LAURA BEVIONE | Probabilmente non avrebbe neanche voluto fossero pubblicati: per Shakespeare i Sonetti erano accorate dichiarazioni d’amore, disperate ovvero indignate richieste d’attenzione, esplicite descrizioni di carnali desideri. Il diario di un amore sofferto che annulla la dignità dell’uomo – e del poeta – che non esita a recitare la parte del buffone di corte per conquistare qualche applauso di commiserazione e, magari, un cenno dal gelido, giovanissimo, amante. Il racconto – autobiografico benché necessariamente traslato – di una vicenda in cui eros – il giovane – e thanatos – la dark lady – si avviluppano indistricabilmente.

Valter Malosti – che delle opere “non teatrali”, almeno secondo il canone, di Shakespeare è appassionato e raffinato cultore, come testimoniano le passate messinscene dei due poemetti, Venere e Adone e Lo stupro di Lucrezia – si accosta ai Sonetti appunto quale racconto teatrale, prolungato e policromo monologo in cui si esaltano ugualmente parola e suono, e proponendo altresì una peculiare mescola di linguaggi – la prosa, la danza, la canzone – frutto anche della rinnovata collaborazione con Michela Lucenti.

Uno sfavillante costume da clown, il viso ricoperto di biacca e un biondo ciuffo cotonato, Malosti imbraccia il microfono e inizia la recita dei sonetti, interrotto dalle risate e dagli applausi registrati di un pubblico virtuale, sul modello delle sit com statunitensi, mentre sul fondo del palco Lucenti/la dark lady e Marcello Spinetta/il giovane si muovono lentamente, la prima tracciando coreografie minime; mentre il secondo si sposterà, sedendosi, gelido, di fronte al suo infelice spasimante. L’amante-clown, ma anche il poeta-buffone di corte che, umiliandosi volontariamente e quasi orgogliosamente, acquista aulica dignità.

CENTRO TEATRALE BRESCIANO TEATRO SANTA CHIARA  SHAKESPEARE/SONET

Nella seconda parte dello spettacolo, ecco che il clown – dopo il confronto con la dark lady, che, novella Eva, gli aveva offerto l’infida mela – riveste la giacca scura e la camicia bianca del poeta e, il volto senza trucco, ritorna in scena a recitare i propri versi. Ed è qui che il peculiare talento per la poesia di Malosti si esprime al meglio, così da evidenziare altresì l’accurato lavoro di traduzione, “aggiornamento” e adattamento dei testi shakespeariani compiuto dal regista/attore insieme a Fabrizio Sinisi.

Malosti e Sinisi hanno saputo tradurre in lingua contemporanea Shakespeare senza tuttavia tradirne la raffinata musicalità e la policroma traiettoria dei sentimenti e delle pulsioni ma, anzi, esaltandone la potenza, emozionale e concettuale. La parola shakespeariana – suono e significato – risuona incantatrice e sferzante, capace di riempire da sola il palcoscenico, tanto che si è quasi infastiditi allorché la sua recita è interrotta dalle struggenti canzoni di Modugno intonate da Lucenti ovvero accompagnata e chiosata da linguaggi ulteriori.

Nello spettacolo c’è soprattutto l’incanto dell’intelligenza generato dai versi di Shakespeare, cui lo spettacolo dona infine le debite cura e consistenza e che la danza riesce a sbalzare con minuzia aggiunta solo nei frangenti in cui non tenta di offuscarli bensì si pone al loro servizio ovvero ne trae ispirazione per “varianti sul tema”, pensose digressioni come il duetto Camilli/Spinetta, in cui diventa poesia pure la differente competenza “tecnica” dei due, un danzatore professionista e un attore.

CENTRO TEATRALE BRESCIANO TEATRO SANTA CHIARA  SHAKESPEARE/SONET

SHAKESPEARE / SONETTI      

Versione italiana e adattamento teatrale di Fabrizio Sinisi, Valter Malosti

Regia Valter Malosti

Coreografie Michela Lucenti

Scene e costumi Domenico Franchi

Luci Cesare Agoni

Progetto sonoro Valter Malosti

Suono Edoardo Chiaf, Fabio Cinicola, Jacopo Bertoli

Interpreti Valter Malosti, Michela Lucenti, Maurizio Camilli, Marcello Spinetta, Elena Serra

Produzione CTB Centro Teatrale Bresciano, Fondazione Teatro Piemonte Europa, Teatro di Dioniso

www.centroteatralebresciano.it, www.fondazionetpe.it

Teatro Santa Chiara Mina Mezzadri, Brescia, 18 marzo 2018