LEONARDO DELFANTI | Fila B posto 52 “accredito” per Anteprima – Muoiono gli dei che non sono cari ai giovani, il 72esimo ciclo di spettacoli classici promosso dal Teatro Olimpico di Vicenza, presentata magistralmente dal suo direttore artistico Giancarlo Marinelli.
B-52, lo stesso codice dei bombardieri americani che attaccarono l’Afghanistan all’indomani dell’11 settembre.
I classici sono i Greci e i Latini, giustamente ma anche lontanamente.
I classici sono distanti, stantii. La tragedia classica, come anche la commedia, non sembrano più avere un senso di rappresentazione.
L’11 settembre ci ricorda che la vera tragedia è qui, possiamo vederla sul nostro smartphone ora.
Giancarlo Marinelli e la Fondazione del TCTVI lo sanno, e non solo loro. Perciò hanno deciso di creare un progetto artistico biennale Eleven, il cui testo e la cui regia saranno firmati da Marinelli stesso, dedicato all’evento che Terzani descrisse come l’esplosione in lontananza che «ci raggiungerà, ci assorderà. Potrebbe anche spazzarci via».
Quindi i classici non sono lontani, i classici sono tra noi.
Dobbiamo riscoprirli, dobbiamo accedere nuovamente allo scopo della tragedia.
Per fare ciò Marinelli, durante il suo biennio di direzione, ha deciso di porre l’attenzione per il primo anno al valore della giovinezza eterna della tragedia, per il secondo alla portata umana della catarsi o “salasso” che per Aristotele era l’unica “medicina sociale” contro la passione e il terrore degli uomini.
Menandro scrisse «Muoiono i giovani che sono cari agli dei», Marinelli inverte Muoiono gli dei che non sono cari ai giovani; l’eterno conflitto tra umano e divino, crollo ed esaltazione del mito, apre la serata con uno spettacolo visivo firmato Francesco Lopergolo. È quindi con questo spirito di lettura del presente attraverso le coordinate dell’eterno che il TCTVI vuole lanciare Vicenza come prodotto culturale del Made in Italy Teatrale: permettendo agli spettatori di abitare il teatro Olimpico come un dono.
La rassegna inizierà con Frammenti di Memorie di Adriano, alla cui messa in scena prenderà parte Pino Micol. Il racconto lucido di un uomo, cultore del bello e della perfezione, intaccato della decadenza già visibile nell’angoscia del suo prediletto Antinoo.
Seguirà Apologia di Socrate, con Enrico Lo Verso, tratta dall’omonima opera di Platone, celebre arringa difensiva di Socrate presso l’Areopago di Atene. Accusato di empietà, di corruzione dei giovani, lui che, volendo fare il verso a Menandro, aveva cari più i giovani che gli dei, forse.
Dalla riflessività e compostezza di due grandi menti filosofiche del passato si passa alla forza vitale di due donne mitiche: Medea ed Ecuba.
Medea, che sarà interpretata da Romina Mondello per la regia di Elena Bucci, narra della tragedia quotidiana dell’infanticidio, del dramma inesorabile dello straniero in terra straniera, della donna ripudiata per mero calcolo pratico dopo aver dato all’uomo amato tutta la sua esistenza. La tragedia dell’amore, tramutato in odio per le proprie creature.
Ecuba per l’occasione sarà interpretata da Elisabetta Pozzi. La lettura del mito che ci offre Marina Carr vede la moglie di Priamo, padre di cinquanta figli, raccontare del genocidio perpetrato dagli Achei ai danni dei Troiani, l’assurdità di una guerra che, senza più regole, si trasforma in uno sterminio.
Unico spettacolo off della rassegna sarà Medea per Strada di Gianpiero Borgia; una performance itinerante per le vie della città. Un furgoncino con a bordo sette spettatori si fermerà e farà salire Elena Cotugno nel ruolo di prostituta che narrerà dell’emigrazione forzata e della tratta delle giovani schiave del sesso in Italia. Storia tanto reale che, durante le repliche dello spettacolo a Verona, la polizia ha effettuato un controllo sospettando il furgoncino di reale istigazione alla prostituzione.
Il mito di Medea, di Ecuba e di Orfeo saranno poi partecipi del ciclo La Trilogia Innocente, affinché il primo spettacolo visto e anche realizzato dai giovani ragazzi vicentini possa essere all’Olimpico, come da lunga tradizione.
Chiuderà la rassegna una lectio olimpica di Vittorio Sgarbi, Palladio e l’Ordine del Mondo.
Giusto l’altra sera, ospite a Che Tempo Che Fa, Ferruccio De Bortoli ha evidenziato come la compassione e l’umanità stiano scivolando via velocemente dalla nostra quotidianità.
Ecco, l’attualità del classico è anche in questo: nella riscoperta dei valori civili della nostra società.
ANTEPRIMA – MUOIONO GLI DEI CHE NON SONO CARI AI GIOVANI
72° ciclo di spettacoli classici
direzione artistica Giancarlo Marinelli
con Pino Micol, Romina Mondello, Elisabetta Pozzi, Enrico Lo Verso, Ivana Monti, gli allievi dei laboratori teatrali di Tema Cultura Academy
multivisione Francesco Lopergolo
Teatro Olimpico, Vicenza
13 aprile 2019