MARCO IVALDI |

Doverosa premessa, solo per questa volta.

Sto iniziando una rubrica. Mi sono sempre allenato a correre, sempre più forte, per fuggire dall’orrore dell’appuntamento ricorsivo. L’abitudine rende l’uomo ladro, questo lo sapete e le rubriche sono come un vizio triviale volto ad ammorbare il lettore, una pessima abitudine; o forse no… Forse sto solo invecchiando e le rubriche stanno prendendo il sopravvento, mi stanno acchiappando.

Prometto che cercherò di smettere il prima possibile, ci tengo alla vostra salute mentale. Però…

… però lo scorso anno il direttore di questo spazio virtuale, uomo potentissimo e vendicativo, era in vena di novità. E quale novità tra le novità possibili poteva accogliere, se non un mio pezzo su una situazione decisamente temporanea e ordinaria che stavamo vivendo? Ma a chi potevano interessare noiose riflessioni intorno ad una pandemia mondiale? Accolsi l’invito per pura piaggeria, scrissi per stucchevole cortesia, intanto, pensavo stupidamente, tutti scrivono qualcosa da qualche parte e nel marasma bulimico chi avrebbe mai avuto l’ardire di approfondire proprio le mie parole… Solo che…

temporary collage di Renzo Francabandera

…solo che circa tremila persone hanno fino ad oggi ritenuto di non avere nulla di meglio da fare che passare un’intera ora della loro esistenza a leggere di estemporanei pensieri, arzigogolati ragionamenti, acute ovvietà che, forse, avete intravisto anche scarabocchiate su fogli da riciclo, vecchi scontrini e tovaglioli della colazione, in un’immagine pubblicata su queste pagine. La faccenda più interessante era che, in fin dei conti, l’invito del livoroso deus ex machina servì a dare ordine ad un vortice di pensieri caotico e ridondante altrimenti infruttuoso.

Insomma, alienavo lettori invece di fare, come tutti, la mia brava psicoterapia.

Ciò che ne scaturì furono dodici brevi ragionamenti, che, curiosamente, potevano bastare per tutti i mesi dell’anno.

Siccome gli anni avanzano e gli scarabocchi aumentano, accolgo l’invito al ballo di corte. Con fatica, lo ammetto; ma accettando l’esercizio di disciplina che ne consegue: ordine, sintesi, sintropia (un po’ togli la cera – metti la cera, per essere chiari).

Nasce così questa rediviva Bustina di Minerva, con tutte le dovute e ovvie proporzioni del caso. L’intento è però lo stesso: mettere in bella copia quella serie di appunti che riempiono la mia stanza e che scaturiscono da osservazioni su ciò che accade intorno a noi e dai collegamenti (Barabási li chiamerebbe link) che ne derivano.

Il titolo di questa esplorazione mensile è “Spedizioni notturne nella mia stanza” e forse qualcuno tra voi sorriderà riconoscendo ciò a cui il titolo fa riferimento; prendetelo come un omaggio ad una persona che ho sempre stimato.

Tra i concetti che mi hanno da sempre affascinato quello forse più sfuggente e impalpabile è il tempo. Anche se cerco con la mente di allargare i confini, ristretti, dei miei pensieri, sfronda di qui e pota di là, il nocciolo della questione rimane ancorato a pochi elementi ed uno di questi è, appunto, il tempo. Per questo motivo sarà il tema di questo primo, e forse ultimo, appuntamento di Spedizioni notturne.

 

 

disegno di Renzo Francabandera
temporary collage di Renzo Francabandera

La teoria einsteiniana della relatività generale
è una delle più armoniose teorie della fisica
concepite dall’uomo; questo, ovviamente,
non significa che la natura la debba rispettare.                 

Robert Wald – Space, Time and Gravity

The University of Chicago Press – Chicago and London – 1977

 

 

 

1 – Paramanu

Paramanu[1] è una parola interessante. È una unità di misura usata negli antichi Veda[2] e corrisponde a 26,3 ųs (un ųs è un milionesimo di un secondo).

Secondo i compilatori originari, sarebbe la più breve frazione di tempo che l’uomo possa riconoscere. Corrisponde al tempo necessario a quello che gli inglesi chiamano blink, una parola che mi ha sempre fatto simpatia e che in italiano chiamiamo, più prosaicamente, battito di palpebre.

