LEONARDO DELFANTI | «Ho visto un’anziana al funerale del figlio che a un certo punto ha smesso di piangere, perché non si ricordava più che ci facesse là. Ha detto: “Portatemi via, chi è quello là dentro?”»

Nasce così il bisogno di Isabella Caserta e Jana Balkan di indagare con Yesterday – l’ultimo gioco il tema dell’Alzheimer e delle sue conseguenze socio-familiari. Figlia e madre fuori dal palco, badante e badata in scena per parlare dell’irreversibilità di una malattia che è «lento smarrirsi nel silenzio e nell’assenza».

Sul palco ci sono al centro una sedia a rotelle, a sinistra un tavolo con pochi oggetti, a destra una seggiola su cui poggia una bambola, sullo sfondo una videoproiezione che scandisce il lento ritmo dell’oblio di Jana, madre malata, e bambina alla costante ricerca «della mamma e della sua casa». A prendersene cura è una badante moldava, arrivata in Italia in cerca di fortuna. Lei, che i suoi bambini li ha dovuti lasciare, non può che provare affetto sincero per questa donna che anche nella sofferenza riesce a creare momenti di amore e felicità.

Chi sembra essersi arreso al destino è, invece, il figlio della signora, Francesco Laruffa, il quale è spesso per lavoro, salvo poi apparire con qualche regalo, speranzoso di cambiare un percorso già tracciato.

Il trio, vivace e struggente, non è frutto di fantasia. «Abbiamo cominciato a indagare questa perdita attraverso un lavoro di ricerca, interviste, testimonianze e incontri fatti con gli anziani, i familiari e le badanti che li assistono», ci rivela il Teatro Laboratorio; ed è così che hanno deciso di mettere in scena una storia vera, una delle molte vissute anche in questo momento.

Lo spettacolo, andato in scena durante la decima edizione del festival Non c’è Differenza, dedicato all’incontro dell’altro da sé, colpisce subito per la sensibilità registica che ha saputo creare lo spazio drammaturgico ideale che lascia Jana libera di perdersi e ritrovarsi in un gioco di tagli e rimandi continui. Sono infatti le due donne, complici nel dolore, che creano e disfano la loro realtà a seconda dell’andamento della malattia.

L’una dimenticandosene, l’altra omettendola, fanno della memoria una matassa di angoscia e speranza. Un universo, in formato monolocale, dove la scelta del cibo non è solo mero soddisfacimento di un bisogno biologico, ma una caccia al ricordo. Il premio, non sempre gioioso, è la sincerità di chi racconta la sua vita con dignità.

Se, infatti, l’amore sembra essere l’unico antidoto capace di mitigare l’ingiustizia della sorte, il riconoscimento dell’Altro è la precondizione necessaria per far sì che il dramma diventi di tutti.

Confinate in un appartamento isolato, le due donne sono vittime di un sistema che allontana madri e figli, cittadini e istituzioni, passato e presente. Lo sfaldarsi della memoria di una magistrale Jana Balkan è sgretolarsi anche di una famiglia che affida a un’estranea il benessere dei suoi cari.

Yesterday. L'ultimo gioco

«Come ti chiami?» continua a chiedere la signora alla sua amica badante «Liuda signora, LI-U-DA», fa lei, tra il serio e il faceto. Un disperato bisogno di ancoraggio, una manifestazione di cortesia che la malattia non può distruggere é il segno di una perdita inevitabile. Yesterday, celebre brano dei Beatles, chiude e titola la nostalgia del ricordo bruciato da un male implacabile e imparziale.

Certo non mancano momenti di leggerezza, come quando la passeggiata all’aria aperta si trasforma in un giro sulle montagne russe: d’altro canto la carrozzella si presta a questi e altri utilizzi che solo la fantasia può eseguire. Eppure, dopo ogni tensione speranzosa, subito torna la consapevolezza dell’imminente oblio.

Cosa resterà di noi e dei nostri desideri non ci è dato saperlo, ma se c’è un posto in cui indagarlo questo è il teatro, dove tutto nasce, cresce e muore nello spazio di una notte.

Yesterday – l’ultimo gioco

testo di Jana Balkan
con Jana Balkan, Isabella Caserta, Francesco Laruffa
regia di Jana Balkan, Isabella Caserta, Francesco Laruffa
Produzione Teatro Scientifico – Teatro Laboratorio

Festival Non c’è Differenza, Verona | 19 Maggio 2024