ANNALISA GURRIERI | Sapere scientifico e sapere umanistico sono spesso in contraddizione, ma quando trovano un punto di incontro il risultato può essere eccezionale. Big Data B&B, scritto e diretto da Laura Curino, in scena al Piccolo Teatro Grassi, ne è la prova. Non è la prima volta che il palcoscenico del prestigioso teatro milanese è protagonista di una sfida così coraggiosa: memore della collaborazione di Luca Ronconi con il Politecnico di Milano per il progetto Infinities del 2002, il Piccolo ospita l’esito di un progetto di Curino con il medesimo ateneo milanese. L’attrice Premio Ubu (con Teatro Settimo) nel 1993, torna a collaborare con il Politecnico dopo lo spettacolo Miracoli a Milano in occasione dei 150 anni dell’università nel 2012.
Con grande curiosità l’attrice torinese accetta la proposta di creare uno spettacolo sui Big Data che invadono la nostra quotidianità e che spesso fatichiamo a comprendere. Il supporto dal punto di vista scientifico proviene dal META, unità di studi umanistici e sociali su scienza e tecnologia, nata al Politecnico nel 2017 con l’intento di studiare gli effetti delle tecnologie e dell’innovazione, indagarli da un punto di vista filosofico ed etico per scoprirne errori e mancanze ma anche per cercare un modo di raccontarli con un linguaggio semplice.
Questo approccio, dice Curino in conferenza stampa, l’ha consolata e, dopo la lettura di tanti volumi, cercando di stare al passo con la velocità di moltiplicazione di questi dati alla ricerca della prospettiva migliore, confeziona uno spettacolo «per tutti».
Senza intellettualismi nè giri di parole, Laura Curino porta in scena dinamiche quotidiane, calate nel contesto di un Bed & Breakfast molto particolare.
«Dobbiamo passare una giornata insieme, facciamolo bene», esordisce così la protagonista; ma più che una giornata, sarà una frizzante serata tra risate, domande e riflessioni.
Una scenografia degna di questo nome, colorata e ricca, si staglia davanti ai nostri occhi. La quarta parete si infrange immediatamente e, per noi spettatori in sala – interlocutori privilegiati ma non per questo con meno responsabilità – inizia il racconto. Laura Curino, nei panni di una locandiera del ventunesimo secolo, ci accoglie nel suo Big Data B&B, un Bed & Breakfast diffuso nella città dove alloggiano «cervelloni» e studiosi dei dati. Ad affiancarla una giovane Beatrice Marzorati che, con freschezza ma allo stesso tempo con determinazione, interpreta Fabrizia, la sua «interfaccia digitale». Il business è un’ottima occasione per la proprietaria di imparare a destreggiarsi in quel «mare pieno di acciughe», metafora costante per identificare la marea di dati e la loro velocità di mutamento, troppo spesso artefice di ingiustizie indicibili.
Laura Curino, nei panni della proprietaria esuberante e senza scrupoli si destreggia abilmente sul palco interagendo con ogni arredo scenico. Parecchi i momenti in cui musica, attrici e scenografia danno vita a momenti estremamente pervasivi. Tra luci colorate, pentole di acqua fumanti ed erbe aromatiche che pendono dall’alto scopriamo che la protagonista ama preparare tisane e intrugli di ogni genere per i suoi ospiti, una trovata geniale per nascondere tra le pieghe di un testo acuto un’ulteriore metafora: «La tentazione al basta che funzioni è forte», per le tisane come come per gli algoritmi, eppure c’è un alto rischio di errori, spesso devastanti.
Lo spettacolo non risulta una condanna dell’intelligenza artificiale ma un riconoscimento delle sue potenzialità esplorando i meandri della matematica o «mate-magica» come la vede la regista, interprete e drammaturga. Alla fine non possiamo fare a meno di porci delle domande: fino a che punto è giusto avere totale fiducia in questi algoritmi. Se e quale posto ha l’umanità in quel «mare di acciughe»? La soluzione è davvero lasciare piena azione alle macchine? E la responsabilità? Per dirla con le parole di Fabrizia: «Non basta che funzioni, deve funzionare bene, e bene per tutti».
Difficile uscire da teatro annoiati, perché in sala si ride spesso; inevitabile rendersi conto di quanto sia urgente sanare il dissidio storico e sempre più attuale tra un approccio tecnologico e uno morale, tra scienza e cultura. E allora l’intento di Laura Curino, della sua squadra e del teatro come strumento di indagine della realtà, ancora una volta, si compie.
BIG DATA B&B
Scritto e diretto da Laura Curino
con la collaborazione artistica di Marco Rampoldi
scene e costumi Lucio Diana
Luci Claudio De Pace
con Laura Curino e Beatrice Marzorati
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
in collaborazione con Politecnico di Milano
Piccolo Teatro Grassi, Milano | 3 dicembre 2021
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