CHIARA AMATO* | Nuove storie è la rassegna teatrale del Teatro Elfo Puccini di Milano, che dal 2018 ogni anno sostiene giovani artisti e/o compagnie indipendenti della scena teatrale italiana, legati da un tema comune. Il 2024 è sotto la bandiera di Prima le donne, per restituire spazio sul palcoscenico alle donne, che – dati alla mano – spesso vengono ostacolate nella possibilità di accedere alla pratica scenica.
La rassegna si apre con lo spettacolo di stand-up comedy Esagerate! Più che un aggettivo è un’esortazione, di e con Cinzia Spanò – formatasi all’accademia dei Filodrammatici di Milano, regista, attrice, conduttrice radiofonica e attivista.
L’attrice è anche una delle attiviste della Associazione Amleta che analizza e sostiene la presenza femminile nel mondo dello spettacolo ed è particolarmente impegnata per combattere la violenza e le molestie nei luoghi di lavoro: questo collettivo femminista, fondato da ventotto artiste italiane, ha anche vinto il Premio Amnesty International 2020 Arte e Diritti Umani.
Quanto al one woman show in questione, si presenta sin dall’inizio molto chiaro nel suo obiettivo: vuole essere un corso di “esageranza”, che insegni alle donne a non confinarsi ai lati della società, a non sottovalutare cosa si nasconde dietro i numeri angoscianti della parità di genere, ma anzi a diventare ambasciatrici di questo messaggio femminista in ogni campo del quotidiano, perché la disparità di genere non ha alcun senso razionale.
La scena si presenta scarna, solo un quadrante sullo sfondo che si presta alla proiezione dei dati e dei topic da tenere a mente. Questi punti d’attenzione sono ideati da Ginevra Rapisardi e alla fine dello spettacolo vengono anche sintetizzati dall’attestato di partecipazione al corso consegnato all’uscita e di colore rigorosamente rosa.
Spanò si muove avanti e indietro per il palco, accattivandosi il pubblico con un lungo abito fuxia (di Adriana Morandi), il suo spettacolo è improntato sulla leggerezza dei toni e la serietà e gravità dei contenuti: si fa portavoce, con numeri alla mano, di un manifesto femminista vòlto a migliorare la condizione della donna nel mondo.
Da questo panorama di analisi e dati Istat, l’Italia esce davvero male: dalla disparità di stipendio a parità ruolo alla centralità del modello del maschio-medio-occidentale come parametro per molti aspetti tecnici (dai manichini utilizzati nei test di sicurezza delle automobili ai dpi per le mansioni da operaio), fino a questioni di estrema gravità, come la ricerca scientifica e medica che trascura le patologie femminili.
Cinzia Spanò non risparmia nessuno e in nessun ambito: il suo monologo si presenta come un corso di aggiornamento per le donne a ricordare ogni giorno questi aspetti per farsi spazio in un mondo di uomini. Tra le fonti citate a dimostrazione del suo messaggio viene nominato il testo Invisibili. Come il nostro mondo ignora le donne in ogni campo. Dati alla mano di Caroline Criado Perez e le favole che dall’infanzia sdoganano e impiantano nell’immaginario collettivo dei cliché pericolosi, proprio perché si insinuano in una parte delicata della crescita, facendo passare per scontati dei diktat quantomeno sessisti. Le principesse sono tutte belle, non se la sanno cavare da sole e aspettano che i principi le salvino. Infine, altro luogo comune è che le donne tra di loro si facciano la lotta (il noto dualismo tra le principesse delle favole e le matrigne cattive/streghe).
ESAGERATE è quindi lo slogan di questo corso che potrebbe essere tranquillamente anche un comizio politico sui generis perché non dimentica di essere amaramente comico.
La protagonista calibra in modo giusto i toni, non annoiando mai il pubblico, anzi rendendolo partecipe fin dall’inizio di questo dialogo ponendogli domande: «chi di voi può dire di non essersi sentita dire almeno una volta nella vita Esagerata! solo per aver detto la propria opinione?». Le risposte, per alzata di mano, ai suoi interrogativi, danno un quadro tremendamente ‘esagerato’ e realistico del peso delle strutture patriarcali nel mondo, e soprattutto in Italia.
Sul finale ci spiega in maniera dettagliata come agisce il cosiddetto Ciclo della Violenza anche attraverso esempi, che sembrano banali, come la trama de La bella e la bestia di Disney o il pregiudizio della genialità, che spesso le stesse donne legano all’essere uomini. Ma le caratteristiche professionali e attitudinali di un essere umano possono essere collegate davvero al genere? Ovviamente no, e anche i bambini, che vediamo in alcune interviste proiettate, sanno che non vi è alcun senso nella disparità di genere.
La soluzione da lei indicata? L’esageranza e la sorellanza, perché da sole non si va da nessuna parte, e ce lo insegnano bene le islandesi che vincono ormai da anni la Champions League della parità di genere.
ESAGERATE!
Più che un aggettivo un’esortazione.
di Cinzia Spanò
collaborazione alla drammaturgia Paola Giglio
con Cinzia Spanò
illustrazioni Ginevra Rapisardi
aiuto regia Valeria Perdonò
costume Adriana Morandi per Molce Atelier
allestimento tecnico Giuliano Almerighi
Effimera Produzioni
Teatro Elfo Puccini, Milano | 30 maggio 2024
* PAC LAB è il progetto ideato da PAC Paneacquaculture, anche in collaborazione con docenti e università italiane, per permettere il completamento e la tutorship formativa di nuovi sguardi critici per la scena contemporanea e i linguaggi dell’arte dal vivo. Il gruppo di lavoro di Pac ne accoglie sul sito gli articoli, seguendone nel tempo la pratica della scrittura critica.