RENZO FRANCABANDERA | Il Premio Scenario, istituito nel 1987 grazie all’impegno di un gruppo associato di realtà teatrali, è nato con l’obiettivo di valorizzare nuove idee, progetti e visioni nel campo del teatro. Fondato sul rapporto tra le generazioni e la trasmissione dell’esperienza, il premio mira a sostenere la vitalità e lo sviluppo della cultura teatrale: si rivolge infatti ad artisti esordienti, gruppi di recente formazione, soggetti impegnati in nuovi percorsi di ricerca. I partecipanti non devono appartenere a strutture socie di Scenario o riconosciute e sovvenzionate dal Ministero e i partecipanti (registi, attori, drammaturghi, scenografi, musicisti, tecnici e qualunque altro ruolo) non devono avere compiuto i 35 anni di età (singolarmente) alla data di scadenza del bando (che per quest’anno è il 31 ottobre 2024). Scenario si presenta quindi come un osservatorio del nuovo, un luogo di dialogo, sperimentazione e confronto. Il premio accoglie progetti che non sono ancora stati realizzati come spettacoli, ma che esplorano necessità e linguaggi in fase di sviluppo, con l’intento di documentare e comprendere le diverse modalità con cui i giovani artisti si avvicinano al teatro. Si permette la presentazione di una ventina di minuti del lavoro in corso, sulla base della quale viene poi assegnato il premio.
Il Festival Scenario di quest’anno è stato dedicato al ricordo di Alessandra Belledi e Stefano Cipiciani, due operatori importanti della scena giovane in Italia, figure apicali del premio e riferimenti del teatro tout public, alle quali, nella giornata di domenica 2 settembre, è stato fatto omaggio da parte degli artisti nati e passati, con le loro proposte germinali, attraverso Scenario. Durante l’evento è stato proiettato un video realizzato da Federico Tovani, seguito dagli interventi di artisti di rilievo come Marco Baliani, Babilonia Teatri, Marta Cuscunà, Patrizio Dall’Argine, Emma Dante, Fratelli Dalla Via, Fabrizio Pallara e Sotterraneo.
Concluso questo commovente momento di ricordo collettivo nel segno delle arti, Scenario ha inaugurato il suo festival a Bologna oltre che con i corti degli spettacoli in concorso – proposti in orario mattutino e pomeridiano – anche con un programma serale e preserale ricco e variegato, che ha offerto al pubblico una serie di spettacoli in grado di accontentare tutte le fasce di spettatori. Ogni sera alle 21:00, il Giardino del Cavaticcio ha ospitato lavori dall’importante allestimento scenico (tra gli altri Kafka e la bambola viaggiatrice di teatrodelleapparizioni, La bicicletta rossa di Principio Attivo Teatro e Cenerentola di Zaches Teatro di cui parliamo in questo articolo). Alle 19:00, il pubblico ha potuto anche assistere a due intensi e poetici spettacoli di Teatro Medico Ipnotico (Patrizio dall’Argine) che dalla sua scatola magica ha proposto Il cane infernale e Safari, lavori di burattini che hanno avuto luogo al Parco Klemlen.
Il programma è stato quindi un’occasione unica per immergersi in uno spicchio di teatro di ricerca e sperimentazione dedicato alle giovani generazioni, capace di coniugare tradizione e innovazione, e di portare sulla scena visioni originali e coinvolgenti. Commentiamo in particolare queste visioni serali, partendo da Kafka e la bambola viaggiatrice.
Nel 1923, il riservato Franz Kafka, non ancora noto al grande pubblico, incontra una bambina disperata nel parco: ha perso la sua bambola. Questo incontro, apparentemente insignificante, diventa il punto di partenza per l’ultima opera di Kafka. Per ventuno giorni, l’autore inventa e scrive una serie di lettere in cui narra le avventure della bambola, spiegando che non è stata persa, ma è partita per un lungo viaggio intorno al mondo. Così, Kafka diventa il “postino delle bambole”, donando alla bambina una nuova prospettiva e trasformando la sua tristezza in un’esperienza di crescita.
