SOFIA BORDIERI* | Serradifalco è un paese di poco più di cinquemila abitanti in provincia di Caltanissetta, nell’entroterra siculo, dove la vita sembra essere scandita da tempi regolari, appuntamenti precisi. La densità demografica è bassa, c’è una notevole escursione termica tra il giorno e la notte e non ci sono negozi d’abbigliamento per comprare eventualmente una felpa. È in questo “margine” che si inserisce l’esplosivo Performare Festival diretto da Simona Miraglia e Amalia Borsellino, in corso fino al 13 luglio. Giunto alla sesta edizione, il macro tema scelto per il secondo triennio concerne lo spazio cosmico e, dopo Ai confini dell’immaginazione del 2022 e Stargate del 2023, quest’anno si parla di Allunaggio, cioè dell’atterraggio sull’oggetto celeste che è la ricerca contemporanea. Abbiamo seguito la prima settimana, dal 2 al 7 luglio, ricca di spettacoli, performance, workshop e presenze di artisti che hanno vissuto il teatro De Curtis come una piccola comunità.

La prima giornata è aperta da Αλς – Forme di vita, una performance en plein air di Chiara Marolla e Cinzia Sità, prodotta da Sosta Palmizi. Punto di partenza e arrivo il Parco delle Rimembranze, capo e coda di una passeggiata guidata da Sità catalizzatrice di attenzione e veicolo di sguardi. Dallo zaino in spalla della drammaturga, contenente una cassa, viene fuori il suono della voce di Marolla narrante un brano di John Berger.
Attraversiamo le strade e tutto diventa segno scenico: le auto, i ragazzini in monopattino, le anziane sedute fuori dalla propria abitazione. In quel prolungamento del vivere privato nel pubblico che è la strada del paese, Marolla canta un brano in spagnolo soffice e profondo, come fosse un oracolo. La sua figura sembra un’apparizione norrena: vestita in beige tiene un fascio d’ulivo in mano, viso e dita sono striate di vernice bianca. I rintocchi delle campane della chiesa vicina graffiano e drammatizzano quel momento e accompagnano il passaggio dal vicolo stretto in cui stanziamo verso uno spiazzo dove è in corso il tramonto. La performer con una lunga canna di fratta si muove liberamente sul suono registrato di una fisarmonica, crea forme e visioni suggestive: un essere dal cordone ombelicale legato al cielo, un anziano saggio in cammino che poi sparisce lentamente in lontananza. Il corpo di Marolla, nella presenza e nell’assenza, riesce nell’intento di restituire un circostante mutevole, scopribile delicatamente con il movimento dello sguardo.

foto di Giovanna Mangiù

La prima giornata si è conclusa con un incontro sul rapporto cinema-danza intitolato Là dove la danza si manifesta omonimo del filmato realizzato da Nello Calabrò, regista e drammaturgo della Compagnia Zappalà Danza, che ha guidato un viaggio mosso dal movimento presente dal cinema delle origini ad oggi.

A proposito di corpi, presenza e restituzioni Se le api sono poche di Emilia Guarino è un piccolo gioiello della seconda giornata. Lo spettacolo ha portato in scena le relazioni intergenerazionali nell’ambito di un metodo di insegnamento orizzontale e non gerarchico che l’autrice sviluppa da anni nella sua scuola Diaria a Palermo.
Creato insieme alle danzatrici Federica Alovisio, Ludovica Messina Poerio, Gaia Calì e Bruna Di Figlia (due bambine di dieci anni), il lavoro pone al centro una coperta, oggetto dalle possibilità immaginative e creative inesauribili. Così le danzatrici, nascoste da tessuti all’uncinetto, diventano figure illusionistiche animate, dalle sembianze animali prima, forme dinamiche dopo (è sembrato di vedere il serpente che ha mangiato l’elefante de Il Piccolo Principe e quattro Loie Fuller vorticose). L’ispirazione del titolo viene da un componimento di Emily Dickinson che recita che, se le api sono poche, basta il sogno a creare un prato. Allora, al di fuori delle coperte, matrici di immaginazioni, composizioni musicali elettroniche hanno accompagnato danze, corse, sorrisi, capriole, pause per esplodere poi in una danza di corpi e corpicini liberi.

