CHIARA AMATO* | Scrivere era l’unica cosa che lo faceva sentire reale. Queste le parole che Giovanni Onorato usa per presentare il protagonista dello spettacolo A.l.d.e. non ho mai voluto essere qui, scritto dall’attore stesso e interpretato insieme a Mario Russo.
La performance, che si configura come un mix tra un reading, un concerto sui generis e un poetry slam, viene presentata in un’unica replica al pubblico milanese, nell’ambito del festival Da vicino nessuno è normale – organizzato da Olinda – presso TeatroLaCucina.
In scena pochi elementi: sulla sinistra Onorato all’asta del microfono; sulla destra Russo seduto su un tappeto e circondato da vari strumenti musicali e una serie di faretti a più altezze; infine al centro sono posti a terra quaderni dalle copertine diverse.
Viene dichiarato, in tono assolutamente colloquiale e confidenziale, che la storia riguarda un amico del regista, Arduino Luca Degli Esposti, che si è suicidato lasciando quaderni ricchi di poesie e pensieri che fanno anche presagire la scelta estrema (fuori splendo ma dentro brucio e non riesco a dire ‘aiuto!‘).
Si ha quasi la suggestione di partecipare al funerale che l’amico perso prematuramente avrebbe sempre voluto, dove l’encomio è fatto dalle sue stesse parole. Il coinvolgimento con il personaggio diventa palpabile perché è come se lo si conoscesse, attraverso quei pensieri così intimi e l’immagine che di lui ha uno dei suoi più cari amici, rimasto abbandonato come tutti i sopravvissuti al suicidio di una persona cara.
Da qui parte una serie di considerazioni, sia di Arduino sia dell’attore, sulla vita, l’amore, il sesso, l’amicizia, la morte e i viaggi.
Si passa dal citare Milan Kundera al discorso della montagna di Buddha, facendo diventare rap la lettura dei testi dell’amico suicida, accompagnati dalla musica (ideata da Russo e Lorenzo Minozzi). Interessante è anche il modo in cui avviene questo reading: il performer non mostra alla platea il suo volto coprendolo con i quaderni, come se egli stesso e il suo corpo si tramutassero in uno strumento di transfert, per proiettare il pubblico senza filtri nel mondo di Arduino.
Colpisce la delicatezza poetica con cui il giovane attore romano riesce a toccare temi così forti, anche procurando un sorriso al suo pubblico: pone l’accento su aspetti sempre molto umani, che ci avvicinano empaticamente al senso dello spettacolo.
Non è nuovo nel suo linguaggio né l’utilizzo della musica – nel 2022 era uscito il suo primo progetto musicale Questo poco che sono – né della poesia – come nel progetto Ghost Track 1 – ma qui troviamo la fusione di questi due elementi, che si perdono nell’eco del microfono e nel suono del sax.
Anche le luci (di Fabrizio Cicero) giocano un ruolo decisivo, mutano e seguono l’intensità dei sentimenti raccontati: il colore paglierino, diventa poi arancione e si rifrange sulla parete opposta creando un gioco di ombre con la sagoma di Onorato, per poi esplodere sulla canzone finale in fasci luminosi che si alternano in una mitragliata di colpi sul palco, lasciando a tratti la scena nel buio profondo.
I due interpreti giocano sulla veridicità dei fatti esposti lasciando un finale aperto sul “vero” autore di questi scritti, questione che resta del tutto marginale nel bilancio complessivo dell’opera, ma che crea un ulteriore gioco, leggero e scapestrato, con il pubblico. L’impressione complessiva nei progetti elaborati da Onorato è che ci sia la voglia di creare un legame con il proprio pubblico, ci sia divertimento e passione nello stare in scena: si percepisce una pulsante voglia di raccontare storie e… gli riesce!
A.L.D.E. Non ho mai voluto essere qui
ideazione e direzione Giovanni Onorato
con Giovanni Onorato e Mario Russo
musiche Mario Russo e Lorenzo Minozzi
disegno luci Fabrizio Cicero
costumi Chiara Corradini
consulenza alla drammaturgia Claudio Larena e Giulia Scotti
si ringrazia Daria Deflorian per il prezioso sguardo
coproduzione INDEX, Romaeuropa Festival
produzione, organizzazione e amministrazione Valentina Bertolino, Silvia Parlani e Grazia Sgueglia
comunicazione Francesco Di Stefano
residenza produttiva Carrozzerie | n.o.t
con il sostegno di Angelo Mai Occupato, Ex-Mercato di Torre Spaccata, Fienile Fluò, Settimo Cielo, Teatro Biblioteca Quarticciolo
Vincitore della menzione speciale Premio “tuttoteatro.com” Dante Cappelletti
Finalista Biennale College e Premio Alberto Dubito
TeatroLaCucina ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini, Milano | 25 giugno 2024
* PAC LAB è il progetto ideato da PAC Paneacquaculture, anche in collaborazione con docenti e università italiane, per permettere il completamento e la tutorship formativa di nuovi sguardi critici per la scena contemporanea e i linguaggi dell’arte dal vivo. Il gruppo di lavoro di Pac ne accoglie sul sito gli articoli, seguendone nel tempo la pratica della scrittura critica.