Il passaggio che intercorre tra la poetica del battito di palpebre, intesa come unità di misura, e la freddezza data dal Sistema Metrico Internazionale dei 23 microsecondi rappresenta, forse, quello che abbiamo perduto negli ultimi 4000 anni.

2 – L’orologio di Jeffrey Preston Bezos[3]

All’interno di una montagna della Sierra Diablo, in Texas, di sua proprietà, l’imprenditore sta costruendo una sua personalissima piramide: un orologio basato sui progetti risalenti al 1986 dello scienziato Danny Hillis. L’orologio costerà al termine della sua costruzione 42 milioni di dollari e avrà meccanismi alti 152 metri. La particolarità di questo orologio è insita nel fatto che emetterà un ticchettio una volta all’anno, un’unica lancetta si sposterà una sola volta ogni secolo ed un cucù, con suoni sempre diversi, canterà ogni 1000 anni. Bezos ha affermato che l’orologio è un simbolo per il pensiero a lungo termine (…a symbol for long-term thinking…); io credo che la storia di quest’uomo sia coerente con questa visione e penso che Kahneman ne possa essere fiero.

Che tempo fa – creazione temporanea di Renzo Francabandera

3 – Un embrione anziano.

Negli Stati Uniti ci sono due sorelle, rispettivamente di 24 e 27 anni, quasi coetanee della loro mamma, che di anni ne ha solo due in più.

A prima vista può sembrare uno di quei giochi matematici che i severi maestri delle elementari ci propinavano durante le vacanze estive, col fine ultimo di rovinarci un pomeriggio di sole. Invece Molly ed Emma sono nate, a distanza di 3 anni l’una dall’altra, da embrioni congelati nell’ottobre del 1992.

Quando inizia la vita di un essere umano? Per alcuni scienziati la loro vita è iniziata nel momento del parto, forse neuroscientificamente dimenticando l’importanza vitale del tempo trascorso durante la gestazione; per questi non vi è alcuna differenza tra loro e voi che leggete queste righe, od io che le scrivo. Per altri, invece, la loro vita sarebbe potuta iniziare dopo la prima meiosi, a brevissima distanza dal concepimento[4]. In mezzo passano, mediamente, 9 mesi di vita; anche qui non vi sarebbe alcuna difformità tra la loro e la nostra vita.

Ecco che qui c’è il nucleo di questo breve ragionamento: chiamiamo concepimento l’atto della fecondazione. Il verbo concepire significa, etimologicamente, prendere a sè, accogliere. Non dovremmo quindi, avere molti dubbi: come momento del concepimento esiste un unicum temporale definito, l’istante dell’impianto dell’embrione nella cavità uterina, ovvero il tempo in cui la madre accoglie, prende a sé. Ma se per concepimento intendessimo l’atto, umanamente divino, della creazione, quel concepire che è proprio di un’idea, l’atto di comprensione, di immaginazione di una realtà, l’atto di ricevere nell’animo, allora i dubbi dovrebbero essere ancora meno. Dovrebbe essere chiaro, infatti, che la vita di queste due sorelle è iniziata molto tempo prima di quanto si sarebbe portati a credere, solo che è rimasta fisicamente congelata.

4 – HD 140283

1/10/2020 – Tramonto, Val d’Orcia. Ph: Marco Ivaldi

HD 140283 è una stella particolare, appartenente alla costellazione della Bilancia. Viene chiamata affettuosamente dai cosmologi Stella matusalemme. Uno studio dell’astronomo Bond[5], Howard Bond, ha stimato l’età della subgigante bianca in 14,46 ± 0,8 miliardi di anni. L’età del nostro Universo è stimata essere di 13,798 ± 0,037 miliardi di anni. HD 140283 potrebbe essersi quindi formata 0,17 miliardi di anni dopo la nascita dell’Universo oppure fino a 1,5 miliardi di anni prima.

Questione di punti di vista, di limiti della nostra attuale tecnologia o di confini della nostra immaginazione.

