LAURA BEVIONE | Dal 10 al 13 aprile Torino diventa la capitale del teatro ragazzi grazie a Giocateatro, eclettica vetrina che si propone di offrire uno spaccato di quanto viene creato in Italia nell’ambito della scena destinata alle nuove generazioni. Ci racconta storia e finalità di Giocateatro e ci anticipa i fili rossi dell’edizione 2019 il suo ideatore e direttore artistico, Graziano Melano.
Siamo giunti all’edizione XXIII di Giocateatro – festival di teatro per le nuove generazioni: quali sono i cambiamenti intervenuti in questi anni nell’organizzazione e nella fisionomia della rassegna?
Giocateatro, in origine denominato Il Gioco del Teatro, è una delle prime vetrine di teatro per ragazzi sorte in Italia, prendendo stimolo dalle vitrines francesi. Tra gli anni ’80 e ’90 ne ho frequentate varie in Francia e ho cercato, con altri colleghi, di trasferire a Torino, a livello nazionale, tali esperienze. La caratteristica principale della Vetrina è quella di organizzare incontri di tre o quattro giorni che presentano a ritmo serrato le nuove produzioni di un’area regionale, in modo da consentire ai programmatori di visionare quanto più possibile, in vista di compiere scelte utili e convinte per la programmazione della stagione teatrale successiva. Pur mantenendo di base questa struttura, Giocateatro si è progressivamente aperto a produzioni provenienti dall’Italia e dall’estero, offrendo non solo ai programmatori, ma anche al pubblico cittadino, un’ulteriore possibilità di vedere spettacoli di ultima generazione.
In misura prioritaria sono presenti lavori nati in Piemonte e, a questo proposito, ogni due edizioni viene realizzata una selezione “dal vivo”, attraverso la visione spettacoli o di trailers presentati dalle compagnie. In particolare si cerca di dare una opportunità alle giovani formazioni.
Giocateatro è un festival/vetrina dedicato in primo luogo agli operatori: quanto è diffuso e frequentato il teatro ragazzi in Italia?
Porto come esempio la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani di Torino che, nel 2018, ha programmato, in due sale, circa 240 rappresentazioni con circa 42.00 spettatori (di cui circa il 50% nel tempo libero e l’altro 50% per la scuola). In Italia gli enti e le imprese, che si occupano prevalentemente di teatro per l’infanzia e la gioventù (spettacoli per pubblico dai 3 ai 18 anni di età, con rappresentazioni per le scuole, dal lunedì al venerdì mattina e per le famiglie la domenica pomeriggio) sono: una decina centri di produzione teatrale, con sale teatrali direttamente gestite, con prevalente attività per ragazzi (riconosciuti dal MIBAC e da Città e Regioni); circa quaranta compagnie di prosa con prevalente attività per ragazzi, comprese alcune di teatro di figura, riconosciute dal MIBAC; un centinaio di compagnie a carattere regionale; una decina di festival specializzati nel settore. Inoltre vi sono altri enti teatrali che producono o distribuiscono teatro per ragazzi: teatri nazionali, circuiti teatrali, teatri comunali.
Le recite in Italia, ogni anno, sono cinquemila circa, per un totale di circa un milione di spettatori. Da ricordare, infine, una vastissima quantità di laboratori teatrali, tenuti da attori e animatori nelle scuole e nel tempo libero con corsi di teatro per ragazzi.
Dal punto di vista artistico, qual è lo stato di salute del teatro ragazzi in Italia?
L’evoluzione delle poetiche e dei contenuti del teatro ragazzi in Italia sarebbe lunga da descrivere. A mio parere, accanto alla tradizionale scuola della creazione artistica nata a stretto contatto con il giovane pubblico – che continua a persistere e a sfornare ottimi esempi di teatro che amplifica le istanze dell’immaginario infantile – stanno prendendo forma nuove modalità di concezione delle opere di questo segmento del teatro contemporaneo, che ha delle particolari caratteristiche drammaturgiche.
A differenza di molto teatro per ragazzi che viene rappresentato all’estero e che si basa su una profonda cultura del testo, il teatro ragazzi italiano si è, da sempre, caratterizzato, per una componente immaginifica che molto deve alla stratificazione culturale del nostro Paese. Un paese dove l’arte visiva, paesaggistica, monumentale è così potente e dove ancora, riciclati in forme spurie contemporanee, riaffiorano le componenti di una forte oralità popolare, il teatro ragazzi riesce a cogliere il vissuto infantile e a mixarlo, in alcuni casi, con la virtualità tecnologica imperante e in altri casi con l’universalità del linguaggio e dell’immaginario infantile. La multidisciplinarietà dei linguaggi dello spettacolo dal vivo, che tenta di fondere i principi della danza con quelli della parola, gli slanci dell’acrobatica con le immagini del teatro di figura, ottiene, a volte, risultati sorprendenti, contendendo la scena al teatro didattico, da programma ministeriale.
Questo è dunque il dilemma: perseguire il tutto esaurito o cercare di recuperare il “gesto rivoluzionario infantile”? Forse fino a che le sovvenzioni pubbliche continueranno a esserci, la via virtuosa sta nel mezzo, permettendo alla sperimentazione e alla ricerca d’innovazione di continuare a esistere.
Esiste un filo rosso che lega gli spettacoli proposti nell’edizione di quest’anno?
La kermesse di Giocateatro 2019 sarà, per gli operatori del settore e per il pubblico, un’imperdibile occasione di gustare il confronto tra le “poetiche teatrali” di numerosi registi, drammaturghi e attori, noti a livello nazionale. Daniel Gol, Eleonora Frida Mino, Cristina Cazzola, Carol Cassistat, Tiziano Ferrari, Maura Sesia, Daniela De Pellegrin, Bobo Nigrone, Emma Dante, Giorgio Scaramuzzino, Pasquale Buonarota, Alessandro Pisci, Gimmi Basilotta, Beppe Rizzo, Izumi Fujiwara, Paola Lombardo, Matthias Martelli, Silvano Antonelli, Adriana Zamboni, Lucio Diana, Giulia Staccioli, Andrea Zorzi, per citarne alcuni, proporranno, attraverso le produzioni presenti, la loro “idea” di un teatro per le nuove generazioni.
In tre giorni una full immersion nella creatività, in una forma di teatro contemporaneo che intende creare un ponte tra tradizione e contemporaneità. Giocateatro, nel suo più che ventennale percorso, ha offerto a centinaia di artisti e a decine di compagnie, una piattaforma di vitale confronto, che favorisce lo scambio tra generazioni diverse di teatranti e, dal 10 al 13 aprile 2019, si pone l’obiettivo di creare un “ambiente” ricco di incontri, di dialoghi, di confronto e di fermento artistico.