SARA PERNIOLA | Come fin troppe volte abbiamo dovuto ricordare, negli ultimi due anni l’intero settore dello spettacolo dal vivo ha vissuto un momento forse ancora più sconvolgente degli altri comparti dell’economia, fatto di chiusure e restrizioni, sentimenti e passioni forzatamente assopite. Fortunatamente, però, dopo il lockdown, teatri e festival hanno riaperto, mossi da entusiasmo e creatività.
Un felice ritorno è senz’altro quello di Colpi di Scena/Biennale di Teatro Contemporaneo per Ragazzi e Giovani, che avrà luogo dal 28 giugno al 1 luglio a Forlì, con qualche incursione a Faenza. Organizzato da Accademia Perduta Romagna Ragazzi e in sinergia con ATER Fondazione, l’edizione di quest’anno si snoda tra i numeri acrobatici di Max Pederzoli con Ferdinando il toro, i fiori e il calabrone di Danilo Conti e Antonella Piroli, il teatro danza del Teatro delle Briciole con I Sognatori e KLeuR+ di Dadodans, Equilibrio Dinamico che coreografa Anastasia. L’ultima figlia dello zar e tanti altri interessanti nomi.
Abbiamo intervistato i direttori artistici Claudio Casadio e Ruggero Sintoni, i quali ci hanno narrato di questo ricca esperienza.
Da un punto di vista contenutistico Colpi di scena presenta molta ricchezza. Ricerca di sé e speranza, utopie e paure, infatti, sono la linfa vitale degli spettacoli e prendono forma grazie a linguaggi performativi diversi, ma interconnessi. Questa scelta – anche in relazione alle compagnie partecipanti – segue una linea programmatica ben precisa?
I linguaggi performativi presenti a Colpi di Scena sono effettivamente molteplici, così come di largo raggio sono le prospettive tematiche affrontate. Le scelte operate non sono casuali ma allo stesso tempo sono naturali: linguaggi e argomenti multidisciplinari sono cifra specifica del Teatro Ragazzi d’innovazione, “settore” che più di altri permette margini ampi e liberi di ricerca e sperimentazione espressive, affrontando archetipi del processo di crescita dei ragazzi così come temi d’attualità. La nostra linea programmatica nelle scelte per Colpi di Scena è quella dell’alta qualità delle proposte e di un Teatro Ragazzi che sia formazione e non solo intrattenimento.
Anche la scuola ha attraversato, in questi ultimi tempi, un periodo durissimo. All’interno del vostro programma vi è uno spettacolo – Cipì di Luana Gramegna e Giorgio Scaramuzzino – che si interroga sul rapporto speciale che Mario Lodi aveva con i propri alunni. Quale pensate sia o debba essere il ruolo della scuola nell’avvicinare gli studenti al teatro? Pensate che in Italia questo sia un processo in costante fioritura?
Mario Lodi è un autore a noi molto caro, che in passato abbiamo affrontato nelle produzioni Cipì, il nido incantato e Bandiera. Ballata per una foglia (entrambi diretti da Claudio Casadio, ndr). Il ruolo della scuola è fondamentale nel dare consapevolezza ai giovani studenti dell’esistenza del teatro; non tutte le famiglie possono o riescono ad accompagnarli a teatro e la scuola ha questa grande possibilità: dare strumenti e un’educazione paritaria a tutti. Già dall’antichità il teatro era un mezzo per parlare insieme di temi importanti con metafore, personaggi, sguardi differenti. Gli insegnanti che riescono a trasmettere questi valori che si intrecciano indissolubilmente alle nostre radici fanno un lavoro preziosissimo. In Italia è un processo che viene coltivato da anni e che chiaramente col covid è stato rallentato, ma mai abbandonato. Anche quest’anno le scuole hanno partecipato con grande entusiasmo al ritorno in teatro in presenza e, quando non hanno potuto in presenza, in streaming.
