152421566-c9231d0d-15bc-4bde-811f-89e2e479c749ANTONIO CRETELLA | Nel 1941 uscì per la Timely Comics – oggi più nota come Marvel Comics – il primo numero di Capitan America. La copertina dell’albo era molto esplicativa: l’eroe dallo scudo stellato sferra un pugno in pieno a volto ad Adolf Hitler. Seguendo una tendenza già abbracciata dalla rivale DC Comics, che aveva impegnato Superman e Wonder Woman a combattere contro nazisti e comunisti, la Timely creò il personaggio che più di tutti potesse incarnare l’idea della libertà e della democrazia americane, ultimo baluardo dell’Occidente contro le dittature e le ideologie totalitarie.
Circa ottanta anni dopo, nel 2016, all’apice della ritrovata popolarità del personaggio grazie alla serie cinematografica Avengers, in un colpo di scena eclatante si scopre che Capitan America è in realtà un agente al servizio dell’HYDRA, una organizzazione segreta neonazista, sebbene in un secondo plot twist venisse poi chiarito che la mente del supereroe era stata manipolata con falsi ricordi.
Due anni dopo l’uscita di quella storia che sovvertiva lo stereotipo del personaggio nato appositamente per la propaganda bellica americana della Seconda Guerra Mondiale, gli Stati Uniti di Trump sono protagonisti di un clamoroso voltafaccia molto simile a quello di Cap: hanno votato no, con soli altri due paesi, a una risoluzione dell’ONU contro la diffusione delle idee neonaziste adducendo come ragione la difesa della libertà di espressione. Una decisione che può sembrare sorprendente, ma che a ben vedere ricalca l’ambiguità degli Stati Uniti di fronte al fenomeno neonazista, e più nel profondo verso radicate idee razziste e suprematiste che condividono lo stesso terreno di coltura delle ideologie totalitarie. Gli Stati Uniti della libertà e del sogno americano sono anche il paese dell’olocausto dei nativi americani, dei ghetti per i pochi sopravvissuti e per gli schiavi neri, del Klu Klux Klan e della segregazione razziale; dei W.A.S.P. e del fanatismo religioso, dove in nome della libertà d’espressione anche le idee più avulse dalla realtà, se sostenute da un gruppo di influenza, hanno diritto di cittadinanza.
Se dunque il Capitan America del ’41 rappresentava gli USA per come volevano, e sostanzialmente vogliono ancora, apparire al mondo, il controverso Cap nazista rappresenta invece, nel modo più spinto, efficace e veritiero, tutte le contraddizioni irrisolte del sogno americano, forse molto di più di quanto i suoi autori si aspettassero.

 

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