VALENTINA SORTE | Anche se presentato in una versione più breve, di soli 20 minuti, ci aveva visto giusto il pubblico de L’ultima luna d’estate, l’anno scorso, quando aveva assegnato il premio Luna Crescente al lavoro di e con Alberto Viscardi, Seconda solo ad Elizabeth Taylor. Ogni anno, durante la serata dedicata alle compagnie under30 (selezionate dalla giuria ufficiale de L’ultima luna), gli spettatori hanno infatti il compito di scegliere lo spettacolo vincitore che andrà in scena nella successiva edizione del Festival, ovviamente nella sua versione estesa.
L’attesa è stata ripagata. Il giovane artista brianzolo, classe 1997, ha presentato lo spettacolo nella sua veste definitiva il 2 settembre a Montevecchia, nella suggestiva location di Cascina Butto, e ha riscosso un grande successo di pubblico. Non solo perché Seconda solo ad Elizabeth Taylor è un “one man show autobiografico profondo, sottile, ironico e divertentissimo”, come riporta il programma di sala, ma soprattutto perché è uno spettacolo diverso da ciò che sembra.
La sua bellezza risiede proprio in questo: fino a metà spettacolo, se non di più, la narrazione avanza a ritmi serrati e sembra andare in una certa direzione, portando lo spettatore in una comfort zone, quella del “già visto, già sentito”. Ma poi, con un tempismo perfetto, la prospettiva cambia e tutto diventa decisamente più interessante, più complesso. Bisogna allora riavvolgere tutto il nastro e dare un’altra lettura alla vicenda, meno scontata di quello che sembrava fino a quel momento. L’operazione è senz’altro riuscita.
Alberto Viscardi porta in scena il testo autobiografico di Guillaume Gallienne, Les garçons et Guillaume, a table!. Lo fa con l’essenziale. La scena è molto semplice. Bastano un letto, una sedia e pochi oggetti, per suggerire una camera da letto. Da lì, dall’intimità della propria cameretta, un ragazzo, Guillaume, racconta la propria storia, dando vita, di volta in volta, a personaggi e situazioni piuttosto pittoresche, cucendo un racconto intimo e sincero, ma allo stesso tempo molto divertente.
La narrazione inizia senza effetti speciali e prosegue per salti temporali, avanti e indietro, all’interno di una cornice autobiografica e familiare. Fin da subito si caratterizza per un registro aneddotico, leggero, ma mai banale. Potrebbe andare avanti senza sosta, Viscardi è un fiume in piena. Grazie a una recitazione poliedrica e camaleontica che gli consente cambi di personaggi molto rapidi e convincenti, e grazie a quel poco di immaginazione che serve al pubblico, dalla camera da letto ci si ritrova altrove, dalla Spagna all’Inghilterra, da una sala di ballo a un collegio maschile, dalle chiamate intercontinentali con la zia che vive in America alla tavola di famiglia. In questo andirivieni campeggia, però, quasi sempre la figura bizzarra, emotivamente distante, ma ingombrante, della madre – seconda solo a Elizabeth Taylor in quanto a tragedie. Da qui il titolo
Lo spettacolo, nonostante i toni ironici e divertiti, scava però in una ferita aperta. Viscardi ripercorre l’educazione sentimentale di Guillaume e la difficile ricerca della propria identità. Difficile perché deve lottare contro certi stereotipi e norme sociali, sia dentro casa che fuori. La sua mascolinità, la sua virilità, il suo amore per il travestitismo non corrispondono affatto alle comuni rappresentazioni di genere, vengono costantemente fraintesi e ricondotti a una presunta omosessualità.
Lo specchio che gli altri gli restituiscono stride con il proprio vissuto. E allora, Guillaume inizia a confondere le piste, per farsi beffa di chi crede in facili equazioni e lo vuole a tutti i costi gay, rivendicando a voce alta il suo diritto alla differenza. È una sorta di un coming-out al rovescio, in cui il dramma personale e familiare assume i toni di commedia esilarante.
Ironia e fragilità. Derisione e intimità. Lo spettacolo si regge su questi contrasti e il passaggio da un registro all’altro rende il racconto molto sincero e toccante. Il panorama mozzafiato che si gode da Montevecchia alta, considerato da Mario Soldati «tra le più belle posizioni della Brianza», sicuramente aiuta in questo, amplificando la bellezza di certe soluzioni sceniche o di certi passaggi. Sono veramente pochi i momenti in cui la recitazione va troppo oltre, nell’uno e nell’altro senso ma lo spettacolo ha debuttato da poco e Viscardi ha ancora tempo per aggiustare qualche piccola sbavatura.
SECONDA SOLO A ELIZABETH TAYLOR
di e con Alberto Viscardi
produzione Dedalus Teatro
L’ultima luna d’estate, Montevecchia (LC) | 2 settembre 2024