Dopo questi due anni, com’è cambiato il vostro rapporto con il teatro e, nello specifico, con quello che vi appartiene e sperimentate di più, il Teatro Ragazzi? Sentite di riuscire, con le vostre scelte registiche e drammaturgiche, a far emergere e comunicare tutto ciò che vorreste?
Noi, come tutti i professionisti del Teatro Ragazzi, proveniamo da una storia che non è mai stata semplice. Ci siamo sempre dovuti rimboccare le maniche per risolvere problemi e costruire lavoro e opportunità, creando tutto dal niente. In questo senso le difficoltà degli ultimi due anni ci hanno colti impreparati nella loro imprevedibilità, ma preparati nella nostra reattività. Nello specifico merito artistico di scelte registiche e drammaturgiche, le nostre cifre stilistiche nel Teatro Ragazzi volgono all’attenzione al fantastico, all’immaginario poetico, al coinvolgimento emotivo degli spettacoli così come nell’ambito del Contemporaneo volgono all’impegno civile e sociale. Crediamo che i risultati delle nostre produzioni, in entrambi i linguaggi, rispondano e rispecchino quelle che sono le intenzioni progettuali.
Colpi di Scena è un festival dal respiro internazionale. Com’è stato l’approccio con le compagnie straniere e quale pensate possa essere il valore aggiunto che sono capaci di apportare?
Nel coinvolgimento di compagnie straniere all’edizione 2022 di Colpi di Scena, fondamentale è la sinergia con ATER Fondazione, già avviata nel 2021. La Regione Emilia-Romagna, nell’ambito della trasformazione di ATER in Fondazione di partecipazione, ha previsto che essa si occupi anche della promozione all’estero dello spettacolo dal vivo regionale. L’approccio e il valore aggiunto del respiro internazionale sono pertanto quelli della condivisione, dello scambio, del confronto e della reciprocità: così come operatori culturali stranieri presenzieranno a Colpi di Scena per allargare visibilità e circuitazione delle produzioni nazionali all’estero, così i direttori artistici italiani avranno la possibilità di approfondire prospettive sul Teatro Ragazzi internazionale.
Siete soddisfatti di come la comunità ha reagito al vostro lavoro in questi anni? E cosa vi aspettate da quella di quest’anno?
Colpi di Scena nasce negli anni ’90, porta pertanto con sé un importante bagaglio di storia e una consolidata e ottima reputazione. La comunità teatrale italiana, insieme a una buona rappresentanza internazionale, ha sempre partecipato con entusiasmo alle varie edizioni che si sono svolte, compresa quella “zero” dedicata al Contemporaneo che si è svolta nel 2021 e che tornerà nel 2023. Sappiamo che Colpi di Scena ha costruito molte relazioni, occasioni di lavoro e circuitazione per gli artisti e le compagnie che vi si sono esibiti e queste “reazioni” sono ciò che la vetrina si prefigge. Per l’edizione 2022, dalle adesioni ricevute fino a oggi, più che un’aspettativa, abbiamo la certezza di una numerosa e importante presenza di rappresentanti di Teatri, festival, circuiti, compagnie nazionali ed europee.
Quanto credete che i ragazzi e le loro giovani passioni in costruzione possano aiutare a combattere la propensione al cinismo che pare così diffusa?
Da sempre cerchiamo di coinvolgere le nuove generazioni a partecipare come pubblico consapevole ai nostri spettacoli. L’unico modo per abbattere il cinismo, l’omologazione e il grigiore che si è palesato in questi ultimi anni è il pensiero consapevole. Le passioni, la bellezza, la creatività sono mezzi potentissimi se trasmessi con attenzione e incoraggiati nelle giovani menti in costruzione. Il teatro della favola, il teatro per le scuole, gli incontri con gli artisti ma anche i laboratori di critica teatrale per le scuole superiori per noi sono un modo per avvicinare il giovane pubblico al teatro e renderlo partecipe e attivo.