SARA PERNIOLA | Il secondo atto della sesta edizione di ZED Festival – diretto da Mario Coccetti e organizzato da Compagnia della Quarta – ha avuto luogo dal 15 al 19 novembre presso il DAMSLab di Bologna, accogliendo creazioni performative e progetti legati alla videodanza, con particolare attenzione alle tecnologie di VR (realtà virtuale) e AR (realtà aumentata). In questo multidisciplinare spazio di confronto e dialogo, ogni esperienza si fa eco di nuove prospettive, aprendo orizzonti che interrogano la trasformazione incessante del presente e la rinnovata vitalità del linguaggio coreografico. Un’opera collettiva che, nel suo farsi, diventa un profondo momento di esplorazione e consapevolezza.

ZED Festival – Atto II si inserisce nella programmazione del Centro La Soffitta con un programma che prevede una serie di eventi che spaziano da incontri con artisti ed esperti del settore a workshop, passando per proiezioni, installazioni e performance di danza in XR (realtà estesa). Tra gli appuntamenti in calendario figurano le creazioni di artisti come Tom Dale Company, Dominic Allen, Lucy Walker, JC Oliveira, Alice Poppe e S Dance Company, che, mediante lo sfruttamento delle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie di comunicazione, incrementano il coefficiente d’interazione dell’utenza, rendendo la fruizione dei visitatori profondamente coinvolgente.

Iniziamo con Hybridy, un’installazione multimediale immersiva per un singolo spettatore alla volta, a opera di Alberto Barberis e prodotta da COORPI: un viaggio sensoriale dove audio, video e danza si fondono in un unico respiro, scrutando le connessioni invisibili tra corpo e natura, istinto e tecnologia, biologia e algoritmi.
Entriamo in una sala buia dove è situata l’installazione, ci posizioniamo di fronte e indossiamo delle cuffie e uno zainetto vibrotattile. Partito il video, fin da subito ci ritroviamo in una dimensione dove si intrecciano armonie e dissonanze in cui le vibrazioni e i suoni raccontano le sfumature di una creatura in continua trasformazione. L’opera, infatti, nasce dall’intreccio mitologico delle driadi, ninfe che si confondono con la natura, metà donna e metà pianta: si sviluppa mescolando videodanza e suoni elettroacustici, che si trasformano in vibrazioni che attraversano il corpo dell’ascoltatore, creando un’esperienza tattile e sensoriale.
Sull’ampia videoproiezione circolare guardiamo una serie di contributi video di danza digitale già precedentemente prodotti da COORPI nell’ambito del progetto La danza in 1 minuto: i movimenti eseguiti da quello che, più che una danzatrice, è un corpo etereo, si collocano in una dimensione della danza dalla natura ancestrale e primitiva, dove le forme corporali, costituite da fronde e radici e sincronizzate con la musica originale, raggiungono il massimo livello di intensità in un’apoteosi floreale-digitale.
É così che, infatti, la danza si fonde con il corpo in un flusso energetico che va oltre la dimensione fisica e in cui il naturale (radici, fronde) e il digitale si intrecciano simbolicamente in un rito di ibridazione a cui lo spettatore partecipa in maniera attiva e sensibile. Un processo di ibridazione che esplora le aree liminali, quelle che esistono tra il naturale (organico), il tecnologico (digitale) e il tradizionale (analogico), creando un’unità che dissolve i confini tra queste dimensioni, in cui l’individuo, immerso in questa esperienza sensoriale, inizia a riconciliarsi con la complessità del mondo, entrando in contatto con una «fecondità artistica primitiva, poetica, […] che lo allena a separarsi da schemi, concezioni ed esistenze unidirezionali» (Una spirale di ibridazioni. Dal naturale al tecnologico, S. Milano).

ph. Alice Merola

Successivamente ci spostiamo nell’elegante Auditorium del DAMSLab, dove partecipiamo alla cerimonia del Premio Nazionale della Videodanza (ViDa), concorso che unisce le voci dei principali festival italiani dedicati alla videodanza e danza XR e che si colloca all’interno di ZED Festival come edizione 0. Il Prix ViDa premia l’essenza visiva e coreutica, selezionando le opere più significative provenienti dalla rete delle dodici realtà partecipanti.  ZED Festival, in qualità di socio fondatore, svolge un ruolo centrale nella nascita del progetto, mentre i partner Cro.me di Milano e COORPI di Torino contribuiscono a consolidare questa iniziativa e ad affinarne le prospettive future, dando vita a un nuovo capitolo della danza e dell’immagine in movimento.
Ciò che guardiamo sono cortometraggi che oscillano tra i 2 e i 10 minuti, realizzati tra il 2022 e il 2024 da rassegne e festival dedicati alla danza di tutta Italia. Caratterizzati da numerosi elementi artistici, legati dal fil rouge dell’originalità e della sperimentazione, questi lavori presentano svariate gamme di interazione tra il linguaggio artistico e quello digitale, proponendo il coinvolgimento di corpi danzanti e di effetti generati da computer, talmente realistici da essere accolti come un’esperienza reale.

