artistiche
Premio del Pubblico Les Lendemains Qui Dansent 2024
altri riconoscimenti Creazione vincitrice Premio Twain_direzioniAltre 2022; Creazione selezionata alla Vetrina della giovane danza d’autore eXtra 2022
Teatro dei Filodrammatici, Milano | 6-12 maggio 2024
* PAC LAB è il progetto ideato da PAC Paneacquaculture, anche in collaborazione con docenti e università italiane, per permettere il completamento e la tutorship formativa di nuovi sguardi critici per la scena contemporanea e i linguaggi dell’arte dal vivo. Il gruppo di lavoro di Pac ne accoglie sul sito gli articoli, seguendone nel tempo la pratica della scrittura critica.