VALENTINA SORTE | Dal 21 al 26 maggio si è svolta a Bergamo e nei comuni di Brusaporto e Scanzorosciate, la quinta edizione di UP TO YOU, un festival organizzato da ragazze e ragazzi under 30, insieme a Qui e Ora Residenza Teatrale, per riflettere con lucidità e coraggio sul contemporaneo e sullo scontro/confronto tra generazioni, culture, visioni diverse del mondo.
Attraverso lo spettacolo dal vivo,
UP TO YOU ha voluto spingere lo spettatore ad uscire dalla propria comfort zone per ripensare gerarchie, confini, relazioni già date, ed approdare a scenari e immaginari nuovi. Al di là della programmazione artistica partecipata, che è da sempre la cifra di questo festival, due esempi evidenti di questo lavoro intergenerazionale e interculturale sono stati il flashmob BALLO, BALLO, BALLO, curato da Lara Guidetti/Sanpapié e Qui e ORA, e la RE.M, ovvero la REdazione Multi lingue-culture-visioni-linguaggi, del progetto COME TOGETHER 2024. 

In BALLO, BALLO, BALLO la danza si è dimostrata una vera e propria pratica libertaria e democratica, trasversale, capace di invadere le vie e le piazze di Bergamo, ma soprattutto di coinvolgere tutte le età: dagli Under30 della Direzione Artistica Partecipata di Up To You alle generazioni over di “Ma le donne”, il laboratorio teatrale condotto da diversi anni da Qui e ORA sul territorio bergamasco (Verdello, Arcene, Brembate).  

In realtà anche un altro appuntamento del palinsesto, Due facce del Poetry Slam, ha proposto un confronto tra generazioni. In questo caso Paolo Agrati (classe 1974) e Filippo Capobianco (classe 1998), due maestri di questa particolare forma d’arte, si sono affrontati a colpi di versi, nel foyer dell’Auditorium di Piazza delle Libertà. È stata un’interessante occasione per riflettere sulla potenza della parola poetica oggi, a metà strada tra la scrittura e la performance. 

BALLO, BALLO, BALLO_Sara Guidetti, Qui e Ora

Per quanto riguarda l’interculturalità, invece, durante il festival si è costruita una REdazione Multi lingue-culture-visioni-linguaggi, ovvero un laboratorio di visione e di racconto che attraverso l’utilizzo di differenti lingue e linguaggi (video, fotografia, audio, poesia, collage) ha provato a narrare i diversi appuntamenti della rassegna. Questa redazione temporanea – coordinata da Luca Lòtano, giornalista e insegnante di italiano per stranieri, e Silvia Baldini di Qui e Ora – è riuscita a valorizzare le diverse culture e competenze presenti nel gruppo, e a coinvolgere in maniera autentica le numerose comunità che vivono a Bergamo e provincia. Il risultato è stato un racconto plurale, multiculturale e visionario del festival. 

A dettare il programma di giovedì 23 – giornata che abbiamo seguito con attenzione all’interno del festival – è stato proprio il concetto di “visione”. Da quale punto guardare il mondo? Da un’ostinata ottica antropocentrica o da un’ottica altra, addirittura ferina? 

Con un piglio sfrontato e ruvido, ai limiti dell’irriverenza, ma pur sempre giocoso, Alice e Davide Sinigaglia portano il punto di fuga dello spettatore qualche centimetro più in basso. In Concerto fetido su quattro zampe, la prospettiva assunta dai due artisti è infatti quella di due cani. Un carlino e un bull terrier. Da quell’altezza, insolita per il pubblico, le cose appaiono molto diverse: incongruenti, amare e insieme ridicole.   

La scena è molto spoglia: ci sono una batteria, una tastiera, due aste e due microfoni. I due cani, lasciati soli in casa, prendono la parola, ma ben presto il loro discorso diventa un latrato rabbioso. A colpi di microfono e batteria, la bestialità prende pian piano corpo negli attori per scontrarsi dall’altra parte contro il decoro, la pulizia, l’educazione e la sicurezza della vita di provincia. Provincia cronica.  

I due mondi entrano così in collisione: in questa deflagrazione verbale e sonora, la prospettiva si ribalta e si confonde – umana o canina? – e la narrazione si fa più complessa. Alice e Davide sono molto bravi a restituire questa complessità anche attraverso un canto accavallato. Le loro strofe, i loro discorsi come per slittamento si sovrappongono creando una melodia dissonante. Ci sono uomini che fanno vite da cani e cani educati come uomini. C’è l’uomo messo di fronte alla propria animalità e animali che subiscono un processo di antropomorfizzazione.  

Difficile trovare una chiara linea narrativa. Lo spettacolo a metà fra il concerto, la performance e il pamphlet filosofico – ispirato non a caso da Derrida da una parte, e dal gruppo rap, DSA commando, dall’altra – procede per accelerazioni, esplosioni, digressioni e arresti improvvisi. Si segue il flusso di coscienza: dall’Arca di Noé alla raccolta differenziata, passando per il disastro ecologico e le strade lasciate sporche dai turisti. È un lavoro che vuole irridere una società di pose vuote, piegata da contraddizioni sociali, egoismi, suprematismi e ipocrisie, e ci interroga sulla nostra presunta evoluzione di specie. 

Si tratta di una creazione originale, piuttosto ibrida, a tratti grezza (volutamente), a tratti raffinata. Una creazione che non ama troppe definizioni o incasellamenti. Sicuramente perfettibile, anche se già molto potente. Non funziona in alcuni punti centrali: come quando Alice e Davide indossano una vera e propria maschera da cani e si muovono in scena come se lo fossero. È vero che in natura può anche non succedere nulla, non tutto è infatti “spettacolarizzazione”, come invece accade in scena, ma quel nulla, se c’è, non può suonare finto, simulato. 

Resta alla fine dello spettacolo una certa difficoltà del pubblico ad andarsene. Potrebbe rimanere ad oltranza. I due giovani artisti restano sul palco, nella speranza forse che gli animali che dunque siamo, inizino di nuovo ad ululare. La rabbia esplosa in scena in modo così disordinato e spiazzante è ancora palpabile. Che farne allora? Come utilizzarla?  

UP TO YOU, significa proprio “sta a te”. Il festival desidera fortemente sottolineare la necessità di fare la propria parte per costruire il mondo che ci piace. In Concerto fetido la quarta parete è sfondata e non ci può aiutare, non c’è alcuna rete anticaduta, ma c’è per fortuna una comunità teatrale che accompagna lo spettatore in queste visioni coraggiose.

 

CONCERTO FETIDO SU QUATTRO ZAMPE

di e con Alice e Davide Sinigaglia
una produzione SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione
progetto Powered by Ref
un progetto Romaeuropa Festival 2023 nell’ambito di ANNI LUCE_osservatorio di futuri possibili
in collaborazione con Carrozzerie | n.o.t e 369gradi srl corealizzazione residenze Periferie ArtisticheCentro di Residenza Multidisciplinare del Lazio
in network con ATCL – circuito multidisciplinare del Lazio per Spazio Rossellini polo culturale multidisciplinare regionale, Teatro Biblioteca Quarticciolo, Cranpi

BALLO BALLO BALLO

Flash mob intergenerazionale
con la partecipazione della Direzione Artistica Partecipata Under30 di Up To You e del Laboratorio Ma le donne
a cura di Lara Guidetti – Sanpapié e Qui e Ora