Foto di Giovanna Mangiù

Il pomeriggio seguente, a proposito di corpo libero, partecipiamo alla performance in versione site-specific di A corpo libero di Silvia Gribaudi. Partecipiamo perché non assistiamo semplicemente. Gribaudi ci parla come fossimo un coro, una compagnia canora andata in tournée. L’eclettica torinese in t-shirt nera e jeans, ci ringrazia, fa partire applausi che ricambiamo. Spostandoci poi dall’ingresso della Piazzetta San Lorenzo ci addentriamo nel verde, posizionandoci attorno a Gribaudi che condivide il suo spazio d’azione con due “installazioni”: una fontana e diversi cestini per la differenziata. Fa molto caldo (davvero) quindi si spoglia, e rimane con un vestitino colorato, «lo uso dal 2009 quindi è un po’ così».
Da qui il concept viene sviluppato all’estremo. Più cerca di coprirsi, su, giù, davanti, dietro, e più i suoi movimenti diventano ampi. Spaccate, relevé, “grand battements”, corse spostano, tirano sù il vestito sempre di più in maniera esilarante. Il suo sguardo verso noi spettatori è un perfetto mix di impotenza, menefreghismo, dispiacere, divertimento. Così si spoglia ancora in quella piazzetta curiosa e in reggiseno e mutanda verde-prato inizia la sua danza virtuosa del corpo morbido.

Foto di Giovanna Mangiù

La giornata si è conclusa con Lo splendore del barocco concerto curato dall’Associazione Musicale Etnea che con i musicisti Pietro Narese alla tromba e Carmelo Mantione all’organo ha proposto un vario repertorio da Benedetto Marcello a George Friedrich Händel passando tra gli altri per J. S. Bach e Domenico Zipoli.

 

PERFORMARE FESTIVAL, 2-13 LUGLIO, SERRADIFALCO (CL)

Αλς – FORME DI VITA
creazione e interpretazione Chiara Marolla
drammaturgia Chiara Marolla e Cinzia Sità
dramaturg e accompagnamento della performance Cinzia Sità
musica Donald Beteille
registrazioni di testi e suoni costume Chiara Marolla con l’aiuto di Thierry Bouffetteau
produzione Associazione Sosta Palmizi

SE LE API SONO POCHE
regia e coreografia Emilia Guarino
con Federica Aloisio, Gaia Calì, Bruna Di Figlia, Ludovica Messina Poerio
musiche Angelo Sicurella
luci Gabriele Gugliara
produzione Diaria/ Babel con il sostegno di Spazio Franco/ Piccolo Teatro Patafisico/Laboratorio Saperi Situati (Verona)

A CORPO LIBERO site-specific
di e con Silvia Gribaudi
elaborazioni musicali Mauro Fiorin
disegno Luci David Casagrande Napolin – Silvia Gribaudi
produzione Associazione Culturale Zebra
Vincitore Premio GDA Veneto 2009 e Premio del pubblico GDA Veneto 2009, Biennale di Venezia 2010 Aerowaves – Dance Across Europe 2010, Edinburgh Fringe Festival 2012, Do Disturb – Palais De Tokyo 2017

 

PAC LAB è il progetto ideato da PAC Paneacquaculture in collaborazione con docenti e università italiane per permettere la formazione di nuove generazioni attive nella critica dei linguaggi dell’arte dal vivo. Il gruppo di lavoro di Pac accoglie sul sito le recensioni di questi giovani scrittori seguendone la formazione e il percorso di crescita nella pratica della scrittura critica.