Attraverso un’unica giuria esterna costituita da specialisti, studiosi e artisti della videodanza, il Premio ha individuato due vincitori: Elegia 1938 di Lícia Arosteguy, presentato dal festival genovese Augenblick-Fuori Formato, e Life Left Behind di Valia Phyllis Zwart da parte del festival Cinematica, insieme a una menzione speciale dedicata a Bold di Alla Kovgan e Miko Malkhasyan di COORPI.
In Elegia 1938 veniamo trascinati da una voce poetica in un corpo femminile in mezzo all’architettura urbana che lamenta la superficialità dell’umanità, schiava di tempi complessi e omologanti: l’unica salvezza è la danza, in cui pulsa una scintilla di resistenza, un linguaggio che sfida e che rompe il silenzio del conformismo.
In
Life Left Behind una donna, mentre guida, percorre la strada del ricordo, cercando di ricucire il suo passato e di fare pace con le cicatrici che il tempo ha lasciato nel suo cammino.
In Bold, infine, un gruppo di donne, che a prima vista sembrano non avere nulla in comune, se non la stessa prigione che le ospita, si ritrovano unite da un gesto insolito: lanciarsi e afferrarsi palline da giocoliere. La guardia, inizialmente distante, cerca di rimanere al margine, ma presto si accorge che, in realtà, la separa ben poco da quelle donne.
Opere, dunque, che celebrano spazi di libertà dove ogni movimento diventa poesia e che instaurano con noi, il pubblico, una connessione molto profonda, svelando che la distanza che ci separa è più illusoria di quanto si pensi.

ph. Alice Merola

Anche questo secondo atto di ZED Festival si rivela essere, in conclusione, un universo affascinante dove i confini tra l’interno e l’esterno si dissolvono, e l’anima può vagare liberamente nei suoi paesaggi più nascosti. Qui, immersi in un flusso digitale che scorre come un fiume silenzioso e incessante, ci si trova a sospendere il tempo e a guardare dentro di sé, come se ogni impulso tecnologico fosse una chiave che apre porte invisibili del pensiero.
È uno spazio dove la riflessione si fa profonda, intima, quasi meditativa, dove ogni pensiero fluttua sospeso tra il reale e il virtuale, in un dialogo silenzioso che ci invita a scoprire noi stessi in modo nuovo e misterioso. Un bellissimo e riuscito progetto, dunque, che colloca tutte le operazioni in realtà virtuale e realtà aumentata in una nuova forma d’arte, capace di donare straordinari risultati artistici per impatto visivo ed emotivo, marcando alcune delle possibili interazioni comunicative fra gli individui e la tecnologia.

HYBRIDY

di Alberto Barberis
una produzione di ASSOCIAZIONE COORPI
progetto è realizzato con il sostegno del MiC e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea” e con il contributo di Fondazione Piemonte dal Vivo, in collaborazione con Lavanderia a Vapore – Centro di Residenza per la danza (Collegno-TO), ZED FESTIVAL (Bologna)

PRIX VIDA ITALIA – edizione 0

sono partner del ViDa Prix Italia: Ass. Corpi Narranti – Altamura – (BA) Puglia, Festival ZED – C.ia della Quarta – Bologna, Cro.me – Cronaca e Memoria dello Spettacolo – Milano, HangartFest – Pesaro, COORPI –  La danza in 1 minuto  – Torino, Scenario Pubblico_C.ia Zappalà Danza – Catania, Associazione Augenblick – Genova, Movimento Danza – CAM CAM – Napoli,  Cinematica – Videodance competition – Ancona, Lago Film festival – Moving Bodies  – Revine Lago  (TV),  CloseUP Festival – Crema, Movimentale Dance and Video Festival – Napoli Immagi]na Film Festival – Napoli, Ariadne Mikou – Roma

ZED Festival, Bologna | 17 novembre 2024