5 – La banda

Un giorno di un paio di anni fa mi ritrovai, involontariamente, bloccato su un marciapiede in attesa del passaggio di una banda musicale a corredo di una manifestazione di cui, fortunatamente, non serbo memoria. Ero indaffarato in mille facezie e l’attesa mi sembrava molto più prolungata di quanto già non fosse. A fianco a me un bambino di 5, o forse 6 anni, stava anch’egli attendendo il passaggio del chiassoso corteo, con una impazienza opposta alla mia: io avrei voluto che il tempo si affrettasse per poter proseguire oltre, il bambino che il tempo si affrettasse per poter finalmente vedere il padre suonare (origliando le parole della madre pareva che il marito fosse un rinomato fagottista). Stavo quindi fantasticando aritmeticamente sulla differenza temporale tra le due frette (concedetemi l’inelegante plurale): la mia era data dalla somma dell’attesa dell’arrivo della banda + il tempo necessario allo svolgimento del corteo, per il bambino invece era soltanto l’attesa dell’arrivo.

disegno di Renzo Francabandera bambino
disegno di Renzo Francabandera

Il risultato di questa assurda operazione matematica era, quindi, dato dal tempo di percorrenza sulla via della banda; inoltre, per il bambino quel tempo avrebbe dovuto essere il più lungo possibile, essendo oltre il tempo della sua attesa, mentre per me il più breve possibile, essendo ancora nel tempo della mia attesa.

Ero quindi intento in questi astrusi ragionamenti quando si udì in lontananza il suono della grancassa, anche il bambino lo sentì distintamente ma, anzichè guardare con impazienza verso la direzione del suono, stranamente si voltò verso di me; come se avesse udito i miei più nascosti pensieri (ma non dubito che possa averlo fatto), mi guardò un istante eterno fissandomi negli occhi e, senza che la madre lo ascoltasse, mi disse: “Se io ora vado verso la banda, vado nel futuro!”.

Lo guardai, annuii e continuai a tenere il suo sguardo nel mio. Anche lui rimase immobile, fino a che non si accertò che avessi compreso, quindi si voltò verso la madre e ridivenne bambino. 

 

Consigli di lettura:

Stefan Klein, Il tempo. La sostanza di cui è fatta la vita, 2018, Bollati Boringhieri

Consigli di visione:

Richard Kelly, Donnie Darko, 2001, Flower Films

Consigli di ascolto:

Porcupine Tree, Time Flies, Album: The incident, 2009 – Label: Roadrunner/Victor author: Steven Wilson.

Consigli di azione:

Si scelga un percorso nella natura da fare a piedi, ci si tolga dalla vista ogni elemento che possa scandire artificiosamente il tempo come orologi, telefonini, dopo aver segnato su un quaderno l’orario di partenza. Si incominci a camminare verso la direzione voluta, prendendo come riferimento qualsiasi elemento possa determinare una scansione temporale: il respiro, il battito cardiaco, i passi, l’abbaiare dei cani, il moto apparente del sole, il rintocco di una campana in lontananza, i filari delle vigne. Arrivati a destinazione si segni sul quaderno l’ora percepita e, volendo, la si confronti con quella misurata. La discrepanza che ne risulterà sarà la differenza tra il proprio tempo interiore ed il tempo sociale misurato.

 

NOTE:

[1] Gupta, Dr. S. V. (2010). Units of Measurement: Past, Present and Future. International System of Units. Springer Series in Materials Science: 122. Springer. ISBN 9783642007378.

Srivastava, S. K. (2017). Measurement units of length, mass and time in India through the ages. Int. J. Phys. Soc. Sci.

[2] I Veda sono una antichissima raccolta di testi sacri scritta in sanscrito vedico. Costituiscono un’opera fondamentale per quello che poi sarebbe divenuto l’induismo indiano.

[3] Secondo l’enciclopedia online Wikipedia, Jeffrey Bezos è un imprenditore statunitense, fondatore e presidente di Amazon, la più grande società di commercio elettronico al mondo. Secondo Forbes, inoltre, al 19 febbraio 2021, con un patrimonio netto stimato di 193,4 miliardi di dollari, risulta essere l’uomo più ricco al mondo.

[4] Papis, K., Lewandowski, P., Wolski, J. K., & Kozioł, K. (2013). Children born from frozen embryos stored for 10 years–analysis of 5 cases. Ginekologia polska, 84(11).

Michelmann, H. W., & Nayudu, P. (2006). Cryopreservation of human embryos. Cell and tissue banking, 7(2), 135-141.

[5] Bond, H. E., Nelan, E. P., VandenBerg, D. A., Schaefer, G. H., & Harmer, D. (2013). HD 140283: a star in the solar neighborhood that formed shortly after the big bang. The Astrophysical Journal Letters, 765(1), L12.