Di questa storia non rimangono in realtà tracce scritte, né si sa che fine abbia fatto la bambina. Tuttavia, lo scrittore catalano Jordi Sierra i Fabra ha tentato di ricostruire il misterioso episodio, riempiendo i vuoti con un racconto che mescola realtà e immaginazione, dando vita a un piccolo gioiello letterario, utilizzato da Fabrizio Pallara e teatrodelleapparizioni per uno spettacolo che mescola attoralità e visionarietà. L’allestimento, fondendo scenografia materiale e proiezioni disegnate a video (bellissime e realizzate in presa diretta da acquerelli eseguiti a mano) parla di nostalgia, inquietudini, e della costante trasformazione che accompagna il crescere e il lasciar andare. La messa in scena essenziale, arricchita dalle videoproiezioni che animano il viaggio immaginario della bambola e amplificano il dialogo onirico tra i protagonisti, offre una riflessione sulla perdita come occasione di crescita, della libertà come emancipazione, facendone quasi un lascito testamentario dello scrittore.
La bicicletta rossa è una fiaba moderna creata da Principio Attivo Teatro per esplorare il tema della crisi, e ambisce ad avere come destinatario un pubblico trasversale. L’ambizione non è ingiustificata perché il lavoro prende arditamente spunto da un approccio neorealista di stampo cinematografico, con numerosi ammiccamenti al film muto espressionista degli anni ’30 del secolo scorso. E già in questo incorpora un codice che l’occhio adulto e appassionato di linguaggi multimediali ha estremo piacere di poter cogliere. In secondo luogo, il teatro per le giovani generazioni e i più piccoli per lungo tempo ha perso il piglio più problematico e sociale, virando su analisi emozionali e fiabesche che non ardiscono di azzannare il reale nel tempo presente. Questo rimettere a fuoco la società e i suoi problemi è quindi un elemento cruciale e che va valorizzato senza timore.
La storia si sviluppa attraverso la voce narrante off di Marta, una bambina che racconta le stravaganti e coraggiose avventure della sua famiglia che hanno preceduto la sua nascita: «Questa è la storia della mia famiglia prima che nascessi».
La famiglia di Marta vive in semi schiavitù, come tanti in Asia nelle fabbriche delle multinazionali, o nel mondo ricco nelle lavorazioni umili come quelle agricole, fabbricando in questo caso le sorprese per gli ovetti di cioccolato, ma la loro esistenza è complicata dalla figura di BanKomat, un potente proprietario ultracapitalista che controlla tutto dei suoi concittadini: la fabbrica, la casa, e persino la possibilità di vedere senza pagare la luna e le stelle. Nulla può essere fatto senza pagare un tributo a BanKomat.
Tuttavia, la famiglia riesce a trasformare questa situazione oppressiva in un’opportunità di liberazione grazie a Pino, il fratello di Marta, che quasi per caso ridona alla famiglia dignità e speranza. La storia apparentemente si ispira alle disperate richieste di aiuto da parte di persone costrette a forme di lavoro in semi schiavitù dentro fabbriche delocalizzate delle multinazionali chic dell’Occidente evoluto, quelli che avevano lasciato messaggi nei cellulari o in altri prodotti commercializzati poi negli USA: ma incredibilmente questa profetica drammaturgia, ispirata a storie di vita e sfruttamento del sud Italia, è stata scritta prima di quegli episodi! Questa scelta della compagnia, originale e coraggiosa, si risolve in un allestimento curato ed efficace, solo apparentemente semplice, ordinato anche nel disordine scenico che fa da ambientazione e casa di questa famiglia di disperati: soggetto invero raro per gli spettacoli per gli spettatori più giovani.
Principio Attivo Teatro, fondato nel 2007 da un gruppo di attori di diverse formazioni, si è affermata nel panorama teatrale con opere innovative e riconoscimenti prestigiosi. La bicicletta rossa ha vinto il Premio Eolo Award 2014 per la migliore drammaturgia. La compagnia, che si dedica principalmente alla produzione teatrale, ha portato i suoi spettacoli in tournée internazionali, toccando Cina, Giappone, Sud America, e vari paesi europei, affermandosi per la capacità di affrontare temi complessi con uno sguardo originale e accessibile a tutte le generazioni.
