CHIARA AMATO | Dal 13 al 18 settembre, all’Elfo Puccini di Milano, torna l’appuntamento con la scena italiana under 35, nell’ambito della seconda edizione dell’Hystrio Festival. Il programma prevede, in queste sei giornate, il susseguirsi di otto spettacoli e cinque letture sceniche.
Una delle creazioni selezionate è Argonauti e Xanax, con la regia di Daniele Vagnozzi della Compagnia Caterpillar. Gli attori (Luigi Aquilino, Denise Brambillasca, Gaia Carmagnani, Pietro De Nova, Federico Antonello, Ilaria Longo, Daniele Vagnozzi), tutti diplomati nel 2017, con medaglia d’oro alla classe, presso l’Accademia dei Filodrammatici di Milano, hanno poi dato vita a quest’esperienza fondando la Compagnia.
Questo testo del 2021 si interroga su cosa siano la paura e l’ansia per dei giovanissimi adolescenti, post liceali, e come il gruppo reagisca in queste circostanze.
Il progetto nasce nel 2019 dalla collaborazione con Jonas, Onlus fondata dallo psicanalista Massimo Recalcati, e dai suoi psicologi e psicoterapeuti: fu organizzata infatti una serie di incontri tra attori, psicologi e studenti sul tema “ansia e panico” in collaborazione con Jonas Monza e Brianza Onlus e Teatro Binario 7, nel Liceo Statale Carlo Porta di Monza.
La trama è molto lineare: un gruppo di amici affronta il disagio del protagonista, interpretato da Vagnozzi stesso, che, dopo le svariate ambizioni che aveva al momento del liceo, torna da un viaggio in Perù con la sola voglia di chiudersi in sé stesso, intrappolato nelle paure e negli attacchi di panico.
Gli argonauti restano sullo sfondo, con delle citazioni occasionali di Apollonio Rodio, come se fosse una voce fuori campo, ma ininfluente. La vicenda narrata da Rodio si occupava di un gruppo di eroi che, sotto la guida di Giasone, a bordo della nave Argo, affrontavano varie disavventure per la riconquista del vello d’oro. Il collegamento che il regista avrà individuato per la citazione del mito greco sta proprio nella ricerca collettiva del superamento delle difficoltà per il raggiungimento della felicità e della soddisfazione personale di questi giovani ‘eroi moderni’.
Il racconto viene svolto su due linee temporali diverse, prima e dopo il viaggio, che vengono segnalate allo spettatore con un gioco di luci, ideato da Manfredi Michelazzi: una scritta di palloncini “Flashback” e la scena illuminata in maniera uniforme, quando assistiamo alla fase della gioia, dei sogni e della leggerezza. Nelle fasi in cui la narrazione si sposta sull’oggi, la scritta resta in ombra, come anche parte del palco, ponendo la luce su singole porzioni di scena dove avvengono i dialoghi tra gli interpreti.
La scenografia e i costumi, di Gaia Carmagnani, non presentano difficoltà interpretative: gli abiti sono casual e ci mostrano i protagonisti come nostri contemporanei; mentre la scenografia si popola di una struttura in legno con dei libri, delle bottiglie d’alcol e una parete sullo sfondo di plastica trasparente, quando vuole farci entrare nel covo delle ansie di Marco.
Anche l’utilizzo della musica e dei suoni, di Danilo Randazzo, segue lo stesso pensiero, è coerente: tutti conoscono le canzoni che vengono utilizzate e i suoni si incupiscono quando dobbiamo entrare in empatia con la paura di questo giovane argonauta.
Spiegava il regista, anni fa, quando lo spettacolo è stato prodotto “Ma cos’è la paura? La paura è questo cane che si morde la coda e che più morde più ha fame, in un cerchio senza fine (…) l’unica cosa che abbiamo sempre a portata di mano, il presente. E il presente è una pianta che si coltiva con qualcuno, mai da soli”.
E lo spettacolo si vuole occupare proprio di questo: l’importanza dell’essere accolti da una rete, amicale, sociale, familiare, nei passaggi difficili del quotidiano, quegli stessi passaggi che nella nostra modernità vedono all’ordine del giorno sempre più casi di giovani depressioni, attacchi di panico e voglia di fuggire non si sa bene dove.
La tematica estremamente delicata e attuale viene messa in scena con degli innegabili punti di forza, come l’entusiasmo di queste giovani leve del teatro italiano e la coerenza degli elementi che compongono l’atto drammaturgico: nulla stride.
Inoltre apprezzabile la presenza del teatro nel campo della realtà, collaborando con le scuole e cercando veramente di venire incontro a delle problematiche per darvi un eco artistica, che arrivi a un pubblico e faccia riflettere a riguardo.
Il punto di debolezza resta l’ingenuità dell’interpretazione e la poca profondità del testo stesso. I dialoghi si muovono sul piano della superficie, forse dando troppo spazio alla parte ludica. Vero che stiamo parlando di adolescenti, ma intristisce anche pensare che dei freschi liceali non siano interessati ad altro che i selfie, le storie su Instagram e la musica a tutto volume per ubriacarsi.
ARGONAUTI E XANAX
testo e regia di Daniele Vagnozzi
scene e costumi di Gaia Carmagnani
paesaggi sonori di Danilo Randazzo
disegno luci Manfredi Michelazzi
con Luigi Aquilino, Denise Brambillasca, Gaia Carmagnani, Pietro De Nova, Federico Antonello, Ilaria Longo, Daniele Vagnozzi
Produzione Compagnia Caterpillar
Spettacolo sostenuto nell’ambito del progetto Next-Regione Lombardia, Fondazione Cariplo e Agis Lombardia
13 settembre 2023, Teatro Elfo Puccini, Milano