RENZO FRANCABANDERA | Rumorbianc(0) è una compagnia teatrale toscana che si distingue per la sua attività legata alla valorizzazione del patrimonio culturale, attraverso progetti che uniscono teatro, danza e luoghi storici. La sua anima, l’attrice e performer Chiara Renzi, ha collaborato nel tempo con importanti istituzioni come l’Accademia Etrusca di Cortona e altri partner locali, per arricchire l’offerta culturale con masterclass, performance di danza e concerti, mantenendo viva la connessione tra teatro e territorio toscano. Uno dei progetti di maggior rilievo della compagnia è il Festival Teatro Archeologico, rassegna multidisciplinare che si svolge annualmente al Parco del Sodo di Cortona, dove il teatro e la cultura archeologica si intrecciano: giunta nel 2024 alla sua quarta edizione, include spettacoli di compagnie teatrali e artisti di spicco, insieme a esperienze didattiche e visite guidate legate alla storia e all’archeologia locale. Rumorbianc(0) si propone così di creare una fusione tra i luoghi storici e le performance contemporanee, con l’obiettivo di attirare sia un pubblico colto in cerca di nuove modalità furtive, sia nuovi visitatori, affascinati dalla combinazione di teatro e archeologia. La compagnia punta a far rivivere gli spazi storici attraverso esperienze teatrali immersive e innovative, rendendo il patrimonio culturale più accessibile e coinvolgente. Tra le recenti iniziative, spicca la creazione di spettacoli site-specific che esplorano temi legati alla storia e alla natura con un approccio narrativo innovativo e accessibile anche alle famiglie.
Abbiamo intervistato Chiara Renzi.
RumorBianc(O) è nato nel 2007 dal desiderio di promuovere il linguaggio teatrale in modo innovativo. L’associazione lavora a livello nazionale, producendo spettacoli, organizzando rassegne e festival, oltre a condurre laboratori teatrali in contesti educativi e sociali. La sua missione principale è creare eventi culturali in spazi non convenzionali, rompendo con le tradizionali sale teatrali e avvicinando il pubblico a esperienze teatrali alternative. Tra i tanti progetti, vorrei ricordare RoomTheatre, che trasformava appartamenti in piccoli teatri, ShopTheatre che portava il teatro nei negozi e Teatro dai Balconi, una rassegna di micro-spettacoli sui balconi del centro storico di Arezzo.
Che rapporto avete ritenuto esista fra gli allestimenti e l’ambiente circostante?
Per me, l’ambiente circostante non è mai un semplice contenitore: è un elemento attivo e imprescindibile dello spettacolo. Ogni spazio, naturale o storico, influenza il ritmo e l’atmosfera della performance. Cerchiamo di creare una simbiosi tra lo spettacolo e lo spazio, rispettando e valorizzando il contesto in cui ci troviamo. Lo spazio con cui ci confrontiamo si trasforma in un co-protagonista. La storia del luogo, la sua energia, sono tutti elementi che plasmano la fruizione dello spettacolo, arricchendo l’esperienza del pubblico. Mi piace pensare che lo spazio stimolil’immaginazione degli spettatori e amplifichi il senso profondo dell’evento teatrale.
Che pubblico c’è stato in questi anni, fra criticità e opportunità, e con che risorse avete messo assieme il programma?
Il nostro pubblico è eterogeneo, fatto di spettatori fedeli e nuovi volti. Da un lato ci sono le persone che ci seguono con costanza, attratte dal nostro stile e dal legame che abbiamo costruito con il territorio. Dall’altro, ci sono sempre nuovi curiosi, magari attratti dal contesto insolito o dall’esperienza di vivere uno spettacolo in uno spazio inusuale per il teatro. Una delle sfide principali è stata riuscire a mantenere viva l’attenzione e l’interesse del pubblico, continuando a proporre progetti di qualità. Le risorse, spesso limitate, sono state compensate dalla collaborazione con artisti e istituzioni locali che ci hanno permesso di superare gli ostacoli e realizzare eventi di grande valore.
Che tipo di esperienza cerca il vostro pubblico? Sono “sempre i soliti”, avventori casuali, o altro ancora?
Il nostro pubblico non cerca solo uno spettacolo, ma un’esperienza immersiva e significativa. Vogliono essere coinvolti, emozionarsi, riflettere e scoprire nuove prospettive. C’è sicuramente uno zoccolo duro di fedelissimi che ci segue da anni, ma siamo anche riusciti ad attrarre persone nuove a ogni edizione. Il fatto che molti ci scoprano attraverso il passaparola o la curiosità è un segnale positivo della capacità del nostro progetto di essere vivo e in continua evoluzione.
Che progetti ci sono per il prossimo futuro?
Per il futuro abbiamo diversi progetti in cantiere che riflettono la nostra visione di connessione tra arte, territorio e comunità. Abbiamo lavorato a metà settembre all’inaugurazione di Anfiteatro Naturalis, in collaborazione con Noidellescarpediverse, un’iniziativa che si svilupperà nell’anfiteatro naturale di Chiusi della Verna, costruito con i fondi del PNRR per valorizzare i borghi storici, e includerà spettacoli di nuova drammaturgia, produzioni site-specific e laboratori.
Un ulteriore progetto, realizzato in collaborazione con l’associazione Noidellescarpediverse, è Le vite in scena, ospitato presso la Casa Museo Ivan Bruschi di Arezzo. Questa rassegna teatrale, ora alla sua seconda edizione, continua il cammino avviato con Racconta la casa museo, concepito per rendere il museo uno spazio di ispirazione creativa per la comunità locale. È arrivato anche il debutto di Le donne di Vasari, in occasione del 450° anniversario della morte di Giorgio Vasari. Lo spettacolo è nato per celebrare le voci femminili dell’arte rinascimentale, dando spazio a quattro figure straordinarie: Niccolosa Bacci, Properzia De Rossi, Plautilla Nelli e Sofonisba Anguissola. Queste donne, nonostante abbiano operato in un’epoca dominata dagli uomini, sono riuscite a lasciare un’impronta indelebile nell’arte e nella storia. Infine, stiamo collaborando con Le Plurali per un progetto chiamato Lotteria Femminista, basato sul saggio Girls will be girls di Emer O’Tooleche, utilizzando il genere dello stand-up comedy, vuole affrontare con ironia gli stereotipi di genere. L’obiettivo è portare alla luce i pregiudizi che influenzano la società e, come dice l’autrice, riscrivere il copione che vogliamo.
Naturalmente, c’è sempre un bando da seguire e nuovi laboratori da avviare, oltre a tante idee in fase di sviluppo e che stanno prendendo forma.