Dalla cenere alla corte racconta la storia di Cenerentola, principessa dai mille volti che diventa artefice del proprio destino. Con oltre trecento varianti, la fiaba di Cenerentola è una delle più antiche al mondo: l’eroina di Zaches Teatro non è solo una ragazza in attesa del principe azzurro, ma una figura complessa, reclusa in un mondo interiore dove preferisce restare quasi invisibile, immersa nella cenere di una vita apparentemente spenta. Accetta con pazienza le punizioni inflitte dalla matrigna e dalle sorellastre, ma dentro di lei sta nascendo il desiderio di un’esistenza diversa. Lo spettacolo, (di cui ci siamo occupati a gennaio con Elvira Sessa) coincide quindi con il suo desiderio di spiccare il volo, un processo che volutamente la compagnia sceglie di non affidare visivamente a fate madrine e figure esterne, ma ad un processo di autodeterminazione. Gradualmente, infatti, Cenerentola acquista sicurezza e coraggio, imparando a confrontarsi con chi la opprime, finché le sue aguzzine si ritrovano disarmate.
È la sua forza interiore che alla fine la riscatta, in una narrazione che diventa una fiaba iniziatica sulla difficile strada verso la maturità, segnando il distacco dal passato.
Lo spettacolo di Zaches Teatro utilizza una combinazione di teatro d’oggetto, danza, movimento espressivo, musica originale e teatro di figura su nero, pittorico e denso di citazioni, dando vita a un racconto vorticoso e ricco di invenzioni che vanno dalle origini della leggenda al Macbeth shakespeariano, passando per le opere nere di Goya e la pittura fiamminga e seicentesca. I personaggi sono animati da strane caratterizzazioni, tra il buffo e il grottesco, creando un forte impatto visivo. La manipolazione si trasforma continuamente in danza, codice che appare a più riprese nell’allestimento fino al rituale liberatorio della Taranta, che coincide con l’emancipazione quasi collodiana da burattino a umano della protagonista, e che rievoca l’antico rito iniziatico nascosto sotto le ceneri della fiaba.
Fondata a Firenze nel 2007, Zaches Teatro è una delle compagnie più significative della scena nazionale in questo segmento di produzione. La sua ricerca esplora il connubio tra diversi linguaggi artistici, come danza contemporanea, teatro di figura, uso della maschera, sperimentazione vocale, e rapporto tra movimento e musica originale. Nel 2023 la compagnia ha vinto il Premio Hystrio per la sperimentazione e la contaminazione dei linguaggi artistici. Sostenuta dalla Regione Toscana dal 2010 e riconosciuta dal MIC, Zaches Teatro ha portato i suoi spettacoli in Europa, Russia e Asia, ottenendo numerosi riconoscimenti internazionali.
Ma oltre ai tre spettacoli serali, come dicevamo, non è mancata la proposta all’ora dell’aperitivo, affidata alla poetica visionaria di Patrizio dall’Argine e del suo teatro di burattini, il Teatro Medico Ipnotico. Una compagnia a conduzione familiare nella quale Dall’Argine cura soggetti, testi, intaglio delle teste e scenografie, mentre Veronica Ambrosini si occupa dei costumi e della costruzione dei pupazzi. Le figlie Virginia e Thea collaborano come assistenti in vari spettacoli.
Due gli spettacoli, proposti nelle giornate del 3 e del 4 settembre. In Il cane infernale, Giuseppe Verdi e Richard Wagner si confrontano durante una passeggiata, discutendo di melodramma e tragedia. La conversazione si accende e Wagner, irritato, decide di dare una lezione a Verdi e alla città, liberando il suo feroce cane Tannhauser per scatenare il caos. Nonostante gli sforzi di numerosi Cacciatori di Taglie, nessuno riesce a catturare la bestia. Sarà lo stesso Giuseppe Verdi a domare il cane, non con la violenza, ma con il potere del pensiero e della musica, riportando così la pace. In questo spettacolo, la musica diventa il vero strumento di redenzione, in un finale che ammansisce la belva e libera la città dall’ondata di violenza.
Nel secondo spettacolo, Safari, la trama non è meno surreale: il capocomico Lomé si trova a dover modernizzare il suo teatrino di burattini e decide di creare un nuovo format chiamato “fotosafari”.
Per portare a termine il progetto, organizza un casting durante il quale la giovane Violetta presenta l’idea più originale: fotografare il “selvatico” nascosto nel bosco, come elemento contrapposto all’addomesticato che ci circonda. Violetta dovrà però in primis superare le sue insicurezze. Gli Spiriti del bosco intervengono per aiutarla. Riuscirà nel suo intento?
