MATTEO BRIGHENTI | Sono come noi. Ma non sono noi. Sono i nostri interpreti. Le attrici, gli attori, riproducono la nostra immagine nello “spazio vuoto” del palcoscenico, prendendoci le misure tra le righe di un testo. Sono come specchi. Esistono perché e finché qualcunǝ sta di fronte a loro e li guarda. E così si ri-guarda. Loro, intanto, rappresentano qualcosa che non vedono perché non possono, ma fingono comunque di vederlo. Quindi, simulano. Afànisi di Ctrl+Alt+Canc, continuando nella dirompenza di voler resettare e riavviare questo sistema di segni e di relazioni già dal precedente Opera didascalica, professa la rivelazione e, di conseguenza, la dissoluzione di questo “gioco delle parti”.
Il simulacro è nudo. Non c’è il gioco, perché non ci sono le parti. Ce n’è soltanto una: lǝ spettatorǝ. La scomparsa di cui parla il titolo, mutuato da Jacques Lacan, è legata al ruolo delle attrici e degli attori. Non impersonano: sono solo tramite, funzioni. Specchi della vita che succede in sala. Di cui non sanno nulla, e non vogliono, né pretendono di sapere nulla. Perché il teatro siamo noi che guardiamo. E inizia prima e continua dopo. È un fare attraverso il dire che, nell’ultimo appuntamento di Hystrio Festival 2024 al Teatro Elfo Puccini di Milano, ritroviamo anche in Tre liriche di Eat The Catfish / Ac Xenia (qui, qui, qui e qui i resoconti dal Festival di Elena Scolari, Chiara Amato, Francesca Pozzo).

Afànisi. Foto di Carlo Valtellina

A sipario ancora chiuso Raimonda Maraviglia e Alessandro Paschitto (anche autore del testo e regista) sono già sul palco della Sala Shakespeare. Le braccia incrociate, o dietro la schiena, sembrano commentare chi entra, come se presenziassero allo spettacolo, non come se lo fossero. Una volta entrato tutto il pubblico, dopo la canonica richiesta di spegnere i cellulari, arrivano le regole di ingaggio per viversi Afànisi. Il teatro non c’è, è il cielo che manda la luce di stelle già morte, il qui e ora non esiste, perché ognunǝ è diversǝ, e non può parlare che con sé stessǝ. Glɜ attorɜ sono condizione necessaria ma non sufficiente.
Il palco, vuoto, svela il terzo componente del gruppo: Francesco Roccasecca. È il terzo lato del triangolo di questo “teatro partecipato da fermo”. La scena, infatti, si fa nella testa deglɜ spettatorɜ. E comincia sempre da una parola: «Immaginate…». Le luci sono tutte accese. Non c’è rappresentazione, non c’è distanza tra noi e loro. La differenza è solamente questa: loro parlano, noi restiamo in silenzio. E proiettiamo su di loro le fantasticherie che ci immaginiamo dentro di noi.

Foto di Elisa Nocentini

Ctrl+Alt+Canc non ci accompagna, piuttosto ci accoglie nelle pause fissate nel testo, nei buchi stabiliti dalla drammaturgia. Lo spettacolo è la scusa per ritrovarsi in un dato luogo e attorno a un dato copione. Così, Afànisi diventa, paradossalmente, un teatro di narrazione in cui la narrazione procede per sollecitazioni immaginative e risposte mancanti, perché ognunǝ dà la sua, e la dà per sé.
È un lavoro che ti espande lo sguardo, che ti porta a vedere quello che non vedresti: è un esercizio riabilitativo dell’attenzione e dell’ascolto personali. Infatti, Maraviglia, Paschitto, Roccasecca non dialogano tanto con il pubblico quanto proprio con te, con me. Non te la raccontano: sei tu, semmai, che lo fai. La verità, come la bugia, è sempre tua.

Tre liriche. Foto di Lorenzo Benelli

Non è successo niente, abbiamo ascoltato e ci siamo messi in gioco. Il gioco del punto di vista. Quello che Chiara Ferrara (Premio Mariangela Melato 2024), Dario Caccuri, Jacopo Neri (anche autore e regista), si scambiano continuamente durante le Tre liriche nella Sala Bausch. Attraversano un incontro, una coppia che vuol restare tra sé, lasciando il mondo allo scuro, in quell’ombra che dà sostanza alla luce, come fa il vuoto di risposte con il pieno di intenzioni in Afànisi.
Parte di una trilogia iniziata nel 2020, quando il contatto umano era tenuto in scacco dal Covid-19, questo dialogo a distanza di monologhi al microfono esplora la concatenazione tra amore e paura: la paura del coinvolgimento, quando la relazione nasce, la paura dell’abbandono, mentre la relazione cresce, e la paura dell’oblio, appena la relazione muore. Sono immagini mentali, parole su come un sentimento, impresso in frasi che uniscono e allontanano, ti cambia, ti migliora, ti distorce, e infine ti perde.

Foto di Lorenzo Benelli

Ferrara, Caccuri, Neri, ci dicono quanto non riusciamo a godere di quello che abbiamo, mentre ce l’abbiamo, quanto non ritroviamo noi stessɜ in chi abbiamo di fronte. Eppure, amare è rispecchiarsi, è scorgere e imparare sé stessɜ nell’altrǝ, attraverso l’altrǝ. Dovremmo aprire gli occhi, e invece li teniamo chiusi. O fissi sul cellulare, che è poi la stessa cosa. In scena, quando non si rubano la parola, si riscaldano al lume di questi specchi che non riflettono altro che le nostre allucinazioni del mondo, del nostro sprofondare dentro noi stessɜ.
Così, quando l’amore passa, e finisce – forse, è questo il suo destino – viene a mancare anche la forza del microfono: la voce è nuda, spogliata dalla relazione che non c’è più, un’assenza a cui è sempre difficile e doloroso dare una vera spiegazione. Dialogano ma è come se parlassero a sé stessɜ e le altre voci fossero dentro la loro testa.
E dopo? Si può amare ancora, dopo? Tra l’incontro e l’affanno, la scoperta e l’inganno, Tre liriche dice tutto il bene e il male che c’è dall’inizio alla fine di una storia. Che è la nostra, la tua, e anche la mia. In due bastava essere una metà della stessa vita. Adesso, ricominciare è tornare in possesso della propria. Dall’altra parte della solitudine.

AFÀNISI

testo e regia Alessandro Paschitto
con Raimonda Maraviglia, Alessandro Paschitto, Francesco Roccasecca
feat. Manuel Severino
produzione Campania Teatro Festival, Ctrl+Alt+Canc
si ringraziano Giulia Sangiorgio, Chiara Virgilio, Chiara Cucca, l’Asilo – Ex Asilo Filangieri

Vincitore In-Box Generation 2024
Premio della Giuria Critica a Direction Under 30 2023
Vincitore L’Italia dei Visionari – Kilowatt Festival 2023
Vincitore bando UP TO YOU 2023
Vincitore Odiolestate 2022 – Carrozzerie n.o.t
Vincitore Bando Intercettazioni 2022 – Circuito CLAPS Lombardia
Finalista In-Box 2024
Finalista Intransito Genova 2023
Finalista Bando Verso Sud 2022

TRE LIRICHE

drammaturgia e regia Jacopo Neri
musiche Enrico Truffi
con Chiara Ferrara, Dario Caccuri, Jacopo Neri
produzione Eat The Catfish /Ac Xenia 

Vincitore Direction Under 30 2023
Vincitore Intransito 2023
Vincitore Pillole 2023
Finalista In-Box 2024 

Teatro Elfo Puccini – Milano | 21 settembre 2024