Dall’Argine è una figura centrale del Teatro dei Burattini. Dopo essersi formato presso il Teatro delle Briciole di Parma, dove ha lavorato come scenografo, attore, autore e regista, ha co-fondato la compagnia Cà luogo d’Arte nel 2001, approfondendo il linguaggio del Teatro dei Burattini. Nel 2009, ha fondato il Teatro Medico Ipnotico, una compagnia, si diceva, a conduzione familiare dove il burattino, attore di legno, interagisce con altre arti come la pittura, il cinema e la musica.
La produzione di Teatro Medico Ipnotico fonde ironia, critica sociale e un profondo amore per l’arte burattinaia. Divertenti e dissacranti, i suoi spettacoli sono una lezione su come il linguaggio possa coniugare tradizione e modernità, dentro una logica capace di continuare a meravigliare con il semplice. Dall’Argine, presente al festival anche con le sue illustrazioni, è artista a tutto tondo che va conosciuto.
KAFKA E LA BAMBOLA VIAGGIATRICE
tratto dal romanzo
Kafka y la muñeca viajera di Jordi Sierra i Fabra
adattamento e drammaturgia Valerio Malorni e Fabrizio Pallara
regia Fabrizio Pallara
con Desy Gialuz e Valerio Malorni
immagini video Massimo Racozzi
scene e costumi Fabrizio Pallara e Luigina Tusini
luci Fabrizio Pallara e Simone Spangaro
ideazione e costruzione bambola Ilaria Comisso
organizzazione Silvia Parlani
produzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG con teatrodelleapparizioni
Premio Eolo Award 2022 come miglior spettacolo di Teatro di figura
Compagnia finalista del Premio Scenario 2003
LA BICICLETTA ROSSA
con Giuseppe Semeraro, Silvia Lodi, Otto Marco Mercante, Dario Cadei, Cristina Mileti
regia Giuseppe Semeraro
drammaturgia Valentina Diana
musiche e bande sonore Leone Marco Bartolo
scenografie Dario Cadei
disegno luci Otto Marco Mercante
costume designer Cristina Mileti
Premio Eolo Award 2013 per la migliore drammaturgia
Menzione speciale Festival Festebà 2012
Compagnia finalista del Premio Scenario infanzia 2008
CENERENTOLA
con Gianluca Gabriele, Amalia Ruocco, Enrica Zampetti
regia, drammaturgia, coreografia Luana Gramegna
scene, luci, costumi e pupazzi Francesco Givone
musiche originali e paesaggio sonoro Stefano Ciardi
collaborazione drammaturgicaDaria Menichetti
collaborazione per scene, costumi e pupazzi Alessia Castellano
realizzazione costumi Rachele Ceccotti
project manager Enrica Zampetti
management e distribuzioneTheatron 2.0
produzione Zaches Teatro 2021
con il sostegno di MiC e Regione Toscana
e il contributo di Teatro Fonderia Leopolda di Follonica e Giallomare Minimal Teatro
vincitore di Bando Toscana Terra Accogliente 2020 a cura di RAT in collaborazione conFondazione Teatro Metastasio, Fondazione Toscana Spettacolo, Centro di Produzione della Danza Virgilio Sieni
residenze creative (RAT) presso Officine della Cultura, Kanterstrasse, Murmuris, Kinkaleri e LST Teatro
Premio Eolo Award 2022 come migliore novità
Premio Migliori attori all’ International Theatrical Festival VALISE 2022 di Lomza (Polonia)
Gran Prix al Migliore Spettacolo e premi per Migliore Regia e Migliori Attori al 29th International Children’s Theatre Festival 2022 di Subotica (Serbia)
Premio Miglior Spettacolo e Miglior Light Design al PIF Festival 2023 di Zagabria (Croazia)
Premio Migliori Attori al 26° International Puppet Theatre Festival “Golden Sparkle” di Kragujevac 2024 (Serbia)
Premi Miglior Scenografia, Marionette, Costumi e Concezione visiva al 3° International In-Put Theatre Festival 2024 di Karlovac (Croazia)
Compagnia semifinalista del Premio Scenario 2011
IL CANE INFERNALE
burattinaio Patrizio Dall’Argine
assistente Veronica Ambrosini
burattini, scene, costumi Patrizio Dall’Argine, Veronica Ambrosini
SAFARI
burattinai Patrizio Dall’Argine, Veronica Ambrosini
burattini, scene, costumi Patrizio Dall’Argine, Veronica Ambrosini
assistente Andrea Alberici
musiche Luca Maini
Artista vincitore del Premio Scenario 1999